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Venerdì, 26 Aprile 2024
Agrigento

Poliziotto uccide il figlio dopo avere subito anni di violenze: chiesti 24 anni di carcere

Vincenzo Rampello fu assassinato a colpi di pistola dal padre Gaetano che ha ammesso il gesto dicendo di avere avuto un corto circuito dopo l'ennesima aggressione. Il pm: "Ha premeditato il gesto andando appositamente in caserma a prendere la pistola ma gli vanno riconosciute le attenuanti perché è stato il solo a cercare di aiutarlo"

Chiesta una condanna a 24 anni di carcere per Gaetano Rampello, il poliziotto agrigentino che ha ucciso con 14 colpi di pistola il figlio ventiquattrenne Vincenzo. "Non è stato un omicidio d'impeto ma ha premeditato il gesto andando a prendere la pistola in caserma prima dell'appuntamento - spiega il pubblico ministero Elenia Manno nella richiesta di condanna - Tuttavia ha subito anni di violenze e sopraffazioni ed è stato l'unico che ha provato ad aiutarlo contrariamente alla madre del ragazzo che è venuta qua a testimoniare sminuendo e negando i problemi psichiatrici".

Gaetano Rampello, 59 anni, poliziotto in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, ha confessato l'omicidio avvenuto il primo febbraio scorso a Raffadali dove i due si erano dati appuntamento perchè il ragazzo avrebbe preteso 30 euro. Secondo la ricostruzione dei fatti ha scaricato 14 colpi di pistola contro il figlio dopo l'ennesima aggressione. In quella circostanza il ventiquattrenne, secondo il racconto dell'imputato, avrebbe strattonato il padre costringendolo a consegnarli altri soldi. 

"Dopo l'ennesima aggressione ho avuto un corto circuito - aveva detto l'imputato - e gli ho sparato alle spalle". Il ragazzo, che soffriva di problemi psichici, era stato denunciato più volte dal padre per estorsione e maltrattamenti. "Sul fatto che sia stato lui ad ucciderlo - ha sottolineato il pm - non ci sono dubbi perchè è stato lui stesso ad ammetterlo e consegnarsi ai carabinieri subito dopo. Peraltro l'omicidio è stato immortalato dalle telecamere della banca e le stesse telecamere smentiscono che l'omicidio sia stato preceduto da un'aggressione. In ogni caso gli vanno riconosciute le attenuanti per il clima di violenze e vessazioni prolungate per anni". 

La corte di assise presieduta da Wilma Angela Mazzara, subito dopo la requisitoria ha dato la parola agli avvocati di parte civile Pietro Maragliano e Alberto Agiato. Martedì è in programma l'arringa del difensore dell'imputato, l'avvocato Daniela Posante. Subito dopo sarà emessa la sentenza. 

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