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Sabato, 27 Aprile 2024
Viaggio da incubo / Roma

"Sono stata molestata sulla metro", il racconto-denuncia di una ragazza

Su Twitter la ricostruzione di cosa è accaduto, la corsa per le scale della metro fino a raggiungere gli addetti alla sicurezza: "Avrei voluto urlare, o colpirlo, ma temevo le conseguenze"

"Oggi sono stata molestata sulla Metro B" a Roma. Inizia così, con una frase drammaticamente chiara e immediata, il racconto-denuncia di una ragazza. Dee, questo il suo nome sul social, sceglie Twitter per raccontare e sfogarsi, per ricostruire il viaggio da incubo. Fa una premessa - "Mi sono chiesta a lungo se fosse o meno il caso di scrivere qualcosa a riguardo o condividere la mia esperienza qui o altrove - e poi inizia il racconto del viaggio peggiore della sua vita.
 
Riportiamo qui il racconto di Dee. "Sono salita sulla metro B a Piramide in direzione Rebibbia. La metro era molto affollata. Ero rimasta nelle vicinanze dell'uscita, un po' perché muoversi oltre non sembrava fattibile, un po' perché avrei dovuto fare solo quattro fermate. Nell'impossibilità di muoversi agevolmente e con le tante persone intorno, mi stavo tenendo con la mano destra sul palo centrale al centro del vagone, davanti alle porte, tenendo la mano in basso, mentre con la sinistra controllavo alcune cose di lavoro sul telefono - scrive tweet dopo tweet - . Dopo una fermata inizio a sentire una pressione sulla mano. Lì per lì penso che siamo veramente appiccicati.Abbasso lo sguardo e un tizio di mezza età, con la tuta grigia e gli occhiali da sole neri, scurissimi, sta strusciando il suo pene visibilmente eretto sulla mia mano. Mi tolgo di scatto, tremo. Torno a guardare il tizio che nel frattempo si è messo una mano 'in tasca' e la agita freneticamente tenendoselo in mano. Accanto a me una ragazza un po' più piccola di me non si accorge di nulla, ma ora ce lo ha lei vicino, vicinissimo. La sfioro, le faccio cenno di avvicinarsi a me, di allontanarsi dal tizio. Capisce subito cosa sta succedendo.Raggiungiamo termini. Il tizio si mischia nella folla ma scende a sua volta e inizia a seguirci a breve distanza". 

denuncia molestia metro B

Il racconto prosegue: "Scendiamo rapidamente le scale mobili, cercando di superare le altre persone e creare un muro di gente tra noi e lui. In fondo alla scala, ci sono tre ragazzi con una divisa Interpol. Ci avviciniamo a loro, il tizio se ne rende conto ma ormai è incastrato nella scala tra la folla, ed è costretto a scendere.I ragazzi dell'interpol lo vedono, lo seguono. Ci dicono di salire sul nostro prossimo treno, che si sarebbero assicurati che non ci avrebbe seguito. Il treno arriva. Io e l'altra ragazza saliamo. Tremiamo. Ridiamo di questa situazione che ci ha fatte incontrare, ridolini di tipo isterico, di quelli in cui cerchi di mascherare il terrore".

Quello che la giovane sottolinea è la "frustrazione", "il senso di impotenza. L'impossibilità di fare nulla. Di non poter reagire, perché non sai chi hai davanti e chi ti sta intorno. L'incertezza di ricevere supporto, aiuto. Il timore che verrai guardata tu come una pazza isterica".

Dee prosegue nel racconto della sua giornata. Spiega che poi è andata in palestra, come aveva deciso ben prima del viaggio da incubo in metro "Almeno questo me lo devo - scrive - Il non permettere a nessun pezzo di merda di avere il potere di togliermi il mio spazio, il mio tempo. Niente". E poi si rivolge alle altre ragazze "A tutte voi, che leggete e sapete che vuol dire: Protect your sisters".

Tanti i commenti ricevuti e le manifestazioni di solidarietà. Nelle risposte date ad altri utenti Dee sottolinea la difficoltà sia nell'immediato sia dopo. "Avrei voluto urlare, o colpirlo, ma temevo le conseguenze", scrive. E poi ci sono tutti i dubbi sulla decisione di raccontare quanto accaduto.  "Non ero sicura di voler scrivere di questo episodio. La quantità di calore, affetto e supporto che ho ricevuto mi ha lasciata senza parole. Se non avessi condiviso, probabilmente ora sarei in posizione fetale a piangere e a sentirmi in colpa".
 

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