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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le carte dell'inchiesta

Pizzini e soprannomi: un lavoro da enigmisti per dare la caccia alla "borghesia mafiosa", ecco le carte segrete

Alcuni documenti incastrano l'architetto e il radiologo che hanno aiutato il capomafia Matteo Messina Denaro: in un'agenda dell'ospedale di Mazara del Vallo, il pizzino scritto dal boss

Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di un architetto e di un tecnico radiologo che avrebbero aiutato il boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza - il primo cedendogli la sua identità per anni e il secondo assicurandogli delle cure e consegnandogli anche un telefonino all'ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, dove il mafioso era stato operato a novembre del 2020 - ci sono anche alcuni documenti segreti, di cui PalermoToday è in possesso, che di fatto, secondo gli inquirenti, incastrano i due professionisti. Tra di essi anche il pizzino del capomafia da cui si evincerebbe l'acquisto di una macchina a Palermo nel 2014, da cui è partita tutta l'indagine.

Un paziente lavoro su documenti e appunti, ma anche sui tabulati telefonici, che - con intuizioni investigative e abili collegamenti - ha consentito di mettere insieme le tessere di un mosaico e di arrivare agli arresti. E - come hanno stigmatizzato gli inquirenti - vista l'omertà che nonostante la morte del boss a settembre dell'anno scorso ancora lo circonda, è così che molto probabilmente si dovrà continuare a operare per scoprire la vasta rete di protezione di cui ha goduto per quasi tre decenni.

L'appunto del boss da cui tutto è partito

L'indagine è nata da un pizzino ritrovato nell'ultimo covo di Messina Denaro, a Campobello di Mazara, dove si legge: "2014, spesi 22.000 - Margot 10.000+500". Gli inquirenti hanno dovuto fare gli enigmisti per scoprire che cosa si celasse dietro quel soprannome "Margot".

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