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Sabato, 27 Aprile 2024
Predappio / Forlì-Cesena

Vestirono il figlio da piccolo balilla, genitori finisco a processo

A Predappio fecero sfilare il bimbo di 8 anni con camicia nera, basco, anfibi, fazzoletto nero al collo, con una spilla a forma di fascio littorio e un'altra spilla con l'aquila imperiale

Compariranno presto in tribunale, a Forlì, 12 persone finite a processo per la commemorazione del centenario della Marcia su Roma, avvenuta domenica 30 ottobre del 2022 a Predappio, paese natale di Mussolini. Quel giorno, davanti alle telecamere venute da tutt'Italia e anche dall'estero, si snodò la manifestazione di neofascisti, con circa tremila partecipanti, che si erano incamminati da piazza Sant’Antonio lungo la strada provinciale del Rabbi cantando anche "Faccetta nera", per raggiungere il cimitero di San Cassiano per commemorare i cento anni dall'evento che diede inizio al fascismo.

Ed ora si parte col processo a carico di 12 persone per le presunte violazioni della Legge Scelba (la legge del 1952 sull'apologia di fascismo) e della Legge Mancino (la legge del 1993 contro l'incitamento all'odio razziale). Si tratta di manifestanti “nostalgici” provenienti da diversi territori (dalle province di Forlì, Ravenna, Ferrara, Venezia, Padova, Treviso, Pordenone, Brescia, Firenze, Fermo). Gli imputati hanno ricevuto la scorsa settimana la citazione per l'udienza pre-dibattimentale fissata per il prossimo 17 maggio davanti al giudice Priore,  e sono difesi dagli avvocati Minutillo, Passadore, Ribetti e Fabbri.

Tra gli imputati, in particolare, spiccano anche due genitori che, nella sfilata in camicia nera, vestirono il loro figlio di appena 8 anni con camicia nera, basco, anfibi, fazzoletto nero al collo, con una spilla a forma di fascio littorio e un'altra spilla con l'aquila imperiale, di fatto richiamando la divisa dei balilla. Nei guai anche un altro partecipante, per aver indossato la divisa nera del gerarca fascista. 

Tra i soggetti che dovranno andare al processo anche il faentino Mirco Santarelli, all'epoca responsabile degli Arditi d'Italia che organizzano i raduni. Santarelli, assieme ad un altro imputato, è chiamato al giudizio in tribunale per aver invocato la “chiamata al presente”, mentre altri 7 soggetti sono stati accusati per l'esibizione del saluto romano. Le accuse sono ai sensi della Legge Scelba per aver compiuto “manifestazioni usuali del disciolto partito fascista” e per la Legge Mancino, per aver ostentato emblemi e gesti del partito fascista, inteso come “organizzazione avente scopi di incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali”. Parte delle accuse sono soggette alla revisione imposta recentemente da una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione che riduce l'ambito di punibilità di queste commemorazioni.

Il corteo del centenario

Quel 30 ottobre 2022, quando si celebrava il secolo dalla Marcia su Roma, all’appello "Camerata Benito Mussolini!", ripetuto da Mirco Santarelli, responsabile dell'epoca degli Arditi, la folla urlò "Presente!", con alcuni dei partecipanti che avevano risposto anche con i saluti romani. Braccia diventate tese anche quando si era alzato il coro "Duce, Duce!" durante il corteo.

Il raduno, uno dei tre ritrovi annuali in camicia nera che si tengono a Predappio (nascita e morte di Mussolini, e anniversario della Marcia su Roma), fu preceduto due giorni prima, il venerdì, da un animato corteo dell'Anpi per ricordare, invece, il centenario della liberazione del paese, che avvenne il 28 ottobre 1944 per mano dei partigiani dell'VIII Garibaldi e dei soldati polacchi. Una data anch'essa simbolica: anche se non ci sono testimonianze ufficiali che lo attestino, infatti, per l'ingresso degli alleati nel paese natale del Duce si scelse la stessa data della ricorrenza fascista.

La mappa del neofascismo in Italia: così si preparano allo scontro 

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