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Sabato, 27 Aprile 2024
Città Napoli

Panico in ospedale, infermiera minacciata di morte e pronto soccorso evacuato

A scatenare il caos, secondo il racconto del personale, i genitori di un ragazzino di dodici anni non contenti delle cure prestate al figlio. il primario: "Sanitari pronti a lasciare perché non si sente tutelato"

Panico nella serata di ieri, 14 novembre, al pronto soccorso dell'ospedale Santobono di Napoli. Un'infermiera è stata minacciata di morte dai genitori di un ragazzino e si è scatenato il caos, tanto da richiedere l'intervento della polizia e l'evacuazione della struttura.

L'episodio è stato reso noto da "Nessuno Tocchi Ippocrate" che riporta la testimonianza di un'infermiera. Secondo il suo racconto un'infermiera di turno al triage ha preso in carico un ragazzino di 12 anni arrivato al pronto soccorso lamentando dolore toracico e tachicardia, "Dopo aver registrato il ragazzo e aver valutato tutti i parametri vitali, palpato e ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega somministra al ragazzo Ibuprofene per via orale per alleviare il dolore, informando il genitore sul tipo di medicinale somministrato. A dire dei genitori l’incolumità del figlio era stata compromessa in quanto la collega non aveva chiesto loro se il figlio fosse soggetto asmatico. Preciso che tale informazione non è incidente sulla somministrazione dell’ibuprofene", racconta la collega.

I genitori del ragazzino avrebbero poi iniziato a inveire contro l'infermiera "minacciata fisicamente prima con un estintore e successivamente con una bombola per l’ossigeno. È stata minacciata di morte e la stessa madre del ragazzo ha dichiarato di essere intenzionata a spararle con una delle pistole della polizia", spiega ancora la collega.

Urla e minacce sono continuate anche all’interno dei box di Pediatria "interrompendo il servizio di sanità pubblica per più di 2 ore. Medici ed infermieri sono stati costretti a evacuare le sale d’attesa per salvaguardare l’incolumità dei genitori e dei loro piccoli molto spaventati dalle urla e dalle minacce".

"Questo  la denuncia dell'infermiera - è quanto ogni giorno siamo costretti a vivere quando inizia il nostro turno di lavoro. Siamo costretti a vivere tutto questo perché in Campania esiste un unico ospedale pediatrico, la maggior parte degli accessi sono inappropriati e questo perché i pediatri di famiglia sono carenti. Svolgiamo il nostro lavoro con dedizione e amore, cerchiamo di essere sempre professionali e di immedesimarci nello stato d’animo dei genitori che giungono da noi ma in questi casi è davvero difficile farlo".

Di  "atti non più tollerabili" parla il primario del Pronto soccorso del Santobono Vincenzo Tipo, che a "Nessuno Tocchi Ippocrate"  spiega "Personale formato per assistere casi gravi che è pronto a lasciare perché non si sente tranquillo e sicuro sul posto di lavoro. E questo è uno dei motivi della fuga di personale dai pronto soccorso che rischieranno, in breve tempo, di non riuscire più a dare assistenza. La situazione è talmente grave che ci vuole una presa di coscienza da parte di tutte le istituzioni per cercare di porre un rimedio prima che si arrivi al “punto di non ritorno".

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