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Sabato, 27 Aprile 2024
L'omicidio / Milano

Uccide la mamma, la fa a pezzi e la sigilla nella vasca da bagno: "Estremo disagio"

"Non siamo di fronte a un killer freddo e calcolatore", secondo la pm. Chiesti 28 anni di carcere per Rosa Fabbiano, la donna che ammazzò la madre Lucia Cipriano a Melzo (Milano)

Non un "killer freddo", ma "una donna capace di intendere e di volere". La pm di Milano Elisa Calanducci ha chiesto di condannare a 28 anni di reclusione Rosa Fabbiano, imputata davanti alla corte di assise con le accuse di omicidio e vilipendio del cadavere della madre Lucia Cipriano, il cui corpo fatto a pezzi è stato ritrovato il 26 maggio 2022 nella vasca da bagno del suo appartamento di via Boves a Melzo, comune della città metropolitana di Milano. Con Rosa Fabbiano "non siamo di fronte a un killer freddo e calcolatore", le parole della pm nella requisitoria con cui ha chiesto di condannare la donna, oggi 59enne. "Reputo che il movente sia da ricercare in una condizione di estremo disagio. Non ci sono elementi che fanno ritenere una premeditazione, ma neanche una dinamica differente", ha proseguito il pubblico ministero, chiarendo che il 31 marzo 2022 Fabbiano avrebbe "strangolato o soffocato" la madre "per impedirle di strillare". La donna aveva 84 anni.

A quel punto lei stessa avrebbe fatto a pezzi la vittima, sigillandola poi nella vasca da bagno. "Il cellulare di Rosa non torna a Melzo fino al 12 aprile. Quello è un giorno importante perché la vicina di casa sente cattivo odore e vede fumo uscire dalla finestra", ha sottolineato la pm rivolgendosi alla corte di assise di Milano. Il 12 aprile Rosa Fabbiano - stando all'accusa - "aveva già preso le sue determinazioni su cosa fare della salma. Già quel giorno ha iniziato a depezzare la madre. Ha spogliato il corpo e ha cercato di bruciare gli indumenti". 

Un'idea "malsana", è la parola usata dalla pm, che ha poi anche messo in luce la "povertà ideativa, emotiva e affettiva" di Fabbiano, che tuttavia non sarebbe "sufficiente a mettere in dubbio che non fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti, perché non c'è nessuna evidenza". Il movente del delitto è da individuarsi, secondo il pubblico ministero, nella "situazione non proprio di serenità o soddisfazione per la propria vita quotidiana" che la donna conduceva all'epoca dei fatti. Oltre alla distanza di una delle sorelle e al rapporto difficile con il marito disabile, la Fabbiano aveva anche iniziato ad occuparsi dell'anziana madre, in una "condizione di estremo disagio". La sentenza sul caso è attesa per il 19 dicembre, dopo gli interventi della difesa e le eventuali repliche.

Come è stata uccisa Lucia Cipriano, e il possibile movente

La donna, unica imputata, si è sempre trincerata nel silenzio. Non aveva parlato di quanto commesso con nessuno, finché una delle due sorelle, verso la fine di maggio del 2022, è andata a far visita alla madre. Allora la donna, dopo aver impedito alla parente di entrare nel bagno dell'abitazione di via Boves a Melzo, è crollata e le ha chiesto di accompagnarla in caserma.

La data della morte è da collocare qualche settimana prima del ritrovamento dei pezzi di cadavere, in stato di decomposizione avanzata. Secondo quanto appurato successivamente, Rosa Fabbiano sarebbe entrata in crisi per le condizioni di salute della madre. Nel firmare l'ordinanza di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere, il gip di Milano Giulio Fanales ha sostenuto la sua "assoluta incapacità nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati".

I dettagli dell'omicidio di Lucia Cipriano sono da film horror. Fabbiano avrebbe ucciso la madre "facendola prima adagiare all'interno della vasca da bagno e dopo coprendola con un telo in cellophane, che fissava ai bordi della vasca con del nastro adesivo, in modo da non far passare aria". In seguito ha mutilato il cadavere mantenendolo all'interno della vasca da bagno, sigillato con il telo. I carabinieri intervenuti sul posto quel giorno hanno trovato guanti in lattice, segni di bruciatura sui vestiti dell'anziana e, sul bordo della vasca, "una lama per seghetto della lunghezza di 31 centimetri" e "una sega con lama metallica lunga 45 centimetri". Gli attrezzi usati dalla donna per smembrare la madre.

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