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Venerdì, 26 Aprile 2024
CRONACA / Napoli

Napoli, non si ferma all'alt: ragazzo di 17 anni ucciso dai carabinieri

Il colpo, secondo quanto ricostruito dagli stessi agenti, sarebbe partito mentre il carabiniere cercava di fermare il giovane. Il ragazzo è stato soccorso, ma è morto in ospedale. Il fratello: "Non si è fermato perché aveva paura. E' un omicidio"

NAPOLI - L'alt, la fuga, lo scontro, il colpo di pistola "accidentale" e la morte. Tragedia nel quartiere Traiano di Napoli, dove un ragazzo di diciassette anni - Davide Bifolco - è morto, colpito da un colpo di pistola sparato da un carabiniere con la pistola di ordinanza dopo che la vittima, su uno scooter con altri due ragazzi, non si era fermato a un posto di blocco. "Aveva paura che gli sequestrassero lo scooter - ha spiegato il fratello del ragazzo - e lo hanno ucciso". 

LA RICOSTRUZIONE  - Secondo una prima ricostruzione, fornita dagli stessi agenti, nel corso di un normale servizio per il controllo del territorio i carabinieri hanno notato tre persone in sella ad uno scooter che stavano percorrendo, secondo i militari, con fare sospetto il viale Traiano. I tre non si sarebbero fermati all'alt e ne sarebbe nato un inseguimento che si sarebbe concluso su via Cinthia, quando il conducente dello scooter in corsa avrebbe prima colpito un'aiuola e poi urtato la macchina dei carabinieri, cadendo a terra.

IL COLPO DI PISTOLA - Subito dopo la caduta, uno dei sospetti - sembra si tratti di un ventiquattrenne agli arresti domiciliari - è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le tracce. Qui, la tragedia. Mentre un secondo militare stava cercando di bloccare e mettere in sicurezza gli altri due, avrebbe accidentalmente esploso un colpo con la pistola d'ordinanza che ha raggiunto Davide.

Il giovane è stato soccorso e portato all'ospedale San Paolo, dove è deceduto. L'autorità giudiziaria, subito intervenuta sul posto, sta sentendo alcune persone per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.

"DAVIDE AVEVA PAURA" - Quando nel rione Traiano si è diffusa la drammatica notizia, è esplosa la rabbia dei cittadini contro le forze dell'ordine. Ci sono state violente e dure proteste con un'auto della polizia che è stata completamente distrutta e un'altra  pesantemente danneggiata. Proprio dal rione ha parlato il fratello di Davide, che ha rivolto pesantissime accuse agli agenti. "E' stato un omicidio, non s'inventassero scuse. E' stato un omicidio - ha detto tra le lacrime  Tommaso Bifolco - Non è caduto durante l'inseguimento è stato speronato e ucciso". "Guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino - ha confessato il fratello della vittima - La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a Davide. Forse si e' spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato all'alt delle forze dell'ordine".

"ORA UCCIDANO ANCHE ME" - Non si dà pace mamma Flora, che ha visto il figlio diciassettenne senza vita sull'asfalto. "Davide è venuto poco dopo le due di notte a casa, a prendere un cappellino e un giubbotto. Mamma, mi faccio un ultimo giro e torno, mi ha detto così". Ma Davide non è mai più tornato. "Dopo qualche minuto - ha ricostruito la donna - degli amici sono venuti a chiamarmi: prendi i documenti che Davide è stato fermato dai carabinieri. Sono arrivata, era già a terra. Lo scuotevo ma non mi rispondeva". "Quando gli ha sparato non l'ha visto in faccia? Quel carabiniere non ha visto che Davide era un bambino? - ha detto piangendo a 'Il Mattino' -  Ora, se ha il coraggio, quel carabiniere deve uccidere anche me, perché mi ha ucciso mio figlio". 

"AMMANETTATO DA MORTO" - E di "ultimo giro prima di tornare a casa" ha parlato anche un amico di Davide che era sul motorino di un amico, accanto a quello della vittima. "Stavamo percorrendo un viale quando a un certo punto una macchina dei carabinieri è andata contro lo scooter di Davide. E' iniziato l'inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso, l'hanno ammanettato come il peggior dei criminali - ha raccontato - nonostante fosse già stato colpito. Davide era un bravissimo ragazzo per me era un fratello - ha concluso -. Giocavamo a calcio, scherzavamo tra di noi. Non eravamo delinquenti, stavamo soltanto facendo un ultimo giro prima di tornare a casa".

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