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Sabato, 27 Aprile 2024
Città Roma

Il ragazzino di 11 anni picchiato a sangue nel bagno della scuola

Ha subito la rottura di una costola e una contusione polmonare. Succede in provincia di Roma. A denunciare l'accaduto ai carabinieri è stata la madre

A Pisoniano, minuscolo paese in provincia di Roma, un ragazzino di 11 anni è stato provocato e picchiato da un branco di cinque compagni di scuola nei bagni di un istituto comprensivo. In seguito la pestaggio, avvenuto giovedì scorso, l'11enne è stato trasportato in ospedale con una costola rotta. È stata la madre della vittima, una cittadina romena di 44 anni, a denunciare l’accaduto ai carabinieri. 

Secondo il racconto della donna, il bimbo - che frequenta la prima media - sarebbe stato accerchiato da cinque ragazzi che lo avrebbero prima provocato e poi colpito con calci pugni lasciandolo ferito in terra. 

Affidato alle cure del personale del 118 il ragazzino è stato trasportato all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli con una costola rotta ed una contusione polmonare. Acquisiti i primi elementi sull’aggressione, sul caso stanno indagando i carabinieri delle stazioni di San Vito e Gerano, assieme ai militari della Compagnia di Subiaco. 

Pisoniano, bimbo di 11 anni picchiato a scuola. "I controlli non bastano"

L'agggressione ha scosso la piccola comunità di Pisoniano - solo 700 abitanti - dove il bambino vive assieme ai genitori. Dura la denuncia dei Sindaci dei Comuni della Valle del Giovenzano, che comprende oltre a Pisoniano, i Comuni di Cerreto Laziale, Ciciliano, Gerano, Sambuci e Saracinesca: 

"Apprendiamo con profondo dispiacere e con grande preoccupazione di un brutto episodio di bullismo accaduto giovedì scorso presso la scuola di Sassa, sfociato in un gesto di aggressione, che ha visto coinvolti alcuni alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado. In attesa degli esiti dei dovuti e ulteriori accertamenti sull’accaduto, tuttora in corso, esprimiamo intanto la nostra vicinanza al ragazzo vittima della violenza e alla sua famiglia. Il nostro augurio è che il giovane si rimetta presto e che, con l’aiuto di tutta la comunità allargata che gravita attorno alla scuola, possa ritornare a vivere, con fiducia e serenità, il rapporto con il prossimo".

Una lunga nota nel quale i sindaci scrivono che "i controlli sono oltremodo necessari ma, se si affrontasse la questione riducendola in questi termini, si finirebbe con il prendere decisioni non risolutive" col risultato di demandare "colpe e oneri solo sugli operatori della scuola. La questione, al di là del singolo episodio, riguarda, a nostro avviso, un progetto educativo che deve coinvolgere tutti gli adulti del nostro territorio che, come genitori, zii e nonni, devono sentirsi in dovere di far assumere apertamente ai minori le loro responsabilità senza difenderli sempre e a ogni costo. Troppo spesso si è inclini verso l’erronea e deleterea convinzione che amare significhi difendere a prescindere lavando in casa i propri panni".

I sindaci spiegano di aborrire "con forza il linciaggio dei colpevoli" ma di pretendere "che gli adulti svolgano il proprio dovere sociale di educatori nel senso ora descritto. Solo attraverso l’assunzione delle proprie responsabilità si potranno gettare le basi per un effettivo cambiamento nei comportamenti". 
 

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