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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Igor, la beffa dei risarcimenti alle vittime : "Importi esigui e legge incostituzionale"

Con il killer irreperibile e quindi non perseguibile penalmente, è impossibile richiedere gli indennizzi allo Stato per le vittime di reati violenti. Prolungata la taglia: 50mila euro per chi fornirà segnalazioni decisive sul ritrovamento di Igor Vaclavic, vivo o morto

La legge sugli indennizzi a favore delle vittime di omicidi violenti "è palesemente illegittima e forse anche incostituzionale". Ne è convinto Giorgio Bacchelli, legale della vedova di Davide Fabbri, il barista di Budrio (Bologna) ucciso da Igor Vaclavic. Mentre gli inquirenti sono al lavoro nel massimo riserbo per cercare di rintracciare il killer serbo accusato anche dell'omicidio della guardia ecologica Valerio Verri, il legale si chiede "come possa essere formulata una richiesta indennitaria allo Stato quando ci imbattiamo in condizioni impossibili da realizzarsi". Tradotto: con un killer irreperibile e quindi non più perseguibile penalmente (in quanto, in tali casi, il processo penale si sospende senza pervenire ad una conclusione), è di fatto quasi impossibile avere un risarcimento previsto dallo Stato per le persone colpite dalle conseguenze di reati violenti, come nel caso della rapina mortale ai danni del povero Davide Fabbri.

Ma andiamo con ordine. La legge statale che ha dovuto attuare in Italia disposizioni comunitarie in materia - spiega l'avvocato Bacchelli - è la Legge 7/7/16 n. 122, che ha dedicato pochi articoli all’indennizzo a favore delle vittime di reati intenzionali violenti. La normativa ha previsto che fosse un decreto interministeriale, da emanare entro sei mesi, a precisare le modalità di utilizzo dei fondi disponibili e soprattutto l’entità dell’indennizzo. "Con notevole ritardo - racconta il legale - il governo ha poi emanato un decreto interministeriale che ha determinato l’indennità dovuta per i reati di omicidio violento".

E qual è l'importo dovuto alle vittime? In casi come quello del barista di Budrio, alle vittime spetta un indennizzo di 7200 euro, "da corrispondersi peraltro nei limiti delle disponibilità dello Stato (e quindi dei fondi messi a disposizione delle vittime dei reati violenti, usura, estorsione, eccetera)". Non finisce qui, perché la legge prevede alcune condizioni tassative per poter accedere al risarcimento. Come spiega l'avvocato, l'interessato ha possibilità di accedere a tale fondo a condizione che abbia un reddito annuo non superiore a quello previsto per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato; ma, soprattutto, che "la vittima abbia già esperito infruttuosamente l’azione esecutiva nei confronti dell’autore del reato (per ottenere il risarcimento del danno dal soggetto obbligato, in forza di una sentenza di condanna irrevocabile, salvo che l’autore del reato sia rimasto ignoto)". In altre parole: con un omicida irreperibile e un processo penale sospeso, addio indennizzo. "Una normativa che a parer mio è palesemente illegittima e forse anche incostituzionale", ammette Bacchelli.

L’illegittimità deriva da una violazione delle norme comunitarie, mentre l’incostituzionalità è palese per disparità di trattamento nell’ipotesi in cui (come nella fattispecie) l'identificazione del responsabile sia già avvenuta, ma questi si sia reso irreperibile e quindi non più perseguibile penalmente (in quanto, in tali casi, come è noto, il processo penale si sospende, senza pervenire ad una conclusione). Ci chiediamo quindi come possa essere formulata una richiesta indennitaria allo Stato quando ci imbattiamo in condizioni impossibili da realizzarsi. Ciò anche a prescindere dall'esiguità dell’indennità prevista, euro 7.200 per un famigliare (coniuge, genitore) che ha subìto un enorme danno del genere.

La conclusione è amara: "Si tratta di un indennizzo meramente simbolico e sempre che sia possibile, attraverso le condizioni tassative previste dalla legge, conseguirne il pagamento".

Barista ucciso a Budrio (BolognaToday)

Igor vivo o morto, prorogata la taglia da 50mila euro 

Sul caso Igor c'è anche da registrare la proroga della "ricompensa" di 50mila euro per chi fornirà segnalazioni decisive sul suo ritrovamento, vivo o morto. La taglia su Igor scadrà il 22 gennaio 2018. L'associazione degli amici di Davide Fabbri ha deciso, dopo un incontro con la vedova del barista ucciso, Maria Sirica, e l’avvocato Giorgio Bacchelli, di continuare con l’iniziativa e di modificare una parte del regolamento: prima veniva pagato soltanto il 50% della taglia per il ritrovamento di Igor morto. Ora, invece, non ci sarà differenza: "dead or alive", la ricompensa sarà uguale. Le segnalazioni dovranno essere indirizzate al presidente del "Comitato amici Davide Fabbri", Augusto Morena (email:  team-ilupi@libero.it) oppure al legale della famiglia del barista ucciso, Giorgio Bacchelli (email: giorgio@bacchelli.it).

L'avvocato Bacchelli precisa che l'iniziativa rappresenta "un ausilio al lavoro degli inquirenti, che proseguono nelle loro indagini con ampio impegno". "Non vi è nessuna ambizione di volersi sostituire allo Stato nella ricerca del latitante - spiega il legale - ma semplicemente si vuole favorire la possibilità della ricerca affiancando lo Stato con iniziative di vario genere (atte a sollecitare risposte da parte dei cittadini) volte alla ricerca e soprattutto all’auspicabile reperimento del latitante. Aggiungiamo che i tre mesi pregressi di vigenza della taglia hanno già contribuito a ricevere molte comunicazioni da parte di privati cittadini, che sono state ovviamente girate agli organi inquirenti e che sono in fase di valutazione, insieme a quanto i Carabinieri e le Forze di Polizia stanno raccogliendo. Oltretutto (lo abbiamo detto fin dal primo momento, ma lo ripetiamo) l’iniziativa della promessa al pubblico in questione è stata anticipata a suo tempo direttamente al Pubblico Ministero che si occupa delle indagini nonché comunicata anche al capo della Procura della Repubblica di Bologna".

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