Discariche, 40 milioni di multa all’Italia "da far pagare ai politici"

A rischio ci sono almeno cinque presidenti del consiglio, diversi ministri dell'Ambiente e governatori di Regione. Potrebbero dover rimborsare cittadini e territori "di tasca propria", dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che il 2 dicembre 2014 ha condannato il nostro Paese al pagamento di 42 milioni 800mila euro come cifra forfettaria, per ogni semestre di ritardo sull'esecuzione alla sentenza del 2007 che riguarda la gestione dei rifiuti. 

NOMI ILLUSTRI SOTTO ACCUSA - Adesso la questione è passata sotto la responsabilità della Corte dei conti, intervento richiesto dai parlamentari del Movimento 5 stelle. I deputati lo scorso 2 dicembre hanno presentato un esposto per danno erariale conto diversi capi di governo, ministri dell'Ambiente e amministratori locali, su cui graverebbe la responsabilità dell'infrazione sui rifiuti, attestata dalla corte europea. Tutti nomi illustrissimi: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi e poi Alfonso Pecoraro Scanio, Stefania Prestigiacomo, Corrado Clini, Andrea Orlando e Gian Luca Galletti.

L'obiettivo dei deputati pentastellati è quello di evitare che per pagare l'infrazione venga utilizzato denaro pubblico: "Non è ammissibile che a pagare siano i cittadini, dato che i responsabili sono gli amministratori che non hanno affrontato e risolto adeguatamente questo annoso problema". 
Oltre ai grandi nomi ci sono anche sindaci e presidenti delle Regioni. 

Dopo il censimento dei depositi di rifiuti del 2002, condotto dal Corpo forestale dello Stato, erano state identificate bel 4.866 discariche abusive, per una superficie totale di 19.017.157 metri quadrati. Il Cfs aveva inoltre denunciato l’esistenza di 1.765 discariche che non risultavano nei due censimenti precedenti.