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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervista

Virus sinciziale, torna l'allarme: quali sono i sintomi e cosa aspettarci

L’epidemia stagionale da virus sinciziale respiratorio è appena cominciata. "Il picco tra novembre e dicembre" spiega a Today.it il pediatra Fabio Midulla che spiega cosa aspettarci dall'epidemia di quest'anno

Qualche giorno fa è stato isolato a Roma il primo caso autoctono di virus sinciziale respiratorio in un bambino di tre mesi ricoverato al Policlinico Umberto I. Nei giorni precedenti un altro caso di Vrs era stato confermato in una bimba proveniente dalla Danimarca, ricoverata anche lei all'Umberto I, e già dimessa. L’epidemia stagionale da virus sinciziale respiratorio è appena cominciata. Ad averlo annunciato Fabio Midulla, presidente della società italiana malattie respiratorie infantili (Simri).

"Il virus respiratorio sinciziale - spiega a Today il professore Midulla - è un virus respiratorio a RNA, come il Coronavirus, che infetta l'apparato respiratorio di pazienti di qualsiasi età, ma colpisce in maniera più grave i più piccoli. Nei bambini sotto l’anno di età può causare la bronchiolite (un’infezione virale dei bronchioli, la parte terminale delle vie respiratorie), la causa principale di ricovero in ospedale dei bambini in questa fascia d’età. Nei soggetti over75 e comorbidità, può invece essere causa di malattie respiratorie insidiose come l’influenza, mentre in altre età può scatenare altri tipi di malattie". Insieme al Presidente della Simri cerchiamo di capire quali sono i campanelli d’allarme cui prestare attenzione, e come ci aspetta nei prossimi mesi.

Professor Midulla, come riconoscere i sintomi della bronchiolite nei più piccoli?

"La bronchiolite è una malattia respiratoria. I bambini che ne vengono colpiti non riescono a respirare e spesso vengono ricoverati in ospedale perché hanno bisogno di ossigeno. La malattia inizia con una banale forma respiratoria, quindi con tosse, raffreddore, secrezione nasale, poi, intorno al terzo/quinto giorno, inizia un distress respiratorio (una difficoltà respiratoria). Nel bambino con bronchiolite osserviamo segni tipici che noi chiamiamo "rientramenti" al torace poiché il piccolo paziente utilizza i muscoli accessori per far entrare e uscire più facilmente l’aria. In poche parole si sforza. Oltre ad avere problemi respiratori, manifesta anche difficoltà ad alimentarsi. Se ha problemi respiratori un bambino piccolo che beve dal biberon o si attacca al seno materno non riuscirà a farlo. I bambini che arrivano in ospedale, infatti, oltre ad avere bisogno dell’ossigeno, hanno spesso la necessità anche di flebo per essere reidratarli".

Quindi è una malattia che porta quasi sempre al ricovero in ospedale?

"Non sempre, ma spesso. Sul 100% dei bambini che hanno la bronchiolite, il 3 o 4% arrivano in ospedale".

Quali sono le possibili complicanze della bronchiolite?

“Molti dati dimostrano un’associazione tra infezione da virus respiratorio sinciziale nei primi mesi di vita e la comparsa di asma. Quindi una conseguenza a lungo termine".

Quali raccomandazioni per i genitori?

"Il consiglio è intanto di fare prevenzione. Quindi evitare il contatto con le persone malate e coi fratellini che vanno all’asilo e sono raffreddati, indossare la mascherina se si è raffreddati, lavarsi le mani prima di toccare il bambino. Tutte cose che già abbiamo imparato a fare durante il Covid. Poi, se il bambino viene allattato al seno, è importante incentivare l’allattamento materno, e, infine, evitare il fumo passivo".

Quali sono le vie di trasmissione del virus?

"Come il Covid, il virus respiratorio sinciziale si trasmette prevalentemente attraverso il contatto con le secrezioni del naso e la saliva. Quindi attraverso le mani sporche, perché magari abbiamo toccato il naso o la bocca, possiamo trasportiamo il virus al bambino".

