rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Scomparsa / Forlì-Cesena

Cristina Golinucci scomparsa nel nulla mentre andava a confessarsi: giallo infinito

Verso l'archiviazione. La madre non si arrenderà mai e spera ancora che sia possibile arrivare alla verità su cosa sia successo alla figlia in quel giorno d'estate del 1992 a Cesena. Aveva 21 anni

L'unica certezza in questa storia carica di ombre è che sua mamma, Marisa Degli Angeli, fondatrice dell'associazione Penelope in Emilia-Romagna, non si arrenderà mai e spera ancora che sia possibile arrivare alla verità su cosa sia successo alla figlia in quel giorno d'estate di tanti anni fa. Tra un mese, il 12 dicembre, è in programma l'udienza davanti al Gip del tribunale di Forlì Massimo De Paoli per discutere della richiesta di archiviazione per il caso di Cristina Golinucci, la giovane donna scomparsa nel nulla da Cesena, a 21 anni, il primo settembre del 1992. La giovane, catechista, aveva un appuntamento con il suo confessore al convento dei frati cappuccini: svanì nel nulla. 

Davanti al convento fu ritrovata solo la sua Fiat Cinquecento azzurra. La madre di Cristina, il giorno dopo, andò al convento per parlare con il sacerdote che le disse di non aver aspettato Cristina fuori dal portone e quindi di non aver visto nulla. Il 3 settembre i familiari di Cristina tornarono sul posto con un cane, nella speranza che li aiutasse a fiutare qualcosa; ma il religioso non li fece entrare. Del caso di Cristina non si parò più fino a quando, a fine maggio 1995, "Chi l'ha visto?", la popolare trasmissione di Rai3, trasmise la sconvolgente testimonianza di una giovane donna aggredita e stuprata, nel giugno precedente, in una zona non lontana dal punto dove è scomparsa Cristina.

Per quella violenza era stato arrestato un uomo, Emanuel Boke, immigrato dal Ghana, che, all'epoca della sparizione di Cristina, era ospite proprio del convento dei padri Cappuccini di Cesena, dove lavorava come muratore. Si sospettò dunque un possibile nesso fra la presenza del muratore e la scomparsa, si indagò a lungo, senza arrivare mai a nulla di concreto. Negli anni le indagini sono state aperte e chiuse svariate volte, senza mai arrivare all'identificazione di un responsabile per quello che accadde ormai trentuno anni fa.

La fissazione della data dell'udienza fa seguito alla richiesta della Procura forlivese a cui si è opposta la famiglia di Cristina, assistita dagli avvocati Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile. Le indagini erano state riaperte a inizio anno, dopo un nuovo dettagliato esposto dei familiari. Si sperava in una svolta. Ma il 3 ottobre, nonostante gli accertamenti di polizia e carabinieri compiuti "ad ampio raggio", nonostante l'acquisizione di una mole di atti e "gli sforzi profusi", la procuratrice capo Maria Teresa Cameli e la pm Laura Brunelli, avevano sottolineato che non era stato possibile arrivare all'identificazione degli autori del reato, considerato anche che "le lacune investigative pregresse sono difficilmente colmabili".

Non ci sono state novità rilevanti nemmeno sul tentativo di cercare collegamenti con il caso di Chiara Bolognesi, 18enne trovata morta nel fiume Savio il 7 ottobre sempre del 1992, venti giorni dopo essere scomparsa anche lei nel nulla. Le due ragazze non si conoscevano, ma avevano frequentato la stessa scuola a Cesena e gli stessi ambienti legati al volontariato e alla religione. Gialli insoluti.

Restano di rischiare un mistero anche le centinaia di telefonate anonime che arrivarono in quei giorni: la ricevette il parroco di Ronta (che però ne parlò solo anni dopo), secondo il quale uno sconosciuto gli telefonò per dirgli che di lì a poco avrebbero trovato il corpo di Chiara nel Savio e quello di Cristina nel Tevere a Roma, vicino a un convento di cappuccini dove si trovavano due frati che in precedenza erano stati a Cesena.

Segui Today anche sul nuovo canale WhatsApp

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cristina Golinucci scomparsa nel nulla mentre andava a confessarsi: giallo infinito

Today è in caricamento