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Domenica, 28 Aprile 2024
Malasanità / Firenze

"Il bambino ha problemi psichici", invece è sordo. I medici devono risarcirlo

Oggi il paziente ha 20 anni, la diagnosi sbagliata è arrivata quando ne aveva solo uno. Per lungo tempo è stato curato per disturbi che non aveva. La storia di un calvario non ancora concluso

Un bimbo di un anno che ha difficoltà di linguaggio, i genitori che lo sottopongono a controlli dell'udito e i medici che diagnosticano un problema mentale non accorgendosi che in realtà ha una forma di sordità su cui è possibile intervenire. È la storia di un ragazzo toscano oggi 21enne e della sua famiglia. Hanno avuto giustizia dopo 20 anni di calvario. Il 2 gennaio 2024 hanno ottenuto dalla seconda sezione civile del tribunale di Firenze un risarcimento di 90.000 euro (20 dei quali destinati alla madre), a carico dei due centri che sbagliarono la valutazione.

Tutto ha inizio nel 2004. L'allora bambino ha un anno e su consiglio della pediatra viene sottoposto a una visita dell'udito. I medici del Centro di rieducazione ortofonica di Firenze e dell'ex Usl 11 di Empoli in tre diverse occasioni non si accorgono che è affetto da sordità. Riconducono i disturbi del linguaggio e una patologia di natura mentale. Dopo sei anni di diagnosi e terapie neuropsichiatriche sbagliate approda all'ospedale delle Scotte di Siena dove viene diagnosticata una "ipoacusia bilaterale" cioè sordità di entità medio grave.

Il bambino inizia le cure e parallelamente la famiglia inizia una lunga battaglia in tribunale. Oggi il paziente utilizza degli apparecchi acustici per riuscire a sentire, parla anche se con limitazioni, studia e pratica sport. Gli anni di cure sbagliate hanno però lasciato il segno, gli hanno sottratto un'infanzia normale e hanno ritardato l'integrazione. Nella sentenza di primo grado la giudice Susanna Zanda precisa che: "Il bambino presentava una difficoltà del linguaggio... che non venne indagato in modo completo con gli esami oggettivi collaudati da decenni...tra cui i 'potenziali evocati uditivi', cui provvide la struttura Universitaria Ospedaliera di Siena ben 6 anni dopo la prima visita, solo nel 2010".

"Soddisfatti per l'esito positivo della causa - dicono i legali della famiglia, gli avvocati Pietro Frisani e Chiara del Buono, - rimane l'amarezza per un giudizio che si è protratto, per il solo primo grado, per una inaccettabile durata di quasi 7 anni". 

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