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Venerdì, 26 Aprile 2024
conseguenze a cascata

La siccità arriva in bolletta: dighe vuote, prezzi pazzi

Tra le conseguenze della siccità c'è anche l'aumento dei prezzi dell'energia e della spesa al supermercato: il motivo è da cercare anche nelle centrali idroelettriche

Senza pioggia aumenteranno le bollette della luce, e non solo: la siccità che da mesi caratterizza vaste zone d'Italia fa anche salire il costo dei prodotti al supermercato. Effetto evidente di come la scarsità d'acqua abbia conseguenze dirette sulle nostre vite, oltre che sull'ambiente. E mentre ci avviciniamo all'estate, al Nord diminuiscono le probabilità che le piogge primaverili possano colmare il deficit idrico.

Acqua razionata e rincari, la siccità è qui per restare: "Servirebbero 50 giorni di pioggia" 

Un problema solo delle regioni nordoccidentali? Tutt'altro: anche se il deficit idrico riguarda soprattutto Piemonte, Lombardia e Veneto, le conseguenze coinvolgono tutti. Oltre l'agricoltura - circa un terzo del Made in Italy proviene dalla Pianura Padana - bisogna considerare l'energia: la stragrande maggioranza delle centrali idroelettriche è infatti concentrata lungo l'arco alpino e la scarsità d'acqua è un problema per il loro funzionamento.

L'energia che viene dalle dighe alpine è fondamentale nel mix italiano e in un contesto di siccità permanente la produzione delle centrali idroelettriche potrebbe entrare in contrasto con il consumo di acqua per agricoltura e uso domestico, causando disagi e facendo aumentare, ancora, i prezzi, anche dei beni di prima necessità.

La grandine non è la pioggia

In Italia si aspetta la primavera, il Nord ha sete d'acqua, ma nel frattempo arriva la grandine. Non è una situazione ideale per le colture: "Vento e grandine sulle fioriture di primavera rischiano di fare strage di raccolti da Nord a Sud del Paese con l'abbassamento improvviso e repentino delle temperature" si legge in una nota di Coldiretti. 

Oltre la siccità al Nord Italia arriva anche la grandine: per le colture e i fiori danni ingenti

In questo periodo si aspettano infatti le fioriture di mandorli, peschi, albicocchi e ciliegi: se il fiore non sboccia il raccolto è a rischio. La grandine arriva su terreni resi secchi dalla prolungata siccità e non compensa la mancanza di piogge, ma provoca danni alle colture aumentando, in più, il rischio di dilavamento dei terreni al ritorno delle piogge e - di conseguenza - il rischio di frane e smottamenti.

"La grandine è la più temuta dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca ai raccolti e in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno in una situazione in cui la siccità ha già avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali", si legge in una nota di Coldiretti.

E sul Nord Italia l'acqua continua a mancare: la siccità prosegue, ormai dal 2021. Come si vede dalla mappa sottostante creata da Today a partire dalle risorse disponibili sul sito dell'Osservatorio della siccità del Cnr, il deficit di pioggia degli ultimi due anni è evidenziato dal colore: più è tendente al rosso, più è elevata la mancanza di pioggia caduta.

La siccità al Nord Italia: in Piemonte e Lombardia non piove

Nell'ultimo report sulle risorse idriche, l'Anbi definisce in "agonia" il Po e sottolinea che "la situazione idrologica dell'Italia non è sostanzialmente cambiata, nonostante le perturbazioni che si sono registrate arrecando un po' di pioggia e grandine nelle regioni centrali, nel Nord-Est e localmente anche al Sud, nonché una spolverata di neve sulle Alpi".

La siccità in Italia non è mai finita, si vede dalla neve

Ci vorrebbero 50 giorni di pioggia per recuperare la situazione: "Si conferma l'impossibilità di autonomo riequilibrio del sistema idrico - dice Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi. Gli esperti parlano della necessità di 50 giorni consecutivi di pioggia, evenienza certo da non augurarsi per un territorio idrogeologicamente fragile come quello italiano. Per questo, è evidente la necessità di realizzare infrastrutture capaci di trattenere le acque di pioggia, quando arrivano, creando riserve e rimpinguando contestualmente le falde".

Perché l'idroelettrico conta

La siccità cambia il territorio. Già dal satellite è evidente la sofferenza dei bacini del Nord Italia e specie delle Alpi, decisamente meno innevate rispetto all'anno scorso. Oltre che sull'ambiente, una minore quantità di acqua e neve sul territorio provoca conseguenze anche sull'economia.

