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Sabato, 27 Aprile 2024
il dramma / Napoli

Annuncia la laurea ma le manca un esame: si getta da un dirupo e muore

Il padre aveva dato l'allarme. L'appella dell'università: "Segnalateci i vostri disagi"

Le mancava un esame, quello di latino ma aveva annunciato ugualmente la data della sua laurea ai suoi genitori. Il giorno prima della cerimonia ha deciso di uccidersi, buttandosi giù da un dirupo. È morta così, a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, Diana Biondi, 27 anni.

Che cosa è successo a Diana Biondi

Secondo quanto ricostruito da NapoliToday, il gesto della studentessa di Lettere Moderne iscritta all'Università Federico II di Napoli è da legare a uno stato di ansia provocato dall'esame di latino che le mancava prima di potersi laureare. Una piccola bugia che potrebbe aver scatenato in lei un moto interiore che l'ha portata a togliersi la vita. 

È stato il papà a lanciare l'allarme per la sua scomparsa: l'aveva chiamata, nella tarda mattinata di lunedì, il giorno prima della laurea annunciata. Il cellulare non era raggiungibile ma poi lei aveva inviato un messaggio Whastapp dicendo che avrebbe dovuto recarsi in biblioteca, per ritirare la tesi, e che sarebbe rientrata a Somma Vesuviana con il treno delle 16 di Napoli.

Ma quel giorno le telecamere dell'università non l'hanno mai ripresa, come si è visto dall'esame dei filmati. Il padre ha insistito, scrivendo in una chat dell'ateneo per chiedere se qualcuno l'avesse vista. Diana gli ha inviato un altro messaggio, "non posso parlare". Poi il nulla. Solo la sua borsetta nera, accanto ad una ringhiera.

Il suo corpo è stato trovato in un dirupo, nei pressi di un ex ristorante di Somma Vesuviana. È stata un'amica di corso, in una chat, a dire: "Aveva raccontato che andava a ritirare la tesi, ma non doveva ancora laurearsi". Da lì le indagini dei carabinieri e il sospetto che dietro il suo suicidio ci fosse quella laurea tanto attesa ma ancora lontana. 

L'università: "Segnalate i vostri disagi"

"Non si può che restare attoniti davanti a un gesto che è difficilissimo da spiegare, indecifrabile - sono le parole del professor Mazzucchi dell'università Federico II di Napoli - Non credo ci siano parole che possano restituire la complessità di una scelta di questo tipo. Come Ateneo e come Dipartimento abbiamo messo in campo tutti gli strumenti per accogliere e intercettare il disagio. La Federico II ha da sempre il Sinapsi che è una struttura che si occupa proprio di intercettare e di contrastare malesseri legati anche alla difficoltà di andare avanti con gli studi, di aiutare gli studenti che chiedono supporto, ed è molto attiva. Nel nostro Dipartimento, in cui sono presenti un corso di laurea triennale e uno di laurea magistrale in psicologia, c’è una grande attenzione a cogliere i disagi degli studenti".

"È evidente che purtroppo alcuni sfuggono - aggiunge  il docente - e sfuggono proprio quelli che chiedono meno facilmente aiuto che, quindi, sono quelli più difficili da intercettare. Peraltro, il nostro è un Ateneo che richiede uno sforzo e un lavoro considerevole senza però la volontà di accrescere insane competizioni, tensioni, riconoscendo anche il valore della fragilità e la possibilità che i tempi dei nostri studenti possano essere diversi. Abbiamo messo in atto tutta una serie di strumenti di recupero proprio per consentire a chiunque dei nostri studenti di ragionare su tempi differenti senza un'ottica competitiva e di ricerca di primati".

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