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Domenica, 28 Aprile 2024
La storia

"Così sono guarito dal cancro e dall'HIV": la storia di Paul

"Non ho mai creduto che non ce l’avrei fatta. Non mi sono mai arreso e non mi sono mai sentito senza speranza". Le parole di Paul, guarito dalle due malattie grazie al trapianto di cellule staminali

Per più di 30 anni ha convissuto con l’HIV. Nel 2018 ha poi scoperto di avere la leucemia. Ma grazie a un trapianto di cellule staminali è guarito da entrambe le malattie. Protagonista di questa incredibile storia è Paul Edmonds, 68 anni, di Desert Springs, in California. Paul è la quinta persona al mondo ad essere andata in remissione dall'HIV e da un cancro del sangue dopo aver subito un trapianto di cellule staminali da donatore con una rara mutazione genetica. Il suo caso è stato descritto dall’équipe medica del City of Hope (centro oncologico di fama mondiale, in California) che lo ha curato, in un articolo sul New England Journal of Medicine.

"Anche se sapevo che la leucemia mieloide acuta poteva essere fatale, non ho mai creduto che non ce l’avrei fatta. Non mi sono mai arreso e non mi sono mai sentito senza speranza - ha dichiarato Paul -. Uno dei motivi principali per cui voglio raccontare la mia storia è portare un pò di speranza alle persone affette da HIV, e ricordare tutti coloro che abbiamo perso".

Paul e l'HIV

Paul riceve la diagnosi di AIDS (stadio clinico avanzato dell'infezione da HIV) nel 1988, periodo in cui i pazienti con HIV assumevano farmaci sperimentali spesso non funzionavano. A metà degli anni '90 poi è stata introdotta la terapia combinata con più farmaci antiretrovirali, nota come "cocktail dell’AIDS", che ha portato a notevoli miglioramenti nella cura delle persone con HIV. Grazie a questa cura (che sopprime la replicazione di virus riducendo la carica virale a livelli non più rilevabili in laboratorio), iniziata nel 1997, Paul riesce a convivere per di 30 anni con l’infezione. Tuttavia, la terapia non guarisce dall'infezione (il DNA del virus resta nelle cellule immunitarie del sangue), ma permette solo di tenere la malattia sotto controllo.

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La diagnosi di cancro

Nell'agosto 2018 arriva una nuova batosta per Paul: i medici gli diagnosticano la sindrome mielodisplastica, che presto si trasforma in leucemia mieloide acuta, un cancro del sangue potenzialmente letale. Non è raro nei pazienti più anziani affetti da HIV, che hanno avuto un sistema immunitario debole per così tanti anni, sviluppare la leucemia e altri tumori del sangue. I medici del City of Hope decidono così di sottoporlo a un trapianto di cellule staminali da donatore (considerata oggi la terapia più efficace contro la leucemia mieloide acuta). Tuttavia, nei pazienti sottoposti a trapianto, il cancro deve andare prima in remissione (cioè deve scomparire per un certo periodo di tempo dopo il trattamento), e questo richiede un’intensa chemioterapia prima del trapianto. Ma somministrare la chemio a un paziente come Paul, che stava anche assumendo una terapia antiretrovirale per l’HIV, poteva essere rischioso in quando avrebbe indebolito il suo sistema immunitario. Così i medici decidono di sottoporlo a una chemioterapia a intensità ridotta, sviluppata dal loro centro di ricerca insieme ad altre istituzioni per i pazienti più anziani, come Paul, che potrebbero non essere in grado di tollerare una chemioterapia più intensa. 

Il trapianto di cellule staminali

Alla fine il 6 febbraio 2019, Paul, allora 63enne, viene sottoposto al trapianto di cellule staminali da donatore. Una procedura che consiste nella reinfusione di cellule staminali ematopoietiche (cellule non ancora completamente differenziate da cui hanno origine tutte le cellule del sangue e del sistema immunitario) di un donatore (il soggetto sano) in un ricevente (il soggetto malato) dopo che quest’ultimo è stato "condizionato", cioè preparato con la somministrazione di chemioterapia e/o radioterapia. Il trapianto allogenico viene infatti utilizzato come parte finale del trattamento per i tumori del sangue come la leucemia, il mieloma e il linfoma, che prevede radiazioni o chemioterapia per distruggere le cellule malate del sangue del paziente. 

In seguito al trapianto, le cellule staminali sane che formano il sangue, provenienti da un donatore sano con geni simili (ma non identici). vengono trapiantate nel paziente, dove possono iniziare a produrre cellule del sangue sane. "In questo caso - riferiscono i medici - le cellule staminali donate hanno comportato un ulteriore vantaggio: una mutazione genetica associata alla resistenza all’HIV-1".

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La mutazione genetica "CCR5 delta-3"

Le cellule staminali ricevute da Paul avevano infatti due copie di una rara mutazione genetica chiamata CCR5 delta-3, che rende le persone che ne sono affette resistenti alla maggior parte dei ceppi di infezione da HIV. "Quando ho saputo che avevano trovato un donatore con questa rara mutazione genetica, mi sono sentito come se avessi vinto alla lotteria", ha detto Paul. Solo l'1-2% della popolazione mondiale è infatti portatrice della mutazione.

CCR5 è un recettore sulle cellule immunitarie CD4+, utilizzato dall'HIV per entrare e attaccare il sistema immunitario. La mutazione CCR5 delta-3 blocca questo percorso, impedendo all’HIV di invadere le cellule e replicarsi. Il trapianto ha quindi sostituito completamente il midollo osseo e le cellule staminali del sangue di Paul con quelli del donatore. Dopo il trapianto, Paul non ha mostrato più segni né di leucemia mieloide acuta né di HIV.  25 mesi dopo, il 2 marzo 2021, ha anche sospeso la terapia antiretrovirale per l’HIV. "Sono molto grato a quella persona meravigliosa che ha mi donato quelle cellule staminali. Mi ha salvato la vita", ha detto Paul. "Questo caso - hanno concluso i medici - ha dimostrato che i pazienti più anziani sottoposti a HCT di condizionamento a intensità ridotta per il trattamento del cancro possono essere curati dall'infezione da HIV-1. Speriamo che anche altri pazienti trarranno beneficio da questo trattamento due per uno in futuro".

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