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Venerdì, 26 Aprile 2024
CRONACA

Elena Ceste, arrestato il marito Michele Buoninconti

Era l'unico indagato. L'autopsia non chiarisce i dubbi sulla morte: non risultano ferite da arma da fuoco o da taglio e nemmeno fratture. Le cartilagini del collo mancano e quindi non si può stabilire se la donna sia stata soffocata o strangolata

ROMA - Era l'unico indagato, con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste - la donna trovata senza vita il 18 ottobre 2014 in un canale in provincia di Asti - è stato arrestato stamattina.

LA RICOSTRUZIONE - Buoninconti è stato arrestato per omicidio volontario premeditato su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. La donna era sparita la mattina del 24 gennaio 2014 dalla propria abitazione di Costigliole d'Asti, dove viveva con il marito, che fa il vigile del fuoco, e i loro quattro figli piccoli. Il 18 ottobre, a nove mesi dalla scomparsa, era stato il suo corpo in un canale di scolo nelle campagne vicino alla casa della donna.

Il marito di Elena, Michele Buoninconti, viene indagato il 24 ottobre: il suo racconto aveva presentato delle incongruenze fin dal primo momento. Ha raccontato che alle otto del mattino del 24 gennaio 2014 lei gli aveva chiesto di accompagnare i bambini a scuola perché non si sentiva bene. Al rientro dell’uomo dopo circa un’ora, secondo la sua versione, Elena era già scomparsa lasciando in casa il cellulare, gli occhiali da vista di cui non poteva fare a meno e la giacca che solitamente indossava per uscire. Altro "strano" particolare: Michele dice di aver trovato i vestiti della moglie dietro il cancello di entrata, nel cortile di casa. Come se lei si fosse spogliata prima di andare via, ipotizza lui. 

L'AUTOPSIA - E intanto non ha prodotto certezze assolute l'autopsia sul corpo della donna. I risultati del lavoro di Franco Romanazzi, medico legale di Alba, sono stati consegnati ieri in procura. Non sarebbe però stato possibile accertare la causa del decesso, anche se alcuni elementi tenderebbero a rinforzare l'ipotesi che si sia trattato di una morte violenta. Non risultano, infatti, ferite da arma da fuoco o da taglio e nemmeno fratture. Le cartilagini del collo mancano e, quindi, non si può stabilire se la donna sia stata soffocata o strangolata.

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