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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le accuse / Ravenna

Medico morto a Ravenna, figlio e badante accusati di omicidio: avvelenato con farmaci

Il delitto sarebbe stato pianificato per motivi economici. Gli indagati si sono sempre detti estranei alla contestazione mossa

Danilo Molducci, noto medico di base del ravennate deceduto il 28 maggio 2021, non sarebbe morto a causa della sua malattia, sarebbe stato avvelenato con sovradosaggi di farmaci dal figlio e dalla badante. La procura di Ravenna ha notificato due avvisi di conclusione indagine per omicidio pluriaggravato al figlio Stefano e alla badante del defunto, una 52enne di origine romena. Secondo le indagini della polizia e della guardia di finanza, coordinate dal pm Angela Scorza, i due avrebbero avvelenato il 67enne usando in sovradosaggio due tipi di farmaci che il defunto assumeva.

Cosa è successo

A pianificare l’omicidio sarebbe stato il figlio, 40enne di Terra del Sole (Forlì-Cesena), in passato studente di medicina, ex segretario locale del Pd a Castrocaro ed esperto di trading. La badante, invece, sarebbe stata il braccio: avrebbe somministrato di nascosto i farmaci al 67enne allettato da tempo per pregresse patologie. Secondo la consulenza tossicologica disposta dalla Procura, riporta l’Ansa, nel sangue del defunto c'erano due tipi di benzodiazepine con concentrazioni tra tre e sette volte superiori a quelle medie post-mortali. E nel contenuto gastrico c'era un farmaco usato per patologie cardiache a concentrazioni diverse volte (fino a 16) superiori al range terapeutico.

Il movente

Il delitto sarebbe stato pianificato per motivi economici, da qui la contestata aggravante dei motivi abbietti oltre a quelle per premeditazione e per relazioni parentali. Il figlio avrebbe voluto impedire che il padre ritirasse le deleghe bancarie dopo avere scoperto cospicui prelievi pari a circa 40-50 mila euro. Nei 4-5 mesi successivi al decesso del padre, il figlio avrebbe continuato a prelevare denaro dal conto del defunto per 450mila euro, con prelievi al bancomat giornalieri inferiori ai mille euro.

A far scattare le indagini e l’autopsia sulla salma, alcuni dettagli singolari. Il medico di base, ad esempio, tempo addietro aveva cercato un investigatore privato per fare luce sulle movimentazioni dal suo patrimonio. Quando il detective lo aveva chiamato prima del decesso, a rispondergli era stata la badante: la donna aveva detto che il medico stava riposando e di richiamarlo più avanti. Così aveva fatto, ma a rispondergli stavolta era stato il figlio del 67enne per dirgli che il padre era appena morto.

La difesa

Gli indagati si sono sempre detti estranei alla contestazione mossa. Il 40enne, sentito dagli inquirenti, aveva spiegato di avere deleghe sul conto del padre perché faceva investimenti finanziari e che il genitore aveva in più occasioni abusato dei farmaci che assumeva.

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