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Venerdì, 26 Aprile 2024
Un vergognoso show

Chi è davvero la ragazza che la tv russa avrebbe fatto passare per Denise Pipitone

L'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la madre della piccola scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004, avrebbe già fatto chiaramente intendere che Olesya Rostova non è Denise. E sui social russi appare anche la presunta sorella

Denise Pipitone non sarebbe Olesya Rostova o meglio Angela Nikulina Zhuchkova; questo potrebbe essere il vero nome della ragazzina apparsa su una tv russa e che avrebbe già conosciuto proprio negli studi della trasmissione televisiva, la sorella biologica, Anastasia Nikulina (Никулина Анастасия). Proprio la presunta sorella ha pubblicato sui social una foto con il conduttore del programma con la didascalia, poi rimossa, che diceva "quanta gioia nel miei occhi".

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In attesa della messa in onda della trasmissione russa "Lasciali parlare", sarebbero pochissime le speranze che la giovane ragazza, somigliante a Piera Maggio e andata in tv in cerca dei genitori, sia effettivamente la bambina scomparsa da Mazara del Vallo nel settembre 2004. Lo show, già registrato, andrà in onda oggi pomeriggio e durante la trasmissione verranno resi pubblici gli esami del Dna.

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"La nostra Olesya Rostova è la Denise Pipitone scomparsa in Sicilia?" si chiedeva ancora ieri il conduttore Dmitry Borisov rilanciando la trasmissione che andrà oggi in onda nel tardo pomeriggio di oggi, alle 18.45.

Denise è Olesya? Il risultato del Dna in diretta

La tv russa che tiene in pugno, sfruttandolo per l'audience, il caso di Olesya Rostova, mantiene il massimo riserbo persino sul gruppo sanguigno. Oggi mercoledì 7 aprile la messa in onda della puntata registrata ieri.  

Tuttavia l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la madre della piccola Denise Pipitone, avrebbe già fatto chiaramente intendere Olesya non è Denise conversando con i giornalisti di Fanpage. Dopo essersi trincerato dietro un certo riserbo, ha spiegato come la puntata che oggi andrà in onda farà cessare le speculazioni su questa storia dolorosa. Frazzitta non sarebbe riuscito a contenere lo sgomento dando voce alla rabbia per come questa storia è stata gestita dalla televisione russa. A ricostruire la vicenda e la vergognosa gestione di un caso diventato un’epopea costruita sulla pelle di una bambina scomparsa sarà la puntata di Chi l’ha visto in onda questa sera su Rai3. 

L'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, la madre della piccola Denise Pipitone, ha depositato questa mattina alla Procura di Marsala tutta la a documentazione su Olesya arrivata ieri dalla Russia. "Ho preso l'impegno con i legali russi a non rivelare nulla prima di oggi pomeriggio sull'esito degli esami del sangue che potrebbero dimostrare la compatibilità con quelli di Denise" spiega a chi gli chiedeva della presunta sorella apparsa durante la trasmissione andata in onda ieri. 

L'accertamento del gruppo sanguigno non sarebbe tuttavia decisivo, in quanto sarebbero necessari ulteriori test comparativi sul Dna. In particolare tra Olesya Rostova, la ragazza che è stata rapita dai nomadi quando aveva la stessa età di Denise, e i genitori della bimba scomparsa in Sicilia, Piera Maggio e il papà naturale Pietro Pulizzi. L'avvocato Frazzitta, pur non volendo fornire ulteriori particolari sulla documentazione trasmessa alla Procura, sottolinea tuttavia alcuni aspetti grotteschi della vicenda: "Durante la trasmissione - racconta il legale - a un certo punto è stata presentata una presunta sorella della protagonista del caso, anche lei russa, alla quale è stato chiesto cosa proverebbe nel caso Olesya dovesse trasferirsi in Sicilia".

Denise Pipitone: le ultime notizie dalla Russia

Nei giorni scorsi una trasmissione russa su 'Primo Canale' ha mostrato una ragazza di nome Olesya Rostova che, secondo l'emittente, potrebbe essere Denise.  Alcune foto mostrano tratti somatici simili tra Olesya, Piera Maggio e Piero Pulizzi, padre naturale della bimba scomparsa. Sono parecchie anche le coincidenze, a partire dall'età (4 anni) quando le due bambine sono state rapite. ''Abbiamo fatto uno studio sul nome Olesya - aveva detto nei giorni scorsi l'avvocato Frazzitta - e nella letteratura ucraina-russa è la protagonista di un romanzo che narra la storia di una giovane nipote che vive con la nonna ed è perseguita dalla comunità rurale fino a quando scompare. È un fatto curioso ma è solo un elemento suggestivo''.

La storia di Denise Pipitone

È il primo settembre del 2004 quando la piccola Denise, una bimba paffutella di quasi quattro anni con gli occhioni grandi marroni, sta giocando con i cuginetti in strada vicino alla casa della nonna materna. A Mazara del Vallo, grosso centro in provincia di Trapani. La zia grida: "E' pronto!". Denise resta sola in via la Bruna. Mancano pochi minuti a mezzogiorno. Quella è stata l'ultima volta che la piccola è stata vista. Sta guardando attraverso il cancello la casa della zia. Poi, il nulla.

