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Lunedì, 29 Aprile 2024
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E' morto il cardinale Martini, "rifiutato accanimento terapeutico"

Si è spento all'età di 85 anni l'arcivescovo di Milano. Soffriva di Parkinson. Il neurologo: "Il cardinale non è più stato in grado di deglutire nulla ed è stato sottoposto a terapia parenterale idratante. Ma non ha voluto alcun altro ausilio"

E' morto il cardinale Carlo Maria Martini. Era nato 85 anni fa a Torino.

Il cardinale, che era stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, era da anni malato di Parkinson, una malattia che lo aveva costretto a ridurre sempre di più le sue uscite pubbliche. Dal 2008 viveva all'Aloisianum, la casa dei gesuiti a Gallarate, nel Varesotto.

Il cardinale era entrato oggi in fase terminale. "Dopo un'ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è stato più in grado di deglutire nè cibi solidi nè liquidi". Così il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura Martini, ha spiegato all'Adnkronos la situazione del cardinale.

Affetto da anni dal morbo di Parkinson, "Martini è rimasto lucido fino all'ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico".

Chi è Martini - Martini, torinese classe 1927, è stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. Poi nel 2002 il Papa ha accettato le sue dimissioni, per sopraggiunti limiti di età; e il cardinale si è trasferito a Gerusalemme dove ha proseguito i suoi studi biblici. Nel 2008 il rientro in Italia per curare quel morbo di Parkinson che lo ha costretto a limitare sempre di più le sue uscite pubbliche. Da allora vive all'Aloisianum, la casa dei gesuiti a Gallarate, alle porte di Milano.

La morte - "Il cardinale Martini soffriva di Parkinson da tanto tempo, circa 16 anni, e ha sempre dichiarato la sua malattia", ricorda Pezzoli, responsabile del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano. Il neurologo, cofondatore e presidente dell'Associazione italiana parkinsoniani (Aip), ha seguito l'arcivescovo emerito "negli ultimi dieci anni" e l'ha visto "anche questa mattina".

Il neurologo - "Fino al 2008, anno del suo rientro in Italia le sue condizioni sono rimaste discrete, ma il cardinale ha cercato di vivere una vita normale fino all'ultimo, praticamente fino all'ultima crisi".

"Il cardinale non è più stato in grado di deglutire nulla - continua il neurologo - ed è stato sottoposto a terapia parenterale idratante. Ma non ha voluto alcun altro ausilio: né la peg, il tubicino per l'alimentazione artificiale che viene inserito nell'addome, né il sondino naso-gastrico. E' rimasto lucido fino alle ultime ore e ha rifiutato tutto ciò che ritiene accanimento terapeutico".

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