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Sabato, 27 Aprile 2024
I nuovi poveri

Soli e senza casa: quanto costa essere padri separati

C'è chi dorme in auto, chi non può permettersi nemmeno una macchina e mangia alla Caritas. Sono i padri separati che non hanno più casa e un lavoro e che possono vedere i propri figli solo qualche ora alla settimana

"Questa separazione mi ha ammazzato" racconta uno dei tanti padri separati che con la fine del proprio matrimonio si è visto crollare addosso il mondo che negli ultimi anni con molti sacrifici si era amorevolmente costruito. La sua esistenza è andata in frantumi non solo dal punto di vista emotivo ma anche sotto il profilo economico, una combinazione che annienterebbe qualsiasi essere umano. Ma se un matrimonio non funziona meglio divorziare piuttosto che vivere una vita in agonia. La separazione però è una cosa per ricchi, ricordano affranti alcuni papà.

Nelle cause di separazione spesso i padri soccombono, nel 94 per cento dei casi secondo le statistiche. Ci sono uomini che nel giro di pochi mesi rimangono senza figli e senza casa. Le spese diventano incontenibili, con conti che arrivano a sfiorare anche i 2.000 euro al mese, cifre che non proprio tutti possono permettersi. Secondo l'Eurispes l'80 per cento dei padri separati non riesce a vivere con ciò che resta del loro stipendio. E così chi non ha un buon lavoro o familiari su cui poter contare si ritrova a dormire in auto o a rivolgersi alla mensa della Caritas per mangiare, come in queste storie che vi stiamo per raccontare.

Padri separati che dormono in aeroporto a Linate foto da video Youtube Paternità.info

"Non ho più nemmeno la macchina, solo una bicicletta"

Michele (nome di fantasia) dopo tanti sacrifici era riuscito a dare l’anticipo per comprare la casa della nonna e a ottenere un mutuo. L’aveva ristrutturata proprio come desiderava la moglie, poi l’arrivo di due splendidi bambini. Da buon credente sperava che quella felicità potesse durare per sempre, poi la separazione nonostante i mille tentativi fatti per restare insieme. Il giudice ha deciso di assegnare la casa e di affidare i figli alla moglie e così lui ha dovuto trovare un altro tetto. Ha dovuto separarsi anche dai suoi bimbi che vede solo per qualche ora a settimana. È tornato a vivere con i genitori perché non ha le possibilità economiche per prendere una casa in affitto. Tra le spese dell’avvocato per la separazione (dai 1.000 ai 5.000 euro a seconda delle difficoltà del caso), i 900 euro della rata del mutuo a suo nome, i 500 euro al mese per il mantenimento dei figli, non gli restano che pochi spiccioli. Non ha nemmeno una macchina, solo una bicicletta, figurarsi 400 euro per l’affitto.

Michele vorrebbe tanto rifarsi una vita ma non ci riesce. Per vivere in una casetta tutta sua dovrebbe guadagnare almeno 3mila euro visto che 2mila se ne vanno tra mutuo, mantenimento dei figli, affitto e bollette. Ma c’è chi sta peggio, chi non ha nemmeno un posto in cui dormire.

I nuovi poveri

Pensionati, ostelli, airbnb, istituti religiosi, residenze universitarie, sono solo alcune delle soluzioni proposte dalle associazioni per i padri separati che non hanno più casa, con quote alloggiative che partono da pochi euro a notte. Questo per evitare che passino le notti in auto oppure che si ritrovino in stazioni o aeroporti. Come nel caso di alcuni anni fa a Milano Linate, quando lo scalo con il favore della vigilanza si trasformava in un dormitorio per padri separati (vedi foto sopra). Sono i nuovi poveri, uomini che dopo la separazione si sono ritrovati senza casa, senza figli e senza lavoro.

C’è poi chi spinto dalla disperazione arriva a compiere gesti folli, come quello accaduto a Brescia nell’ottobre del 2022. Un uomo di 35 anni ha sequestrato il figlio di 4 anni per una notte intera, minacciando un assistente sociale con una pistola scacciacani modificata per esplodere colpi veri. Pochi mesi prima aveva perso il lavoro, poi gli hanno comunicato che poteva vedere il figlio solo in presenza delle assistenti. Quando gli hanno negato la possibilità di partecipare alla festa di compleanno del piccolo "è esploso e ha fatto quello che ha fatto", ha raccontato un amico. Dopo aver ammesso le sue colpe quel papà, che ora rischia 6 anni e 4 mesi di carcere, ha spiegato di averlo fatto solo per passare del tempo con suo figlio. "È stata la giornata più bella della nostra vita", ha dichiarato durante l’interrogatorio.

Padre a processo dopo aver sequestrato il figlio di 4 anni: "La giornata più bella della mia vita"

Ultimo in ordine di tempo l’episodio avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 gennaio a Cinto Caomaggiore (Venezia). Un padre separato che non aveva mai manifestato atteggiamenti aggressivi o fatto percepire qualcosa di pericoloso ha gettato la figlia di cinque anni dal terrazzo del primo piano e poi ha tentato di togliersi la vita.

