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Domenica, 28 Aprile 2024
Attimi di panico / Palermo

Picchia l'ex moglie: linciato e messo in fuga dalla folla

La donna è stata raggiunta sul posto di lavoro, contro di lei calci e pugni. La polizia ha ascoltato i testimoni e la donna. in passato era già stato chiesto l'intervento delle forze dell'ordine

Avrebbe raggiunto l’ex moglie sul posto di lavoro e l’avrebbe picchiata violentemente prima di essere linciato dalla folla e scappare. È successo lunedì a Palermo, in una struttura sportiva che si trova nella zona di viale Michelangelo. Dopo le prime cure la donna, sotto choc per l'accaduto, ha rifiutato di andare in ospedale nonostante i colpi presi. Già due anni fa la madre della donna aveva chiamato il 112 denunciando in diretta che l’ex genero si era presentato armato di catena sotto casa della figlia.

Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe varcato i cancelli della struttura e si sarebbe diretto verso l’ex moglie. Quasi un blitz che non avrebbe lasciato spazio alle parole. Si sarebbe scagliato contro di lei prendendola a calci e pugni, noncurante delle persone vicine che sono subito intervenute per allontanare l’aggressore, ma solo dopo una raffica di calci e pugni. Poi l’intervento delle volanti di polizia e dei sanitari del 118 che hanno visitato la donna dolorante a una spalla e a una gamba.

Gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale hanno raccolto le testimonianze dei presenti per ricostruire l’accaduto e informare la Procura. Alla luce di quanto emerso sono state attivate le procedure previste per i cosiddetti casi di codice rosso che prevedono alcune tutele per le vittime di violenze, atti persecutori o maltrattamenti. La donna è stata ascoltata negli uffici di polizia così da fornire ogni dettaglio che potrà essere utile a investigatori e inquirenti per avere un quadro completo della vicenda.

Nel recente passato degli ex coniugi, ormai separati e con figli, si era già verificato un episodio di violenza. Circa due anni fa la madre della donna aveva chiamato la polizia segnalando che l'uomo si trovava sotto casa della figlia, armato di catena, e stava danneggiando alcune auto parcheggiate. Un precedente di cui non si conoscono gli eventuali sviluppi giudiziari ma che, in qualche modo, era già suonato come un campanello d'allarme.

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