rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
CASO CUCCHI

Cucchi, aperta indagine sul perito che "spiegò" la morte

Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha aperto un'inchiesta come "atti relativi" sul perito del caso Cucchi, Paolo Arbarello. Ilaria Cucchi lo aveva accusato di aver pilotato la perizia

ROMA - Un'indagine senza ipotesi di reato e senza indagati. Non un'indagine sulla morte, ma su chi ha deciso - o quanto meno suggerito - a cosa quella morte fosse dovuta. La procura di Roma ha aperto un fascicolo, un'inchiesta come "atti relativi", sul perito Paolo Arbarello. L'ex direttore del dipartimento di medicina legale dell'università La Sapienza e consulente dei pm nel caso Cucchi, era stato accusato da Ilaria, sorella di Stefano, di aver redatto una perizia falsa sulla morte di Stefano Cucchi. E proprio su queste accuse, contenute in un esposto, il procuratore capo della capitale, Giuseppe Pignatone, ha deciso di aprire un fascicolo. Il procedimento sarà limitato esclusivamente agli episodi contenuti nella "denuncia" di Ilaria Cucchi, e dei suo genitori Rita e Giovanni. E, specificano dalla procura, non rappresenta affatto una riapertura delle indagini sulla morte di Stefano, il geometra romano trentunenne arrestato il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo al Sandro Pertini di Roma. 

"Ci sono lesioni che sono sospette. Ma noi non siamo in condizioni di dire se qualcuno gli ha sbattuto la testa contro il muro facendolo cadere o se invece ha fatto tutto da solo - ha replicato Arbarello, in un'intervista a Repubblica - In ogni caso, ripeto, non sono queste le cause del suo decesso". La morte di Cucchi, secondo il medico legale, che lo spiegò ai pm, è dovuta esclusivamente alla negligenza dei medici e non alla presunta violenza degli agenti penitenziari, denunciata in aula da un testimone - un detenuto in attesa del rito direttissimo - non giudicato credibile. 

Lo stesso Arbarello, oltre a replicare alle accuse, è passato al contro attacco. Il perito avrebbe infatti dato mandato al suo avvocato di procedere per diffamazione nei confronti dei familiari di Stefano Cucchi, che - ironia della sorte sottolineata da Ilaria Cucchi - potrebbero essere gli unici condannati per la morte del loro figlio o fratello. 

Una morte sulla quale, dopo due sentenze, restano ancora troppi vuoti e troppi bui. Per questo sabato, in piazza Indipendenza a Roma alle ore 17, Ilaria Cucchi, i genitori e semplici cittadini, metteranno in scena la manifestazione "Mille candele per Stefano Cucchi". "Per domani - ha chiarito la sorella di Stefano - chiedo a tutti di essere con me e la mia famiglia, ma senza alzare i toni, senza bandiere o striscioni, cori o imbrattamenti dei muri perché non vogliamo fornire alibi a nessuno, né che il nome e la memoria di Stefano Cucchi siano accostati alla violenza".

Il manifesto dell'iniziativa, "Iniziamo ad accendere una luce su quel buio", è stato disegnato da Zerocalcare. Sulla locandina i compaiono personaggi, disegnati con il suo inconfondibile stile, che portano in mano un cartello, con lo slogan che in questi giorni è rimbalzato su tutti i social network "Sappiamo chi è Stato". Al centro della locandina alcune citazioni di chi, a vario titolo, si è espresso sulla morte di Cucchi. "Il reato di tortura? Potrebbe demotivare le forze dell’ordine (A. Pansa)"; "Stefano Cucchi? Solo un denutrito (C. Giovanardi)"; "Non so cosa sia successo, ma di una cosa sono certo: del comportamento corretto dei carabinieri (I.La Russa)".

locandina cucchi-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cucchi, aperta indagine sul perito che "spiegò" la morte

Today è in caricamento