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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sanità

Il padre muore dopo 56 ore al pronto soccorso, Lorenzin promette: "Mai più"

Il ministro della Salute interviene sul caso di Marcello Cairoli, l'uomo morto all'Ospedale San Camillo di Roma con poca privacy e nessuna dignità: "Non doveva succedere, non da noi"

"Voglio esprimere la mia vicinanza a Patrizio per il suo dolore e garantisco tutto l'impegno affinché il suo auspicio, 'mai più una storia così', si realizzi". Lo scrive su Facebook il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a proposito del calvario vissuto da Marcello Cairoli, l'uomo morto di cancro nel pronto soccorso dell'Ospedale San Camillo di Roma dopo 56 ore di attesa. Una morte senza dignità né privacy, ha scritto il figlio Patrizio, in una lettera al ministro della salute che ieri è rimbalzata su tutti i media. 

"Non doveva succedere, non da noi - promette il ministro - . In Italia il pronto soccorso degli ospedali non è e non deve essere l'ultima tappa della vita di un paziente oncologico. Approfondiremo ogni aspetto di questa vicenda, raccontata da Patrizio con tanto coraggio, amore e indignazione", prosegue il ministro.

Degrado al S. Camillo, curati a terra al pronto soccorso

"Il nostro Paese, grazie all'impegno di tutti gli operatori sanitari, offre ai pazienti e alle loro famiglie un eccellente livello di cure, anche in termini di umanizzazione. In Italia abbiamo realizzato le reti oncologiche proprio per garantire il malato in tutto il suo percorso, anche nella fase terminale, quella in cui ha diritto di essere circondato dall'affetto dei suoi cari, con il sostegno di medici e infermieri preparati ad assisterlo in queste circostanze, ogni volta che serve", aggiunge Lorenzin.

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"Gli ispettori ora accerteranno cosa è accaduto, cosa non ha funzionato, di chi è stata la responsabilità, se un uomo è morto passando le ultime 56 ore della propria vita in un pronto soccorso; con solo un paravento tra lui, circondato dalla sua famiglia, e la folla" continua il post.

"Questa storia - conclude il ministro - non riguarda medici e infermieri, non riguarda il personale e non vale neppure la polemica sui sovraffollamenti al Pronto Soccorso di un grande ospedale romano, dove il personale garantisce quasi mille interventi al giorno. L'indagine ispettiva deve accertare se la rete oncologica del Lazio ha funzionato e verificare i livelli assistenziali erogati sul territorio a favore dei malati oncologici".

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