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Sabato, 27 Aprile 2024
Nuova emergenza

Brucia la Sardegna: le fiamme minacciano case, camping e resort. Oltre 600 evacuati

Dopo la Sicilia è la volta della Sardegna, ancora una volta c'è la mano dei piromani. In Consiglio dei ministri arriva il giro di vite contro chi appicca i roghi. La situazione

Prima la Sicilia, adesso la Sardegna. L'isola nella morsa degli incendi e del maestrale con case e strutture ricettive evacuate, residenti e turisti in strada, ettari di campagne in fumo, strade chiuse. Quella di domenica è stata una giornata infernale, con vigili del fuoco impegnati sia con squadre di terra sia con elicotteri e Canadair. 

A Monte Longu di Posada (Nuoro) le fiamme hanno minacciato le abitazioni e circa seicento persone sono stae costrette per precauzione ad andare via. Nella zona di Feraxi quattro aziende agricole sono state devastate dal fuoco che ha distruttole le riserve di foraggio accumulate. È stato necessario evacuare gli agriturismo.

Fiamme anche a Porto Corallo e San Priamo, a Quartu, a pochi chilometri da Cagliari. A fuoco il canneto dello stagno di Molentargius, area umida protetta tra Cagliari e Quartu, il regno dei fenicotteri a pochi passi dalla spiaggia del Poetto. Ancora fiamme all'interno dell'ex camping Tamarix. L'area che ospita anche diverse roulotte abitualmente utilizzate soprattutto nei fine settimana, è stata evacuata. Sarebbero scoppiate anche delle bombole del gas. Per precauzione è stato chiesto agli abitanti delle prime ville del Margine Rosso di lasciare le case.

Il presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto alla Protezione Civile il potenziamento della flotta aerea antincendio e ha inoltrato il preallarme per l'attivazione del meccanismo di protezione civile europea. 

Ci sono anche quattro feriti. Nel gigantesco rogo divampato domenica pomeriggio tra Posada e Siniscola, nella costa nord orientale della Sardegna, un pensionato è stato travolto dallo scoppio di una bombola. Un'anziana di 78 anni di Bolotana è rimasta ustionata alle braccia e alle gambe dalle fiamme a San Giovanni di Posada. Trasportata dal 118 all'ospedale di Olbia, le sue condizioni non sono gravi. L'altra persona rimasta ferita è un vigile del fuoco che si è procurato una distorsione al ginocchio nelle operazioni di spegnimento dell'incendio scoppiato al Poetto di Quartu. Un 23enne di Siniscola è rimasto intossicato ed è stato trasferito con l'elisoccorso in ospedale in codice rosso.

Incendi in Sardegna, c'è la mano dei piromani

Esattamente coma accaduto nelle scorse settimane in Sicilia, caldo e vento hanno giocato un ruolo nella propagazione delle fiamme ma c'è la mano dei piromani. La natura dolosa è stata accertata dagli agenti della Forestale per alcuni roghi divampati nel sud dell'Isola e a Gairo, nel Nuorese: sono stati trovati degli inneschi che testimoniano l'azione volontaria da parte, finora, di ignoti. 

L'inasprimento delle pene per i responsabili dei roghi annunciato da Roma dopo il caso di Sicilia  intanto è in dirittura d'arrivo. È quanto prevede la bozza di Dl che sarà presentata oggi nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. 

Attualmente il codice penale prevede pene specifiche per chi appicca incendi dolosi. L'articolo 423 recita: "Chiunque cagiona un incendio  è punito con la reclusione da tre a sette anni. La disposizione precedente si applica anche nel caso di incendio della cosa propria, se dal fatto deriva pericolo per l'incolumità pubblica". 

L'articolo 424 invece prevede che "Chiunque, al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto, cagiona un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l'incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall'incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree o specie animali o vegetali protette o su animali domestici o di allevamento". E ancora: "Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall'incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all'ambiente".

Il decreto al vaglio del Cdm apporta modifiche a quanto previsto. Aumenta a sei anni la pena minima per chi causa un incendio in "boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui". Se l'incendio è di natura colposa la pena minima passa da uno a due anni di reclusione. Infine la bozza prevede che la pena "è aumentata da un terzo alla metà quando il fatto è commesso al fine di trarne profitto per sé o per altri". "Come avevo già anticipato nella informativa al Parlamento - spiega il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci - il governo intende aumentare le pene a carico degli autori di incendi boschivi. Ringrazio il collega Carlo Nordio (ministro della Giustizia, ndr) per avere da subito condiviso l'esigenza di modificare la norma. Certo, non è la soluzione del grave problema: ma l'inasprimento della pena e la sua effettività serviranno a scoraggiare chi finora l'ha fatta franca".

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