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Venerdì, 26 Aprile 2024
Infezioni da Streptococco

Streptococco nei bambini: rischiamo una nuova epidemia?

"In Italia, per fortuna, non abbiamo dati così drammatici, per cui la corsa all’accaparramento di farmaci o tamponi è inutile. Un altro dato rassicurante è che, al momento, non sono stati individuati nuovi ceppi del batterio né resistenze particolari agli antibiotici". L'intervista a Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso del Santobono di Napoli

Tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 è stato registrato in tutta Europa un aumento ‘anomalo’ dei casi di scarlattina e di altre infezioni da streptococco Gruppo A tra i bambini sotto i 10 anni. Secondo quanto riferito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sono in aumento sia le forme "lievi" di infezione (scarlattina, tonsilliti, infezioni della pelle), sia quelle "invasive", molto più aggressive, che possono portare anche a complicanze gravi. Un aumento delle infezioni è stato registrato anche in Italia, dove, nelle ultime settimane, le farmacie sono state prese d’assalto (soprattutto a Roma) per la richiesta di tamponi e antibiotici generando una vera e propria psicosi.

Ma cosa sono gli streptococchi? Sono batteri di forma sferica (cocchi) presenti nelle mucose orale e faringea (ma anche intestinale e vaginale), solitamente innocui, sebbene alcuni ceppi siano dotati di un potenziale patogeno e, attaccando l'ospite, possono causare malattia. Gli streptococchi di Gruppo A e B sono ad esempio responsabili di numerose infezioni della gola (come faringite e tosillite), malattie come la scarlattina e le polmoniti, e infezioni della pelle, che possono determinare gravi complicanze. Ma quando l'infezione diventa pericolosa? E soprattutto, dato l'aumento 'anomalo' di infezioni, rischiamo una nuova epidemia? Ne abbiamo parlato con il dott. Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

Dott. Tipo, cosa sta succedendo? Perchè questo aumento di infezioni da Streptococco A?

"Stiamo assistendo ad una imprevista ondata di casi conclamati da infezione da Streptococco A con un incremento di circa il 20% rispetto al 2022. E’ una condizione che, di solito, interessa i bambini nell’età scolare ed è caratteristica dell’inverno o dell’inizio primavera. Tuttavia, la concomitanza della circolazione di virus influenzali e respiratori sembra aver favorito il propagarsi dell’infezione streptococcica in un periodo diverso. I dati che sono stati divulgati dall’OMS e dal Centro Europeo per il Controllo e la Prevenzione delle Infezioni evidenziano una relazione, in alcuni Paesi del nord Europa, tra notifiche di infezioni streptococciche e aumento di complicanze gravi nei bambini di quelle aree geografiche. In Italia, per fortuna, non abbiamo dati così drammatici per cui la corsa all’accaparramento di farmaci o tamponi è inutile. Un altro dato rassicurante è che, al momento, non sono stati individuati nuovi ceppi del batterio né resistenze particolari agli antibiotici. Voglio, inoltre, rassicurare i genitori sul fatto che ogni pediatra sa perfettamente riconoscere i segni clinici di sospetto ed indirizzare, in modo mirato, alla esecuzione di test e opportune terapie. Pertanto il punto di riferimento deve essere sempre e comunque il pediatra di famiglia".

Quanto ha influito la pandemia su questo aumento?

“Le restrizioni adottate per l’infezione da Covid-19 hanno ridotto significativamente le interazioni sociali, e al contempo favorito la consuetudine di interventi in grado di evitare la diffusione dei contagi (igiene delle mani, uso della mascherina). Queste misure hanno contribuito a mantenere bassa la diffusione di molte infezioni pediatriche, virali e batteriche, durante la pandemia. Tuttavia, questo ha portato a una ridotta stimolazione immunitaria (a causa del minore contatto e quindi trasmissione degli agenti microbici) determinando un calo generale della immunità individuale e di gruppo. Per questo stesso motivo abbiamo riscontrato che tutte le forme virali di quest’anno sono risultate, in generale, mediamente più aggressive".

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Come si riconosce l’infezione da streptococco, e in che modo si trasmette?

"Generalmente lo Streptococco causa infezioni abbastanza banali che si localizzano al faringe o alla cute. Si risolvono con una terapia antibiotica della durata di pochi giorni e non danno esiti a distanza. La trasmissione avviene, naturalmente, per contatto interumano attraverso le goccioline di saliva. Motivo per cui si diffonde in ambienti affollati come gli asili o le scuole. Si può essere contagiosi 24 ore prima dell’inizio dei sintomi e non si è più contagiosi dopo 24-48 ore dall’inizio della terapia antibiotica".

L’infezione colpisce solitamente le vie aeree superiori. Quando può interessare anche altri organi?

"Lo Streptococco può causare, anche se molto raramente, una malattia cosiddetta "invasiva". Nel senso che, attraverso la diffusione nel sangue, l’infezione può diventare particolarmente grave determinando uno stato di shock o disseminandosi in organi e tessuti. Questi casi, ripeto, sono rari e spesso associati ad immunodeficienze o a condizioni di comorbidità preesistenti. Necessitano di trattamento ospedaliero immediato ed intensivo".

Quali complicazioni può causare lo streptococco?

"Le più comuni complicanze, spesso tardive e conseguenti alla infezione acuta, cono la malattia reumatica e la glomerulonefrite. Queste sono malattie infiammatorie che si sviluppano dopo 2-3 settimane dall’episodio febbrile e che possono interessare articolazioni, valvole cardiache, reni. Se precocemente individuate e curate hanno una prognosi buona. Una particolare attenzione la stiamo riservando ad alcuni disturbi neurologici, soprattutto ossessivo-motori, che abbiamo osservato in relazione a pregresse infezioni streptococciche. Questo gruppo di disturbi, già noti sotto l'acronimo PANDAS, si stanno presentando con un’incidenza superiore a quella che eravamo abituati a vedere negli anni scorsi e saranno oggetto di studi multispecialistici, al fine di capirne l’effettiva relazione causale con questo tipo di infezione".

Quando è necessario il ricovero ospedaliero?

"Quasi mai, in caso di scarlattina o tonsillite, è necessario il ricovero ospedaliero. Sicuramente è obbligatorio in tutte quelle forme gravi che ho descritto come "invasive". Nelle complicanze tardive è anche utile il ricovero per l’inquadramento diagnostico, dove è spesso necessario il consulto con specialisti d’organo, ed il monitoraggio delle terapie".

Come si cura l’infezione?

"La cura dell’infezione acuta è banale: basta un antibiotico che il pediatra prescriverà nei casi necessari. Nel sospetto è utile il tampone faringeo che non va mai ripetuto al termine della terapia soprattutto se c’è stata la attesa risposta clinica. Ribadisco che bisogna curare "l’infezione da Streptococco" e mai "il tampone positivo" se non accompagnato da sintomi".

Come prevenire il contagio tra i più piccoli?

“Le regole per la prevenzione dei contagi sono sempre le stesse. Evitare di mandare a scuola i bambini con febbre e/o mal di gola, segnalare alla classe se si ha un figlio con infezione da Streptococco o scarlattina. Di contro insegnare ai bambini a non scambiarsi giocattoli, bicchieri, posate e di lavarsi sempre bene le mani soprattutto prima di toccare cibi da portare alla bocca".

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