Il Vrs è un diventato più aggressivo con il Covid?

"Il Vrs è un virus identificato la prima volta nel 1956, e causa periodicamente ogni anno un’epidemia di bronchioliti nel periodo autunno-inverno, cioè quando comincia a fare freddo, piove ed è umido. Circola parallelamente all’influenza. Cosa ha fatto il Covid? Ha modificato un pò la sua epidemiologia. Dopo il lockdown, con la riapertura delle scuole ci sono state due epidemie molto importanti del virus respiratorio sinciziale, con bambini molto gravi, e un picco epidemico che invece di cominciare a novembre si è anticipato a settembre. Adesso stiamo ritornando alla normalità. Non sappiamo se con il lockdown il virus è diventato un pò più aggressivo o è mutato, oppure se i bambini vissuti durante il Covid si sono difesi meno bene perché hanno allenato meno la loro immunità poiché, in quel periodo, non sono entrati in contatto con le infezioni. Altra cosa importante è che i bambini che sono nati da mamme gravide durante il Covid non hanno ricevuto da loro gli anticorpi contro il virus sinciziale perché non si sono ammalate".

Come si cura la bronchiolite?

"Purtroppo non esiste nessun farmaco che possa curare la bronchiolite. La bronchiolite si cura con continui lavaggi nasali con soluzione salina e aspirazione delle secrezioni nasali per tenere pulito il naso. Poiché i bambini sotto l’anno d’età respirano solo col naso, lo devono avere sempre libero, specialmente prima di alimentarsi. Se hanno difficoltà a mangiare si danno dei pasti più piccoli ma più frequenti, e se hanno bisogno di ossigeno, devono essere portati necessariamente in ospedale. In futuro saranno disponibili vaccini e anticorpi monoclonali. Negli Usa sono stati già approvati tre vaccini, due per gli adulti sopra i 65 anni, e uno per le donne in gravidanza all’ultimo trimestre. Inoltre, tra non molto arriverà in commercio un anticorpo monoclonale contro il virus sinciziale che pare sia molto efficace". 

In alcuni Paesi UE questo anticorpo è già disponibile. Perché in Italia ancora no?

"Sì è già disponibile in Germania, in Inghilterra, Francia e Spagna. In Italia è stato approvato dall’AIFA, quindi rientra nei farmaci che si possono utilizzare, ma non c’è ancora un accordo sul prezzo. Sarà disponibile a breve. Molto probabilmente l’anno prossimo le Regioni potranno decidere autonomamente se prescriverlo o no. Con il nuovo anticorpo monoclonale si riusciranno ad evitare complicanze come la comparsa di asma in molti bambini".

Come funziona?

"Si somministra con un’unica iniezione, in questo modo il bambino sarà protetto per 5 mesi, quindi per la stagione a rischio. Dovrebbe essere somministrato nei bambini che nascono durante il periodo epidemico, in quelli che nascono subito prima, e nei bambini che hanno già 5/6 e 7 mesi prima dell’inizio dell’epidemia stagionale".

Agisce quindi come un vaccino?

"Esistono due tipi di vaccini: quello che stimola l’immunità attiva, quindi la produzione di anticorpi contro quel virus da parte dell’organismo (in questa categoria rientrano quasi tutti i vaccini che conosciamo, come quello per l’influenza o la pertosse), e quello che stimola l’immunità passiva. In quest’ultimo caso il vaccino contiene già gli anticorpi contro quel virus: non è l’organismo a produrli ma il vaccino a trasferirli tramite iniezione. In quest’ultima categoria rientrano gli anticorpi monoclonali come quello contro il virus respiratorio sinciziale". 

Cosa ci aspetta nei prossimi mesi?

"Vedendo quel che è successo in Australia, ci aspettiamo un picco leggermente posticipato rispetto all’anno scorso, che dovrebbe verificarsi tra novembre e dicembre, e tanti casi ma non gravissimi come l’anno passato".

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