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Lunedì, 29 Aprile 2024
La battaglia legale

Caso La Russa jr, i legali della presunta vittima: "Tracce di droga dello stupro nei capelli della ragazza"

A sostenerlo è una consulenza effettuata dalla difesa della vittima 22enne. La replica: "Iniziativa incomprensibile"

Ci sarebbero tracce di Ghb, nota anche droga dello stupro, in un capello della ragazza di 22 anni che ha denunciato di aver subito abusi la notte del 18 maggio scorso da Leonardo Apache La Russa, figlia del presidente del Senato, e dal suo amico dj Tommaso Gilardoni, entrambi al momento indagati per violenza sessuale. A sostenerlo sono i legali della ragazza che hanno disposto un esame tossicologico effettuato da un esperto nominato proprio dalla parte offesa, l'avvocato Stefano Benvenuto. 

Il Ghb è una sostanza stupefacente che causa uno stato di euforia, oltre che momentanee perdita di coscienza. Le tracce potrebbero essere compatibili proprio con il periodo in cui sarebbero avvenute le violenze. Si tratta però di una perizia "di parte". 

Lo stesso legale, come anticipato da 'La Repubblica' online, ha depositato mercoledì in Procura a Milano la consulenza con una richiesta di incidente probatorio. L'obiettivo è verificare proprio La presenza di Ghb su quel capello, che era stato analizzato lo scorso novembre. 

Nella denuncia la vittima aveva ricostruito di aver incontrato La Russa jr in un locale in centro a Milano e di averlo seguito a casa sua per poi risvegliarsi la mattina successiva nuda e in stato confusionale accanto a Leonardo, che le avrebbe raccontato di aver avuto un rapporto con lui e l'amico dj. La Russa e Gilardoni hanno sempre sostenuto che quel rapporto fosse consenziente. 

La versione dei legali di La Russa: "Iniziativa incomprensibile"

I legali di La Russa jr definiscono l'esame tossicologico "un'iniziativa incomprensibile, singolare e priva di senso sia per l’obiettivo che si prefigge, perché temporalmente anacronistica e assunta a mesi e mesi dai fatti e dall’indagine, sia perché pare un’iniziativa che va nella direzione opposta rispetto a tutte le evidenze investigative che sembrano invece favorevoli al nostro assistito". Queste le parole affidate all'Adnkronos dall'avvocato Adriano Bazzoni difensore, insieme al collega Vinicio Nardo, di Leonardo Apache La Russa. Bazzoni  parla di una "iniziativa illogica, di fronte alla quale resta intatta o addirittura rafforzata la nostra fiducia nell’operato dei pubblici ministeri e di un’indagine su cui, da parte nostra, c’è sempre stata la massima apertura per ogni tipo di accertamento utile". 

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