rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Fabrizio Corona e i file riservati su Messina Denaro: carabiniere e politico arrestati

In manette un maresciallo e un consigliere di Mazara del Vallo. Indagato anche l'ex re dei paparazzi

Sembra volessero fare soldi con alcuni documenti riservati su Matteo Messina Denaro, l'ultimo padrino arrestato dal Ros dei carabinieri lo scorso 16 gennaio dopo trent'anni di latitanza. E sembra volessero farli vendendo tutto a Fabrizio Corona, l'ex re dei paparazzi. Per questo un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo sono stati colpiti da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari in un'indagine coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido. 

Il militare, Luigi Pirollo, è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d'ufficio, mentre il complice, Giorgio Randazzo, risponde di ricettazione. Secondo la ricostruzione dei pm, il carabiniere, in servizio al Nor della Compagnia di Mazara del Vallo, si sarebbe introdotto illegalmente nel sistema informativo dell'Arma, avrebbe estratto copia di 786 file riservati relativi alle indagini sulla cattura del padrino e li avrebbe consegnati a Randazzo. Lui avrebbe poi contattato Corona e avrebbe cercato di vendergli i documenti top secret. Quindi, su indicazione dello stesso fotografo, si sarebbe rivolto a Moreno Pisto, direttore del quotidiano online Mow, proponendogli di acquistare il materiale. 

Nella stessa inchiesta sono state eseguite perquisizioni a Milano, in luoghi nella disponibilità dell'ex re dei paparazzi, che risulta tra gli indagati. E sono state proprio le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona a dare input all'inchiesta. Dopo la cattura dell'ex latitante, il fotografo era infatti venuto in possesso di una serie di audio di chat tra il boss e alcune pazienti da lui conosciute in clinica durante la chemioterapia quando, ancora ricercato, usava l'identità del geometra Andrea Bonafede. La circostanza aveva spinto gli inquirenti a mettere sotto controllo il telefono di Corona e in una delle conversazioni intercettate, che risale al 2 maggio scorso, il fotografo aveva fatto riferimento a uno "scoop pazzesco" di cui era in possesso un consigliere comunale, poi identificato in Randazzo, grazie a non meglio specificati carabinieri che avevano perquisito i covi del capomafia e che volevano vendersi il materiale. 

Nei giorni successivi Corona avrebbe continuato a manifestare l'intenzione di rivendere il materiale che il consigliere gli avrebbe procurato. Il 25 maggio ci sarebbe stato anche un incontro tra Pisto, Randazzo e il fotografo. In quella occasione il giornalista di Mow, con uno stratagemma, sarebbe riuscito in segreto a fare copia dei file a lui mostrati e offerti dal politico. Compresa la "portata" del materiale, il giornalista si sarebbe però rivolto alla squadra mobile di Palermo, raccontando tutto. A quel punto gli investigatori hanno verificato che i documenti copiati dal giornalista ad insaputa del consigliere erano stati rubati e che l'autore del furto sarebbe stato proprio Pirollo, che avrebbe lasciato tracce del suo "ingresso" nel sistema e che era uno dei soli due ufficiali che avevano avuto accesso al server della stazione di Campobello.

Continua a leggere su Today.it...

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fabrizio Corona e i file riservati su Messina Denaro: carabiniere e politico arrestati

Today è in caricamento