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Martedì, 30 Aprile 2024
Il processo / Milano

"Alessia Pifferi come una bimba di 7 anni", la difesa punta su una perizia per evitare l'ergastolo

La donna è in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato per avere lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. Cosa dicono i medici e cosa può succedere

Alessia Pifferi, la giovane mamma accusata di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi ha un "gravissimo ritardo mentale" pari a un quoziente intellettivo di "una bimba di 7 anni". Lo ha spiegato Alessia Pontenani, legale della donna, in base ai risultati degli ultimi accertamenti medici svolti nel carcere di San Vittore e della consulenza di parte, al termine dell'udienza di oggi. "Hanno messo una bambina in mano a una bambina", l'immagine usata per spiegare lo stato mentale di Alessia Pifferi

La difesa, basandosi proprio sulla documentazione medica, ha chiesto alla Corte di assise di Milano di disporre una perizia sulla capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi. La Procura con la pm Rosaria Stagnaro, co-titolare del processo con il collega Francesco De Tommasi, ha invece chiesto ai giudici, presieduti da Ilio Mannucci Pacini, di non acquisire la relazione del carcere e di rigettare la richiesta di perizia. La Corte si è riservata di disporre gli accertamenti sull'eventuale vizio di mente all'esito dell'istruttoria dibattimentale.

Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, oltre a quelle di aver ucciso la figlia e dei motivi futili e abietti. Rischia l'ergastolo.  Nel mese di luglio 2022 ha lasciato la figlia Diana sola a casa, con le finestre sigillate, per sei giorni. Mentre la bimba moriva di stenti, la donna era con il compagno (ignaro di tutto). Quella di Diana è stata, secondo il parere degli esperti, una lunga agonia. L'autopsia, già depositata nella relazione definitiva, dice che Diana è morta per una gravissima e prolungata disidratazione, aggravata dalle temperature altissime di luglio. Nello stomaco della neonata sono stati trovati pezzetti del suo stesso pannolino. 

La piccola, scrivono i pm nell'imputazione, "venne lasciata priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa, senza peraltro generi alimentari sufficienti e in condizioni di palese ed evidente pericolo per la sua vita, pure legate alle alte temperature del periodo".

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