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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Pesaro e Urbino

Insultare il sindaco sui social può costare caro: 3.800 euro

Condannato per diffamazione un 50enne che diede del "codardo" al sindaco Matteo Ricci su Facebook, durante la prima ondata pandemica, 'accusandolo' di avere sottovalutato il pericolo. Attesa per le motivazioni della sentenza

Il giudice monocratico di Pesaro Andrea Piersantelli ha condannato ieri per diffamazione social A.C., 50 anni, di Pesaro, che insultò il sindaco Matteo Ricci su facebook, dandogli del "codardo" durante la prima ondata pandemica e 'accusandolo' di avere sottovalutato il pericolo. Ricci, coordinatore dei sindaci Pd, diede mandato all'ufficio legale del Comune di procedere, come ente, contro il 50enne ma anche nei confronti di tanti altri che sui social si scatenarono con apprezzamenti di varia natura contro di lui.

Il processo è finito con la sua condanna a 800 euro di multa e a 3.000 euro di risarcimento danni. Il pm aveva chiesto 2.000 euro di multa mentre la parte civile, ossia il Comune, aveva avanzato al richiesta di 30mila euro. L'imputato non era presente in aula. La pena è stata comunque sospesa.

"A Pesaro non è possibile esercitare il diritto di critica contro il sindaco" il commento della difesa, l'avv. Marco Garulli, che ha parlato di ricorrere in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza.  "Durante la prima fase del covid, l'odio social aveva oltrepassato il limite - ha detto invece Ricci -, creando un clima tremendo nel quale qualche cretino si era anche spinto a mandare a casa delle minacce di morte. Erano proprio i giorni in cui stava per uscire il mio ultimo libro 'Vincere l'odio'. Decidemmo quindi insieme ai miei collaboratori di iniziare a querelare. La giustizia ha fatto il suo corso e oggi c'è stato il processo per il primo imputato".

Andrà tutto in beneficenza. I 3.000 euro saranno devoluti a "un'iniziativa educativa o sociale ancora da stabilire". Tra le ipotesi una panchina arcobaleno contro l'omofobia, un corso nelle scuole contro l'odio social, un intervento per rendere più accessibili ai disabili alcuni spazi pubblici. "In questo caso, l'odio è stato vinto, che sia di monito ad altri perché continueremo ad essere intransigenti e rimaniamo in attesa degli altri processi" conclude Ricci, ricordando la "battaglia culturale che con grande forza sta portando avanti in prima fila Liliana Segre".

Il caso sta attirando molta attenzione mediatica, ma per averne un quadro chiaro e definito è doveroso aspettare la motivazione della sentenza: si dovrà attendere 90 giorni.

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