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Martedì, 30 Aprile 2024
Omosessualità

Dice 'lesbica' alla sua collega: condannata per ingiuria

Nel corso di un'accesa discussione avvenuta in ufficio la donna si è sentita rivolgere la frase: "Quanto è difficile dividere la stanza con una lesbica". Il giudice le ha dato ragione

Anna è una donna romana di 44 anni, omosessuale dichiarata, che lavora per una ditta di traslochi della capitale. L'11 aprile del 2013 - racconta l'agenzia di stampa Askanews - nel corso di un'accesa discussione avvenuta in ufficio con la sua collega Francesca, quest'ultima aveva indirizzato nei suoi confronti la frase: "Quanto è difficile dividere la stanza con una lesbica". 

Anna, sentitasi offesa, aveva querelato la sua collega Francesca. Il pubblico ministero aveva richiesto l'archiviazione sostenendo che il termine lesbica indicherebbe soltanto l'orientamento sessuale e affettivo di una donna nei confronti di un'altra donna. Non sarebbe integrato il reato di ingiuria poiché il termine da solo non è ritenuto lesivo dell'onore e del decoro della persona.

L'avvocato Gianluca Arrighi, difensore di Anna, si era opposto alla richiesta di archiviazione e aveva ottenuto l'imputazione coatta, ossia il provvedimento con cui il giudice, nel respingere la richiesta di archiviazione, ordina che venga celebrato il processo. La sentenza del giudice di pace penale ha chiuso il caso.

Francesca è stata condannata per il reato di ingiuria alla pena di 350 euro di multa. Inoltre deve risarcire ad Anna i danni da liquidarsi in sede civile. Arrighi ha spiegato: "E' una sentenza importante. Se è vero infatti che oggi dovrebbe essere irrilevante, ma il condizionale è d'obbligo, l'orientamento sessuale di una persona, è altrettanto vero che bisogna distinguere il contesto in cui viene proferito il termine lesbica o gay".

"Qualora si utilizzi la parola 'omosessuale' solo per indicare una persona nota come tale - ha precisato il penalista e scrittore - non si commette alcun reato. Il caso è ben diverso, invece, se la persona viene apostrofata come gay o lesbica in senso dispregiativo. In questa circostanza, purtroppo, il termine era stato utilizzato con una valenza offensiva e discriminante". 

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