Getta la figlia di 5 anni dal primo piano e poi tenta il suicidio

"Non ho mollato per lei"

Tra le tante storie drammatiche di padri separati che vi abbiamo raccontato ce ne sono anche alcune a lieto fine. Vogliamo chiudere con una di queste, anche se forse la conoscete già. Quella del papà influencer più famoso d’Italia, il 33enne romano che dopo la separazione dormiva nella macchina dell’amico arrabattandosi con lavori saltuari da 20 o 30 euro al giorno.

Il papà influencer: "Dormivo in strada poi ho iniziato a fare video con mia figlia e monetizzare

"Dentro di me pensavo 'avrò la mia occasione'. Non ho mollato per lei", ha raccontato. Poi ha iniziato a fare video di successo con la figlia su TikTok, da lì la svolta. Ora vive con la sua bimba, ha una bella casa ed è felice.

l papà influencer più famoso d'Italia foto TikTok

Quasi un matrimonio su tre fallisce

Di storie come queste ce ne sono tante perché negli ultimi tempi sempre più coppie decidono di lasciarsi. Ogni anno avvengono circa 50mila separazioni e 20mila divorzi, con più di 45mila bambini coinvolti. Circa il 30 per cento dei matrimoni fallisce, percentuale che sale addirittura al 50 per cento nelle grandi città. In molti casi la vita diventa più difficile per entrambi, soprattutto quando ai problemi di coppia si sommano quelli economici. Le ex mogli che hanno ottenuto l’affidamento dei figli molto spesso si ritrovano sole nella gestione quotidiana della prole e con risorse economiche insufficienti, soprattutto quando gli ex mariti non versano gli alimenti, mentre i padri restano senza casa e senza figli.

La vita per molti uomini si trasforma in un incubo, proprio per questo stanno nascendo sempre più associazioni per padri separati, con l’obiettivo di far sentire la propria voce. Il fine di questi enti no profit non è tanto quello di opporsi al ruolo materno quanto quello di promuovere e incentivare la creazione di una nuova cultura della separazione, orientata verso la cogenitorialità, la centralità di entrambi i genitori nella vita dei figli anche dopo la separazione per assicurare loro una continuità affettiva.

"Siamo ancora lontani dalla parità"

"La situazione dei padri separati è migliorata rispetto a 10 anni fa. Siamo passati dai papà dei weekend o dei weekend a giorni alterni ai papà che possono vedere molto più spesso i propri figli, ma siamo ancora molto lontani dalla parità del Nord Europa. Nel nostro paese a parità di condizioni il giudice sceglie quasi sempre la mamma, non c’è un motivo, è culturale", ha dichiarato l'avvocato Stefano Cera, consigliere dell'Associazione padri separati (APS). Proprio per questo un gruppo di padri separati ha lanciato l'idea della panchina celeste (vedi foto sotto), per chiedere più attenzione all'applicazione della legge sulla bigenitorialità, perché "non vedere i figli è un veleno che assaporiamo ogni giorno".

"Un papà lo è tutti i giorni, non due weekend al mese": la lotta dei padri separati per la genitorialità condivisa

"Bigenitorialità vuol dire decidere insieme, occuparsi del proprio figlio proprio come prima nell’interesse del minore - ha spiegato l'avvocato -. Andarlo a prendere a scuola, accompagnarlo alle attività sportive, portarlo dal medico, parlare con i professori, sono tutti diritti che i padri già hanno ma non lo sanno. Noi come associazione spesso dobbiamo spingerli in questa direzione ricordando loro che hanno dei dritti da far rispettare".

Ma il vero problema dei padri separati rimane quello economico, sostiene Cera. "La casa è la cassaforte della famiglia, se viene assegnata a uno l’altro viene impoverito. Bisognerebbe consentire al tribunale di poter disporre dell’abitazione familiare stabilendo se è il caso di venderla a terzi, di metterla a reddito, di dividerla se divisibile. Pensiamo a una casa di 200 metri quadrati che viene assegnata a un solo genitore, l’altro si ritroverà con un mutuo e con un affitto da pagare mentre l’ex vive in un’abitazione troppo grande. La casa potrebbe essere divisa ma al momento i giudici non possono farlo".

C'è poi un'altra questione da risolvere, quella dell'assegno di mantenimento. "Spesso i giudici si mettono solo dalla parte di chi lo deve percepire, andando a calcolare quanto serve per crescere un figlio. Non è sbagliato - dichiara l'avvocato - ma bisogna mettersi anche nei panni dell’obbligato, perché molto spesso si tratta di cifre non sostenibili, che non riuscirà a pagare. Si finisce così solamente ad alimentare un contenzioso giudiziario (civile e penale) perché i conti sono stati fatti in modo sbagliato".

panchinablu foto Papà separati Milano

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