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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Emergenza bullismo: più di sei giovani su dieci hanno subito violenze

L'indagine tra i ragazzi dai 14 e ai 26 anni. La percentuale sale al 70% se si considerano le risposte delle ragazze e all'83% tra chi si definisce "non binario". Come e dove agiscono i bulli

Più di sei giovani su dieci hanno subito atti di bullismo. Il dato è frutto di un'indagine dell'Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes con OneDay e la community di ScuolaZoo che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni. I risultati sono stati diffusi oggi 1° febbraio in vista del Safer Internet Day.

Chi sono le vittime dei bulli

I numeri sono quelli di una vera e propria emergenza: il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. La percentuale di chi ha subito una violenza, sia fisica sia psicologica, sale al 70% se si considerano le risposte delle ragazze e all'83% tra chi si definisce "non binario".

Bullismo "per femmine" e bullismo "per maschi"

Il tipo di violenza subita è diversa tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine (71% in generale e per le femmine). È un fenomeno più maschile il bullismo (maschi 68% e femmine 60%); al contrario, il cyberbullismo sembra colpire di più le ragazze (femmine 21% e maschi 16%). Tra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze ci sia il "catcalling", ovvero commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici, al 61% (per i maschi solo al 6%, in generale al 40%) e le molestie sessuali al 30% (al 7 per i maschi, 23% in generale). 

La situazione peggiora per chi si definisce "non binario": violenze psicologiche o verbali e bullismo (80%), catcalling (66%), molestie sessuali (36%), cyberbullismo (27%).

Bullismo e cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, prendono di mira soprattutto l'aspetto fisico (79%). A seguire l'orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l'origine etnica e geografica (10.5%), l'identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%). 

Sempre più giovani hanno attacchi d'ansia

Le conseguenze sui soggetti di queste violenze sono diverse e pesanti. La prima è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani. Il 47% degli intervistati dice di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico come prodotto di queste violenze tra pari e che il 45% segnali isolamento e allontanamento dai coetanei. Ma l'elenco degli effetti è lungo: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%). Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46.5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni (68%) e gli scherzi pesanti (63%).

Bullismo, i pericoli a scuola e sul web

Dopo la scuola (66%), il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime di violenza, indicato dal 39% delle risposte. Se si guardano le risposte delle ragazze, internet scende al terzo posto (36%) superato dalla strada (41%), arriva invece al quarto posto (36%) tra chi si definisce non binario, superato oltre che dalla strada anche dalla famiglia (entrambe al 44%). Il rischio maggiore in cui si può incorrere online, per il 56% dei ragazzi, è il cyberbullismo. Seguono il revenge porn (45%), il furto d'identità, la perdita della privacy (35%), l'adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l'alienazione dalla vita reale (25%), lo stalking (23%), la solitudine (9%) e il sentirsi emarginati (6%). Meno dell'1% ritiene invece che sul web non si corrano rischi. La percezione del web della Gen Z è, quindi, quella di un luogo pericoloso, su cui andrebbe esercitato un maggiore controllo. 

"Adottare delle regole stringenti che possano prevenire e limitare la violenza in rete è sempre più fondamentale. Oggi sono gli stessi ragazzi e ragazze a chiedercelo. Ed è nostro dovere ascoltarli, e continuare a dialogare con loro per aumentare la consapevolezza su questi aspetti, perché sono loro le prime vittime di linguaggi e atteggiamenti online sempre più violenti e sempre più pervasivi", afferma Paolo Ferrara, direttore generale Terre des Hommes Italia.

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