Abbiamo visto che le colture e gli allevamenti soffrono la mancanza d'acqua e le rese non sono ottimali. In più, c'è da considerare che l'acqua è una fonte di energia: l'Italia produce oltre il 16 per cento della sua energia elettrica a partire dall'acqua, grazie alle centrali idroelettriche.  

Clicca qui se non riesci a vedere il grafico sul mix energetico in Italia

Con il 39 per cento del totale, l'idroelettrico è la fonte rinnovabile più utilizzata in Italia. Le centrali sono più di 4.600 e come si vede dalla mappa sottostante del Gestore servizi energetici, la maggior parte è concentrata al Nord Italia, lungo l'arco alpino, proprio dove le precipitazioni stanno mancando: quasi il 90 per cento degli impianti idroelettrici si trova infatti nelle regioni settentrionali, in particolare in Piemonte, Trentino Alto Adige Lombardia.

Dove sono le centrali idroelettriche in Italia: la mappa

Senza acqua, le centrali idroelettriche non funzionano: "La situazione è drammatica, abbiamo molte centrali ferme, alcune lavorano a regime ridotto - ha detto a Today Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica, l'associazione di categoria dei produttori idroelettrici -. Va peggio dell'anno scorso. Di questo passo, per compensare le perdite dell'idroelettrico si passerà a produrre di più dalle centrali a gas e a carbone, inquinando". L'attività delle centrali idroelettriche è stata ridimensionata dalla siccità degli ultimi due anni.

La siccità fa produrre meno energia alle centrali idroelettriche: la maggior parte degli impianti è al Nord Italia

Secondo il report di Enea relativo al 2022 sul sistema energetico italiano, la produzione di energia a partire dall'idroelettrico è stata "straordinariamente bassa", con un calo del 25 per cento rispetto al minimo degli ultimi quindici anni. E ora sta andando anche peggio: "Quest'anno siamo al 50 per cento di produzione in meno - spiega Taglioli -. Un periodo di siccità così lungo sta mettendo in difficoltà le più solide e storiche aziende del settore: le portate sono così basse che non riusciamo a pagare i canoni per l'idroelettrico, figuriamoci i mutui per gli investimenti degli anni passati.

La poca neve sulle montagne aumenta le difficoltà: "Il problema è che manca la neve, il grosso della produzione di questo periodo arriva dallo scioglimento dei ghiacci che acqua dei fiumi", sottolinea il presidente di Assoidroelettrica. Cima foundation stima oltre il 60 per cento di neve in meno rispetto all'anno scorso. 

Conferma i problemi del settore anche Agostino Re Rebaudengo, presidente della principale associazione del mondo elettrico italiano, Elettricità futura, che a Today sottolinea come "la mancanza di precipitazioni abbia avuto pesanti impatti anche sul settore energetico, con l'idroelettrico che ha visto quasi dimezzarsi la produzione di energia elettrica rispetto allo storico del comparto. Anche l'emergenza idrica richiede quindi una netta accelerazione della transizione energetica - sottolinea Re Rebaudengo -. È importante ricordare che la siccità non è una causa ma una conseguenza del cambiamento climatico. Dobbiamo cambiare visione e agire per velocizzare la diffusione delle rinnovabili e ridurre gli sprechi d'acqua", l'appello del presidente di Elettricità futura. 

La siccità ti aumenta i prezzi

In un contesto di siccità permanente, la prima filiera economica coinvolta è quella agricola. Se le colture non vanno come previsto a causa di agenti esterni come il clima, le conseguenze finali ricadono sui consumatori: le colture e gli allevamenti soffrono la mancanza d'acqua e se le rese non sono ottimali i prezzi possono solo aumentare. "Da quel che sembra ci sarà un calo nella semina di patate, mais, ortaggi, asparagi, riso e anche i meloni - ha detto Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti - La base di partenza è sicuramente peggiore dell'anno scorso: dovrebbe piovere una stagione intera per recuperare gli ultimi due anni di siccità".

Le semine si fanno in questo periodo, le premesse sono già negative. Ma oltre i prezzi dei prodotti agricoli c'è la questione energetica: l'acqua è anche un'importante fonte di energia elettrica. Finora, solo una riduzione dei consumi ha evitato problemi di approvvigionamenti, ma l'equilibrio è precario. 

Oltre a essere dannosa per l'ambiente, la siccità produce rilevanti conseguenze per l'economia. Può sembrare un problema distante o che riguarda solo il Nord Italia ma la siccità è in grado di impattare negativamente sulla vita di un intero Paese.

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