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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Marco Bianchi a processo per aver picchiato un bengalese

Il più piccolo dei fratelli accusati della morte di Willy è accusato di lesioni gravi ai danni di un cittadino del Bangladesh. Proseguono le indagini sui fatti di Colleferro: potrebbe esserci un quinto aggressore

Marco Bianchi, uno dei due fratelli indagati per l’omicidio volontario di Willy Monteiro Duarte, giovedì prossimo dovrà presentarsi in aula per l'accusa di lesioni gravi ai danni di un ragazzo bengalese. I fatti risalgono al 2018 quando Bianchi, senza il fratello e gli altri due giovani indagati per il delitto di Colleferro, avrebbe pestato il ragazzo insieme ad un altro gruppo di amici, anche loro imputati nel medesimo processo. L'accusa è di lesioni gravi con le forze dell'ordine che hanno potuto procedere d'ufficio, anche senza denuncia, vista la prognosi di oltre 20 giorni data dai medici alla vittima. E' probabile che Marco Bianchi, che al momento si trova detenuto nel carcere di Rebibbia, a Roma, non prenda parte al processo che si terrà tra pochi giorni ad Artena. Secondo la ricostruzione, nel maggio del 2018, il più piccolo dei fratelli Bianchi, insieme ad altre due persone, avrebbe picchiato un uomo del Bangladesh per futili motivi. La prima udienza era stata fissata il 26 giugno scorso, salvo poi essere rimandata a causa dell'emergenza coronavirus. Al momento i fratelli bianchi hanno altri  sette fascicoli giudiziari pendenti.

Omicidio Willy, ipotesi quinto aggressore

Intanto gli inquirenti stanno ancora indagando sui precedenti 'violenti' del branco. Nelle ultime settimane si sono aggiunte nuove testimonianze che hanno fornito ulteriori dettagli sulle responsabilità dei quattro indagati. Ma, come rivela il Messaggero, ci potrebbe essere anche un quinto indagato per la morte di Willy: secondo la testimonianza di Emanuele Cenciarelli, l'amico che era insieme alla vittima, ci sarebbe una quinta persona coinvolta nel pestaggio. La posizione di altre persone è già all’esame dei carabinieri, coordinati dalla procura di Velletri, che sta cercando di definire i ruoli. Di certo a chiamare i due fratelli è un ragazzo finora rimasto fuori dall’inchiesta, come è rimasto estraneo un altro amico dei Bianchi, pure presente in Largo Santa Caterina quella notte. 

Dal verbale citato dal Messaggero, emergono i terribili particolari del racconto di Emanuele Cenciarelli, il ragazzo che la notte tra il 5 e il 6 settembre era con Willy non è riuscito a capire perché lui e il suo amico fossero stati aggrediti: ''Urlavo agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima. La mia richiesta cadeva nel vuoto.  Senza che Willy e io potessimo accorgerci di quello che stava accadendo, venivamo aggrediti da alcuni ragazzi. Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo

 ''Non riesco a quantificare - continua il verbale - il tempo dell’aggressione, ma posso solo dire che la violenza dei colpi, subiti da me e da Willy, era inaudita''. E' stato proprio Cenciarelli poi a riconoscere i quattro indagati, ma secondo la sua testimonianza, oltre ai fratelli Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, vi era anche una quinta persona.

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