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Martedì, 30 Aprile 2024
La svolta / Udine

Luca Tisi ucciso con un coltello da sub, c'è la confessione ma non il movente

Un ragazzo di 28 anni ha ammesso di essere l'autore del delitto, ma non ha saputo spiegare il perché. La vittima trovata in una pozza di sangue e col cranio sfondato

Massacrato senza un motivo, accoltellato a morte e colpito con una violenza tale da sfondargli la scatola cranica senza un movente. Resta un mistero l'omicidio di Luca Tisi, il senzatetto massacrato nella notte tra venerdì e sabato nella galleria dell'ex cinema Capitol a Udine. Bruno Macchi, ventottenne di origine brasiliana residente a Udine fermato mercoledì, ha confessato di aver ucciso Tisi e ha consegnato agli investigatori anche l'arma del delitto: un coltello seghettato da sub. Solo le analisi scientifiche e le valutazioni del medico legale incaricato dell'autopsia potranno però confermare se sia davvero l'arma usata per ferire a morte Tisi.

Di quel massacro, durato quattro minuti, l'indagato non ha però fornito una spiegazione.  Come si legge su UdineToday, in conferenza stampa il procuratore Massimo Lia ha spiegato che "il movente al momento è molto labile per non dire quasi del tutto inesistente" e anche per questo le indagini proseguono. 

Determinante per le indagini è stata l'acquisizione delle immagini delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona del delitto. "Il primo input all'indagine è stato l'aver individuato una telecamera che puntava su via Ermes di Colloredo. In orario compatibile con l'esecuzione del delitto è stato infatti inquadrato un uomo che si allontanava in bicicletta: l'immagine era comunque molto lontana, ma ha permesso di riconoscere dettagli sull'abbigliamento", ha detto il procuratore. Scarpe bianche, pantaloni scuri e un giubbotto con cappuccio sulla testa, questi gli abiti riconosciuti nel video che, durante la perquisizione nell'appartamento di via Deciani sarebbero stati ritrovati. Le telecamere poi hanno ripreso un uomo che usciva dalla galleria dove è stato commesso il delitto e andava verso la roggia per poi tornare indietro a prendere la bicicletta e allontanarsi. "Sono state setacciate altre telecamere sparse per la città per trovare corrispondenza e sono state trovate immagini compatibili che ci hanno permesso di risalire al responsabile del fatto. È stata individuata così l'abitazione (dell'indagato, ndr)", ha confermato Lia.

La seconda persona fermata vicino all'abitazione di Macchi è poi risultata completamente estranea alla vicenda, ma essendo un irregolare in Italia, è stata accompagnata al Cpr di Gradisca da dove verrà espulsa.  

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