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Domenica, 28 Aprile 2024
Brutale aggressione / Torino

Pietro Costanzia di Costigliole: chi è il "nobile" fermato per il tentato omicidio col machete

Amputata la gamba alla vittima della brutale aggressione in via Panizza, nel quartiere di Mirafiori nord a Torino. Il giovane fermato in un hotel si dice estraneo ai fatti contestati

Il fermato per la brutale aggressione di Torino (amputata la gamba a un ragazzo attaccato col machete) è il figlio di un nobile: si chiama Pietro Costanzia di Costigliole, ha 23 anni, è originario di Milano e ha vissuto all'estero. Sul web ostenta il suo amore per auto di lusso e abiti griffati, come tanti ragazzi della sua età. Non usa il suo cognome per esteso sui social network. Ha studiato marketing a Barcellona. Ha una serie di precedenti per rapina in Spagna. Sceso dalla moto, uno scooterone, guidata dal complice, ancora ricercato, due sere fa si sarebbe lanciato sulla vittima, che era in compagnia della fidanzata (la cui testimonianza è stata decisiva), con una ferocia senza pari in via Panizza, nel quartiere di Mirafiori nord. C'è, però, ancora molto da chiarire. E Costanzia di Costigliole si dichiara estraneo a tutta la vicenda.

Fermato Pietro Costanzia di Costigliole: chi è

L'ipotesi sul movente era una sola, fino a poco fa: che il ferito avesse scritto messaggi alla fidanzata di Costanzia di Costigliole e questi avrebbe deciso di "fargliela pagare". Ma sembra irrealistico ci sia solo quello: una questione legata alla droga non è da escludere, scrivono oggi i quotidiani torinesi, non ci sono certezze di alcun tipo. E' stato fermato con l'accusa di tentato omicidio. Sentito dal pm titolare dell'inchiesta, ha detto di essere completamente all'oscuro dell'episodio. Non solo: quando è stato raggiunti dagli agenti in un albergo del capoluogo piemontese, pare che fosse convinto che si trattasse dell'esecuzione di un provvedimento dell'autorità giudiziaria iberica, visto che in Spagna aveva soggiornato per un certo periodo. La stanza d’albergo l'ha presa in affitto con un documento non suo: avrebbe colpito il coetaneo a causa di una foto osé ricevuta su WhatsApp dalla sua fidanzata, ma su questo punto gli inquirenti dovranno andare a fondo.

Secondo l’albero genealogico dei Costanzia di Costigliole, è una famiglia della piccola nobiltà piemontese, signori di Costigliole Saluzzo (Cuneo). Un ramo della famiglia, quello del fratello del bisnonno di Pietro Costanzia, è stato creato conte solo nel 1966. Il giovane fermato per tentato omicidio - scrive oggi il Corriere della Sera - è figlio di Carlo jr, nato a Rio de Janeiro da un partigiano democristiano, Carlo Costanzia, ufficiale di collegamento del Comitato di Liberazione Nazionale, con il nome di battaglia di Tenente Carletto. Carlo jr, a sua volta, ha avuto un primo figlio con una nota attrice, conduttrice e modella spagnola, Mar Flores. Il fratellastro di Pietro recitava in una serie tv, Toy Boy, dallo scarso successo e andata in onda su Netlix. Pietro Costanzia di Costigliole sarebbe soprannominato "Il Santo".

Le condizioni del giovane ferito e amputato sono gravi

Le condizioni del giovane ferito, ricoverato all'ospedale Cto, sono sempre gravi. I chirurghi lo hanno sottoposto a un intervento durato oltre quattro ore in cui gli hanno dovuto amputare la gamba sinistra. I colpi ricevuti avevano compromesso le possibilità di salvare l'arto. Il giovane, 23 anni come il presunto aggressore, resta ricoverato in prognosi riservata. E' intubato, in terapia intensiva. Gli immediati soccorsi di alcuni passanti, un operaio e due carabinieri fuori servizio, che con una cintura hanno tamponato l'emorragia, gli hanno probabilmente salvato la vita.

Sconcerto per la ferocia di Mirafiori viene espressa dall'assessore regionale piemontese alla Sicurezza Fabrizio Ricca: "La violenza dell'aggressione avvenuta a Mirafiori Nord lascia sgomenti e ci interroga tutti, come istituzioni, sulle strategie migliori per prevenire e scongiurare eventi simili", dice Ricca, aggiungendo che "serve certamente un controllo capillare del territorio da parte delle forze dell'ordine, serve senza ombra di dubbio che l'aggressore, una volta individuato e fermato, paghi severamente ma serve anche un percorso di formazione culturale per tanti giovani che decidono, incoscientemente, di intraprendere la via della violenza per risolvere alterchi o tensioni".  

Il luogo dell'aggressione col machete (foto da TorinoToday)

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