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Domenica, 28 Aprile 2024
Parkinson

Un paziente affetto da Parkinson torna a camminare grazie a un impianto rivoluzionario

Si basa su un sistema di stimolazione elettrica del midollo spinale che aiuta i pazienti affetti da Parkinson grave a riacquisire il controllo del movimento delle gambe

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa che causa la perdita progressiva dei neuroni legati alla funzione motoria. Si manifesta solitamente con sintomi quali tremore, movimento lento, rigidità muscolare e disturbi motori, e colpisce nel mondo 5 milioni di persone (400 mila solo in Italia). La diagnosi avviene solitamente quando il processo neutodegenerativo è in corso già da diversi anni, e cioè quando circa il 50-70% dei neuroni legati alla funzione motoria sono stati colpiti con un danno irreversibile. Ad oggi, purtroppo, non esiste ancora una cura ma solo trattamenti che possono controllarne i sintomi.

Una nuova speranza per alleviare i sintomi di questi pazienti arriva da un impianto rivoluzionario che, stimolando i nervi della colonna vertebrale, sembra in grado restituire la capacità di camminare ai pazienti con Parkinson in stadio avanzato. L’impianto è stato testato con successo sul primo paziente (Marc Gauthier), e messo a punto da un gruppo di ricercatori della Scuola politecnica federale di Losanna (Svizzera), l'Ospedale e l'Università della città, l'Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica di Francia e l'Università di Bordeaux (Francia). Marc Gauthier, 63 anni, originario di Bordeaux, era spesso costretto a casa e cadeva diverse volte al giorno: ora può camminare per chilometri senza problemi. "Grazie a questo impianto - ha affermato il paziente - ho avuto una seconda possibilità di vita". "Il trattamento non è una cura - sottolineano i ricercatori -, tuttavia può ancora restituire un pò di qualità di vita”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Medicine.

La testimonianza di Marc

A Gauthier è stato diagnosticato il morbo di Parkinson quando aveva 36 anni. Il paziente è stato prima trattato con una terapia sostitutiva della dopamina (i livelli ridotti di dopamina nei pazienti con Parkinson sono dovuti alla degenerazione di alcuni tipi di neuroni) e, successivamente, nel 2004 con la stimolazione cerebrale profonda (un trattamento chirurgico volto a ridurre i sintomi motori debilitanti, la distonia e il tremore). Tuttavia, con il progredire della malattia, ha sviluppato gravi disturbi della deambulazione che non rispondevano più a nessuna delle due terapie. Il suo corpo si irrigidiva spesso, e cadeva in media circa quattro volte al giorno. Poi, due anni fa, Marc è stato invitato a partecipare a un nuovo studio per testare la neuroprotesi sperimentale del midollo spinale.

Con il trattamento tutto è cambiato: l’impianto sembra aver fermato il "congelamento" o l'arresto improvviso contro cui Marc e molti pazienti affetti da Parkinson lottano ogni giorno, la sua andatura sembra essere tornata quasi normale. "Ora entrare in ascensore è molto più semplice - ha affermato Marco -. Per me, prima, era impossibile. Adesso non ho problemi. La stimolazione, che accendo la mattina e spengo la sera, mi permette di camminare meglio e di stabilizzarmi. Adesso non ho più nemmeno paura delle scale. Tutte le domeniche vado al lago, e cammino per circa 6 km. È incredibile".

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Come funziona l’impianto

L’impianto, costituito da una serie di elettrodi, è stato impiantato nella regione lombare del midollo spinale di Marc, quella deputata alla deambulazione (cioè che invia messaggi ai muscoli delle gambe). Gli elettrodi, collegati a un piccolo generatore di impulsi con la propria alimentazione, impiantato sotto la pelle dell'addome, colpiscono con la stimolazione elettrica 6 punti "strategici" del midollo. Il cervello di Marc dà le istruzioni e l'impianto epidurale invia segnali elettrici alle gambe per farle muovere in maniera più fluida. In questo modo allevia i disturbi dell'andatura e i problemi di equilibrio. "La connessione tra l'elettrodo e lo stimolatore - ha detto il neurochirurgo Jocelyn Bloch, autore dello studio - è sotto la pelle. Tutto è nascosto e l’apparecchio si controlla con un telecomando".

Dopo l'intervento chirurgico per impiantare il dispositivo, eseguito presso l'Ospedale Universitario di Losanna, Marc ha fatto alcune settimane di riabilitazione per apprenderne il suo funzionamento, e riacquistato in poco tempo la capacità di camminare autonomamente. Marc ha anche la possibilità di indossare sensori sulle gambe per ricevere una maggiore stimolazione: i segnali provenienti dai sensori indossabili possono aiutare a sincronizzare la stimolazione elettrica epidurale con i movimenti e a rinforzare i movimenti. "Nel complesso - hanno affermato i ricercatori - la neuroprotesi, basata sulla stimolazione elettrica epidurale, ha contribuito a promuovere passi più lunghi, migliorare l’equilibrio e ridurre il congelamento dell’andatura".

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Una tecnologia già utilizzata per trattare le lesioni spinali

La stimolazione elettrica del midollo spinale già ha dato ottimi risultati in pazienti con paralisi agli arti inferiori causata da una lesione spinale, e che, grazie a questa tecnica, hanno recuperato la capacità di camminare. Questa è stata la prima volta che viene utilizzata per aiutare i movimenti dei pazienti con malattia di Parkinson. "È impressionante - ha affermato Eduardo Martin Moraud, un esperto di NeuroRestore, centro di ricerca che ha realizzato l'impianto inizialmente testato sugli animali - vedere come, stimolando elettricamente il midollo spinale in modo mirato, così come abbiamo fatto con i pazienti paraplegici, possiamo correggere anche i disturbi della deambulazione causati dal morbo di Parkinson".

"Marc è stato un pioniere in questo campo. È stato molto coraggioso ad essere il primo - ha concluso -. E noi siamo stati estremamente felici di vedere come una tecnologia simile possa portare così tanti benefici a qualcuno".

Prossimi passi

Sebbene il team sia molto entusiasta dei risultati ottenuti, ha anche sottolineato che è necessario un ulteriore lavoro per dimostrate che questo impianto possa realmente aiutare anche altri pazienti affetti da Parkinson. "L'impianto è stato testato sino ad ora su un solo paziente - ha affermato il professor Grégoire Courtine, uno dei membri del team -, non sappiamo se tutte le persone affette da Parkinson risponderanno alla terapia allo stesso modo". Pertanto, il team ha in programma di testare il dispositivo su altri sei pazienti affetti da Parkinson, utilizzando i finanziamenti della Michael J. Fox Foundation.

L’impianto non cura la malattia

L’impianto non cura la malattia ma è un trattamento che migliora i disturbi dell'andatura e dell'equilibrio nei pazienti con Parkinson avanzato. I ricercatori, infatti, nonostante i progressi di Marc, si aspettano che la malattia continui a progredire. "Si tratta di una procedura piuttosto invasiva - ha affermato David Dexter, Direttore della Ricerca britannica sul Parkinson - ma potrebbe essere una tecnologia rivoluzionaria per aiutare a ripristinare il movimento nelle persone con Parkinson avanzato, dove i farmaci non funzionano più bene".

"La ricerca è ancora in una fase molto iniziale e richiede molto più sviluppo e test prima di poter essere resa disponibile alle persone con Parkinson. Tuttavia - ha concluso Dexter -, questo è un passo avanti significativo ed entusiasmante, e speriamo che questa ricerca progredisca rapidamente".

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