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Domenica, 28 Aprile 2024
La decisione

Uccise e fece a pezzi l'ex fidanzata Carol Maltesi: Davide Fontana condannato all'ergastolo

La sentenza dei giudici d'Appello sul delitto di Rescaldina (Milano). In primo grado l'ex bancario era stato condannato a 30 anni

Ergastolo. Questa la pena decisa dai giudici della corte d'Assise d'appello di Milano per Davide Fontana, l'ex bancario di 44 anni imputato per aver ucciso, l'11 gennaio del 2022, la fidanzata Carol Maltesi nella sua abitazione di Rescaldina (Milano). I giudici d'appello hanno riconosciuto l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre che per la distruzione e l'occultamento del cadavere della 26enne. 

L'accusa aveva chiesto l'ergastolo con due anni di isolamento diurno. In primo grado Fontana era stato condannato a 30 anni. I giudici del tribunale di Busto Arsizio avevano escluso le aggravanti della premeditazione, dei motivi abbietti e di aver adoperato sevizie nei confronti della 26enne. 

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Prima della sentenza Fontana ha reso delle dichiarazioni spontanee davanti alla corte: "Penso a ciò che ho commesso, e provo grande sofferenza. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alla mie azioni e per questo ho chiesto aiuto alle istituzioni. Vorrei chiedere ancora scusa a tutti", ha aggiunto il 44enne, e in particolare "ai genitori di Carol" e al figlio. "Non so se potrò mai essere perdonato per ciò che ho fatto. Darei davvero la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni a cercare di aiutare gli altri". 

L'omicidio di Carol Maltesi

Il delitto risale all'11 gennaio del 2022. Secondo la ricostruzione dell'uomo, i due ex fidanzati avevano deciso di girare un video erotico. La 26enne e l'ex bancario avevano già girato dei filmati hard per la piattaforma ''Only Fans'' durante la pandemia. I due avevano avuto anche una breve relazione, ma erano rimasti in buoni rapporti. Almeno in apparenza. In realtà Fontana non aveva mai accettato la decisione della 26enne di andare a cercare casa nel Veronese per poter stare vicina al figlio piccolo. Da qui la folle decisione di uccidere la donna di cui era innamorato. Nessun gioco erotico finito male ma un piano studiato a 'tavolino'. Carol venne legata a un palo della lap dance, ma il bancario iniziò a colpirla alla testa con un martello, ben 13 volte, per poi finirla con una coltellata alla gola.

Omicidio Carol Maltesi - LaPresse

Fontana avrebbe poi fatto a pezzi il corpo, tentando di bruciare i tatuaggi e il viso per renderla non identificabile. Avrebbe quindi messo i resti nel congelatore e infine si sarebbe disfatto dei quattro sacchi di plastica gettandoli in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia. Resti ritrovati a più di due mesi dal delitto, un periodo durante il quale l'assassino avrebbe anche usato il telefono della donna fingendosi lei, così da depistare le indagini.

La sentenza di primo grado e le polemiche sulla giovane "disinibita"

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, Davide Fontana era stato descritto dai giudici come un uomo innamorato e deluso dalla prospettiva dell'abbandono, mentre Carol Maltesi come una "disinibita" che "si era servita di lui". "Si è reso conto - si legge - che la giovane e disinibita Carol si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e che lo avesse usato, e ciò ha scatenato l’azione omicida".

Carol Maltesi

E ancora: "A spingere l’imputato non fu la gelosia ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato da lei usato e messo da parte". A Fontana era stata inflitta una pena di 30 anni. La sentenza però aveva provocato più di qualche polemica. Secondo la corte non ci fu premeditazione in quanto si trattò di un delitto d'impeto e non ci fu crudeltà perché Fontana non "infierì" sul corpo della donna oltre a quanto fosse ''funzionale alla sua uccisione''.

La zia di Carol Maltesi: "Ha buttato fango sua mia nipote, deve pagare"

In appello la sentenza è stata "parzialmente riformata" e i giudici hanno deciso per l'ergastolo. "Sono felice perché deve pagare, nessuno ha il diritto di togliere la vita a un'altra persona" ha detto Anna, la zia di Carol Maltesi. "Ci speravamo, a maggior ragione dopo aver sentito quello che ha detto stamattina la difesa che ha buttato fango su mia nipote e sulla sua tomba, ma non ha detto invece nulla di lui".

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