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Lunedì, 29 Aprile 2024
Arresti / Reggio Calabria

Ragazza violentata dal branco: i parenti cercano di farla ritrattare e la invitano a suicidarsi

Ai domiciliari sono finiti il fratello e la sorella della ragazza abusata, assieme ai loro rispettivi compagni. Tutti i dettagli

Emerge uno scenario inquietante. Avrebbero tentato di persuadere una ragazza di violenza sessuale, loro familiare, a ritrattare la denuncia degli abusi subiti che aveva portato all'identificazione di 20 persone, alcuni anche minori, legati da vincoli di parentela a esponenti di vertice di cosche di 'ndrangheta. Racconta tutto ReggioToday.

Quattro persone, due donne e due uomini, sono stati arrestati (ai domiciliari) dagli agenti polizia di Palmi e Reggio Calabria per i reati di violenza o minaccia per costringere a commettere reato e intralcio alla giustizia. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Tribunale di Palmi.

Che cosa hanno scoperto?  L'attività investigativa che ha portato agli arresti di oggi è collegata all'operazione "Masnada" coordinata dalla Procura di Palmi e nell'ambito della quale, a novembre, la polizia di Stato ha arrestato tre "rampolli" di 'ndrangheta e il figlio di un amministratore locale. Erano stati, inoltre, individuati una ventina di soggetti, alcuni dei quali minorenni, che in qualche modo, stando alle indagini, avevano partecipato alle violenze sessuali di gruppo.

I familiari hanno cercato di farla ritrattare

Dopo il blitz del commissariato di Palmi eseguito nelle scorse settimane, contro i presunti componenti del branco, adesso l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta del procuratore Emanuele Crescenti, nei confronti dei familiari di una delle due vittime. Ai domiciliari sono finiti il fratello e la sorella della ragazza abusata dal branco, assieme ai loro rispettivi compagni.

Gli agenti hanno accertato vari e reiterati episodi di vessazione subìti dalla ragazza da parte dei propri familiari che, contrari alla sua scelta di denunciare, hanno costantemente tentato di ostacolarne la collaborazione con gli investigatori cercando di farle ritrattare quanto già dichiarato davanti all'autorità giudiziaria.

Sarebbe stata addirittura "invitata" a suicidarsi

La ragazza, secondo quanto emerso nelle indagini, sarebbe stata addirittura "invitata" a suicidarsi dai parenti, che le avrebbero pure disattivato la scheda telefonica del cellulare, simulandone uno smarrimento. Non è tutto: gli indagati, avrebbero anche tentato di costringerla a sottoporsi a visita psichiatrica, con l'intento di ottenere una certificazione medica attestante la non capacità di intendere e di volere, con l'obiettivo (non raggiunto) di rendere inattendibili le sue dichiarazioni. 

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