Sono trascorsi 17 lunghi anni. Ci sono stati processi, avvistamenti, appelli disperati della madre, Piera Maggio, ma niente. Di Denise Pipitone si sono perse le tracce. Sembra svanita nel nulla. Gli inquirenti iniziano a cercarla, ovunque. O forse no. Mamma Piera più volte lamenta falle nelle ricerche, nelle varie inchieste.

Un mese e mezzo dopo la scomparsa arriva una segnalazione. E Mamma Piera spera. Ma sarà solo la prima di una lunga, lunghissima serie di avvistamenti, tutti andati a vuoto. È il 18 ottobre 2004 e a Milano una guardia giurata nota un gruppo di nomadi. Ci sono un uomo, due donne e tre bambini piccoli. Una bimba ha la testa coperta da un cappuccio. Anche se fa caldo. Sembra assomigliare alla piccola Denise. C'è un video che inizia a girare. Si chiama 'Danas'.

Piera crede che sia proprio lei, Denise. Ma nel frattempo i nomadi sono spariti da Milano. Il calvario di Piera è solo all'inizio. Nel frattempo le indagini proseguono e scandagliano la vita privata di Piera Maggio e di tutta la sua famiglia. Viene così fuori che Denise non è la figlia naturale del marito di Piera Maggio, Toni Pipitone, che lavora in Germania. Ma di Piero Pulizzi, che è il marito di un'amica della sorella di Piera, un uomo sposato che ha avuto una relazione con lei. Da questa relazione sentimentale è nata la piccola Denise. Sui giornali, e anche in città, si scatenano i pettegolezzi.

Nel frattempo Piero Pulizzi divorzia dalla moglie, Anna Corona. Le figlie della coppia, Jessica e Alice, odiano Piera Maggio. Perché la ritengono responsabile di quel divorzio. La più grande, Jessica Pulizzi, di 17 anni, finisce sotto la lente degli investigatori.

A suo carico una intercettazione ambientale, molto discussa, di una conversazione ambientale tra Jessica Pulizzi e la madre Anna Corona, negli uffici della Polizia, dove dovevano essere interrogate. Una frase risentita mille volte, da accusa e difesa. Detta in dialetto. "Io a casa c'a purtai (a casa gliela portai)'', dice Jessica. Per gli investigatori dell'epoca una frase chiave. Così la ragazza viene accusata di sequestro in concorso.

Secondo la Procura Jessica avrebbe portato prima Denise a casa del padre e non trovandolo l'avrebbe consegnata ad altre persone. Che, però, non sono mai state individuate. Intanto, ci sono altre segnalazioni. Come quella della ragazzina che nel 2015 scrive su Facebook proprio a Piera Maggio dicendole di essere sua figlia. Ma è un falso. E la ragazzina viene smascherata dal programma 'Chi l'ha visto?' di Federica Sciarelli.

Nel frattempo, Jessica finisce sotto processo, con l'ex fidanzatino, Gaspare Galeb, accusato di false dichiarazioni ai pm. Ma dopo vari processi la ragazza è stata assolta, anche in appello. Il pm nel 2015 ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere. Non accolta dalla Corte d'appello. Nel processo d'appello viene poi fuori un'altra intercettazione ambientale, che risale all'11 ottobre 2004, cioè un mese e mezzo dopo la scomparsa della piccola Denise. Un perito in aula, dopo un lavoro di pulitura dei nastri magnetici, ascolta una frase ritenuta interessante. A suo avviso Jessica dice alla sorella minore Alice: ''Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise (quando eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise ndr). A quel punto la Procura di Marsala apre un altro fascicolo per omicidio e Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, diventa la principale indiziata. Ma quella conversazione era 'sporca', cioè non si sentiva bene. Dunque non era utilizzabile. E Alice Pulizzi, ascoltata in aula, ha negato anche con forza di avere mai accusato la madre pronunciando una frase del genere. Per la donna è stata poi chiesta l'archiviazione.

Il 19 aprile 2017 arriva la sentenza definitiva per Jessica Pulizzi. Ancora assolta. Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Orsi aveva parlato di ''assenza di indizi e prove certe'' nei confronti di Jessica Pulizzi. Secondo il procuratore non c'erano elementi per dimostrare ''che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia effettivamente compiuto''.

Denise, la pm Maria Angioni: "Nel 2004 intercettazioni saltate"

"Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile". A dirlo è la pm Maria Angioni, magistrato che si è occupata del caso di Denise Pipitone nel 2004, intervenendo alla trasmissione 'Ore 14' su Rai due.  "Sono parole estremamente gravi quelle del magistrato Angioni - ha commentato Klaus Davi nel corso della trasmissione - Trovo significativo che un magistrato accusi la polizia giudiziaria di aver fatto trapelare le notizie coperte da segreto. Se questo è vero, dovrebbe partire immediatamente un'indagine. In altre procure simili episodi sono stati oggetto di indagini, processi e condanne, quindi invito la dottoressa Angioni o chi di dovere a fare altrettanto"..

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