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Venerdì, 26 Aprile 2024
La cerimonia

Mottarone, un anno dopo: "Abbandonati da tutti, vogliamo giustizia"

Lo sfogo dei familiari delle vittime della tragedia avvenuta il 23 maggio scorso sulla funivia del Mottarone: "Nessuno si è fatto sentire, non ci hanno fatto neanche le condoglianze. Peggio del ponte Morandi"

Ad un anno esatto dalla strage della funivia del Mottarone, si è tenuta oggi, proprio sul luogo del terribile incidente, una cerimonia per ricordare le 14 vittime che hanno perso la vita lo scorso 23 maggio. Quel giorno la corsa della cabina finì tragicamente tra gli alberi del bosco sottostante: a bordo vi erano 15 passeggeri, l'unico a salvarsi fu il piccolo Eitan, divenuto poi il simbolo di questo dramma. A perdere la vita furono Amit Biran, Tal Peleg, Tom Biran, Itshak Cohen, Barbara Cohen Konisky, Mohammadreza Shahaisavandi, Serena Cosentino, Silvia Malnati, Alessandro Merlo, Vittorio Zorloni, Elisabetta Persanini, Angelo Vito Gasparro, Roberta Pistolato e Mattia Zorloni.

Alla cerimonia avvenuta alle pendici del Mottarone hanno partecipato autorità, rappresentanti istituzionali e i familiari delle vittime, che chiedono ancora giustizia per i loro cari. Tra questi c'è la signora Teresa, mamma di Elisabetta Personini e nonna del piccolo Mattia, due delle quattordici vittime: "È passato un anno, ma nessuno si è fatto sentire. Ci hanno tutti abbandonato, non ci hanno fatto neanche le condoglianze. È peggio del ponte Morandi. Vogliamo conoscere la verità e che giustizia sia fatta in fretta".

Strage del Mottarone, la cerimonia in ricordo delle vittime (Foto Ansa)

Al termine della breve cerimonia di inaugurazione della stele in memoria dei morti della tragedia della funivia del Mottarone i parenti di Eitan Biran con la zia Aya Biran-Nirko e gli altri congiunti si sono raccolti in silenzio davanti al cippo mentre il corteo si dirigeva verso la chiesa della Madonna della neve. Il piccolo si trova in Italia, ma la famiglia materna, attraverso una nota del portavoce Gadi Solomon, ha fatto sapere di volerlo riportare in Israele: "Eitan è con noi nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Continueremo a lottare per lui perché cresca in Israele, la sua casa naturale, casa della sua famiglia, luogo di sepoltura dei suoi genitori e del fratellino".

Commosso l'intervento del sindaco di Stresa, Marcella Severino: "Fare giustizia è doveroso, la città di Stresa lo chiede con forza e vi abbraccia tutti. Ricordo la disperata ricerca di un battito, di un respiro tra tutti quegli zainetti simbolo di un giorno che doveva essere di festa - ha sottolineato - Invece c'era solo silenzio. Poi qualche giorno dopo le coltellate, quando si è scoperto che forse si poteva evitare...".  All'evento ha partecipato anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: "Chiedere giustizia non fa tornare indietro le persone, ma è un dovere che le istituzioni devono garantire. È un momento doloroso per tutti e credo che le istituzioni facciano bene ad onorare le vittime perché questa tragedia non cada nell'oblio". 

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