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Venerdì, 26 Aprile 2024
bullismo

La piccola vittima scrive alle "sue bulle": "Vi ho sconfitto, non ho paura"

La lettera di una quattordicenne aggredita da tre bulle per aver invaso il loro "territorio di caccia": "Siete solo vigliacche, e in realtà avete paura voi di me. Io vi ho già battuto". E agli altri: "Parlate, denunciate, si può vincere contro il bullismo"

ROMA - Qualche segno lo porta ancora addosso, sul corpo. I lividi, le ferite per i calci e i pugni non vanno via presto. Ma il suo umore è già curato, la sua forza d'animo si è già esaltata. Una settimana fa lei, una quattordicenne di Vigevano - nel pavese -, veniva aggredita da tre bulle. Botte, tante, fuori da scuola per aver osato passeggiare nella "via dello struscio", nel "territorio di caccia" delle sue aguzzine. 

Oggi, carta e penna, la quattordicenne ha voluto rispondere a modo suo alle tre bulle con una lettera inviata al "Corriere della Sera":

Io sono una ragazza fortunata: ho una bella famiglia, ho due genitori con cui sono libera di parlare di tutto, ho un fratello dispettoso, ma al quale voglio bene anche se mi chiama «Medusa» perché dice che con lui ho lo sguardo cattivo, ho due gatte pestifere e ho buone amiche. Sono brava a fare i cup cake, mi è venuta la passione guardando in tivù Buddy Valastro. La maggior parte delle volte cucino con il mio papà (i nostri ultimi esperimenti insieme sono stati il sushi e gli involtini primavera), ascolto la musica rap, disegno fumetti e adoro giocare con la Wii e ai videogame. Da grande voglio fare la pasticciera.

Una ragazza normale, insomma. Una ragazza buona, che non credeva che altre ragazze come lei potessero arrivare a tanto:

Quello che mi è successo a scuola non me lo aspettavo. Una delle tre ragazze che mi hanno aggredita la conoscevo e mi aveva preso di mira da un po’, ma non pensavo che sarebbe arrivata a tanto. Forse ce l’aveva con me perché anche se frequento la prima classe sono stata scelta per un progetto e lei no ed è più grande di due anni. Ma è una cosa che penso io, non sono sicura. 

Poi, il ricordo di quel giorno tremendo. E una nuova speranza nata grazie a un sorriso di un adulto: 

Quel giorno mi stavano aspettando fuori da scuola all’uscita. Una faceva il palo, mentre le altre a turno mi tiravano calci. Fortunatamente i miei compagni erano lì e più di una volta hanno provato a dividerci, anche se le tre ragazze hanno continuato a picchiarmi. Dopo mi è venuto in soccorso un signore giovane che ha provato a farmi calmare e mi ha portato a casa in macchina. Colgo l’occasione per ringraziare sia lui che i miei compagni.

L'adulto e i compagni, due "figure" che l'hanno aiutata a superare lo choc. E le hanno fatto capire che lei non aveva nessuna colpa:

Una cosa che vorrei dire sul bullismo è che questa gente dimostra solo vigliaccheria nel presentarsi in gruppo per affrontare un solo individuo; così facendo dimostrano solo di aver paura. 

Lei, invece, paura non ne ha più. E spiega alle altre vittime di bullismo come vincere la paura:

Suggerisco a tutti quei ragazzi e bambini che vengono picchiati dai bulli di sentirsi liberi di raccontare ai genitori quello che gli succede o comunque di parlare con un adulto di cui possono veramente fidarsi. È inutile nascondersi perché nel bene e nel male le cose si vengono a sapere lo stesso. Bisogna parlare soprattutto se è una situazione come la mia o come quella di tante altre persone, ma alle vittime dico: è bene farvi aiutare perché mi sembra inutile che gli altri vi rovinino la vita per niente, sono persone che non si meritano né la vostra attenzione né la vostra fiducia, ma soprattutto non si meritano il vostro rispetto e la vostra amicizia. 

Infine, uno sguardo al futuro. E un sorriso enorme:

Lunedì tornerò a scuola, se il medico dice che va bene, accompagnata da mio papà. Io camminerò a testa alta e non avrò paura, perché queste ragazze che mi hanno aggredito alla fine si isoleranno da sole. Spero che questa lettera possa aiutare altri a prendere coraggio e a denunciare i fatti di bullismo, perché si può sconfiggere. 

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