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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sparò al ladro ma non fu legittima difesa, la visita di Salvini: "Pronto a chiedere la grazia"

Lo scorso 16 febbraio la Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni e mezzo per l'imprenditore piacentino Angelo Peveri. Il vicepremier: "Lui in cella, il rapinatore fuori". Dura la replica dell'Associazione nazionale magistrati: "Veicola un messaggio sbagliato". Critiche anche dal Procuratore di Piacenza: "Non è un caso di legittima difesa"

Lo scorso 16 febbraio la corte di Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per l'imprenditore piacentino di Sarmato Angelo Peveri che la notte del 6 ottobre del 2011 sparò a tre ladri romeni, ferendone gravemente uno, che stavano portando a segno l'ennesimo furto di gasolio nel suo cantiere vicino a Borgonovo. Peveri, imputato per tentato omicidio, aveva raccontato di essere esasperato per i continui furti che aveva subito in quel periodo. Oltre alla condanna di Peveri, la Cassazione ha confermato anche la pena di 4 anni 2 mesi per il suo dipendente Gheorghe Botezatu che era con lui quando sparò ai ladri. 

Peveri era giunto sul posto armato di fucile dopo che era scattato l'allarme per l'intrusione. Secondo le indagini Peveri sparò diversi colpi, di cui uno esploso a distanza ravvicinata. Dopo la fuga uno dei ladri tornò indietro per recuperare la sua auto, ma venne immobilizzato e fatto inginocchiare. A quel punto Peveri avrebbe esploso un altro colpo. Il procuratore generale aveva chiesto l'accoglimento del ricorso presentato dalla difesa dei due imputati piacentini e il rinvio alla Corte di Appello per un nuovo esame del caso. Ma la suprema corte ha invece confermato la condanna. Quella di Peveri per la giustizia non fu legittima difesa.

Non la pensa così il ministro dell'Interno Salvini che nel pomeriggio di ieri ha incontrato Angelo Peveri e Gheorghe Botezatu all'interno del carcere delle Novate.

Salvini: "Pronto a chiedere la grazia al presidente della Repubblica"

"Peveri trascorrerà ingiustamente la sua terza notte in carcere lontano dalla famiglia, il rapinatore invece è fuori con il portafogli pieno" ha detto il vicepremier all'uscita del penitenziario. "Dal mio punto di vista - ha aggiunto Salvini - non avrebbe dovuto nemmeno entrarci in carcere". Il ministro ha poi annunciato che "se servirà andrò anche dal presidente della Repubblica" a chiedere la grazia per l'imprenditore arrestato.

Il vicepremier: "Se qualcuno entra a casa mia ho diritto di difendermi"

Salvini è arrivato nel carcere di Novate nel pomeriggio di ieri si è intrattenuto a colloquio per alcuni minuti sia con Peveri che con Botezatu, poi ha parlato anche con i familiari dell'imprenditore piacentino, la moglie e i due figli.

Inevitabile parlare di legittima difesa: "La legge che approveremo non è l'invito a nessuno a farsi giustizia, ma se io vengo aggredito o minacciato nella mia azienda, nel mio negozio, nella mia casa ho diritto di difendermi senza passare nove anni per tribunali come ha fatto Angelo Peveri. Dopo questo incontro ho la sensazione di qualcosa che non è giusto: perché che sia in galera un imprenditore che si è difeso dopo 100 furti e rapine, e invece sia a spasso un rapinatore in attesa di un risarcimento dei danni, mi dice che bisogna cambiare presto e bene le leggi. Cercheremo di fare di tutto perché stia in galera il meno possibile".

Salvini in carcere a Piacenza per incontrare Angelo Peveri ©ilPiacenza-2

(Salvini davanti al carcere delle Novate, foto Il Piacenza)

Lo scontro tra Salvini e l'Anm: "Così viene delegittimato il sistema giudiziario"

Ma le dichiarazioni del vicepremier hanno innescato un aspro scontro con l'Associazione nazionale magistrati. "Siamo costretti ancora una volta a fare chiarezza su quelli che sono i compiti che la Costituzione assegna a ciascuna istituzione" ha fatto sapere la Giunta Esecutiva Centrale dell'Anm nella tarda serata di ieri.

"Le decisioni in merito alle modalità e alla durata di una pena detentiva spettano non al Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che oggi ha fatto visita a un detenuto condannato con sentenza passata in giudicato, ma solo alla magistratura, che emette le sentenze in modo rigoroso e applicando le leggi dello Stato".

Per l'Anm, "ogni tentativo di stravolgere queste regole rende un cattivo servizio e veicola una messaggio sbagliato ai cittadini, viola le prerogative della magistratura, delegittima il sistema giudiziario ed è contrario allo Stato di diritto e ai principi costituzionali, al cui rispetto dovrebbero concorrere tutti, specialmente chi ricopre importanti incarichi di Governo". 

Il Procuratore di Piacenza: "Non è un caso di legittima difesa"

"Potrebbe essere una spinta a farsi giustizia da sé". Così Salvatore Cappelleri, al vertice della procura di Piacenza, in una intervista a Repubblica sulla visita del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ad Angelo Peveri, l'imprenditore piacentino in carcere condannato a 4 anni e 6 mesi per tentato omicidio di un ladro romeno.

"Questo non è un caso di legittima difesa", afferma il procuratore secondo il quale, "il pericolo è che passi il messaggio che comunque è legittimo reagire". "I parlamentari possono fare visite in cella, è indiscutibile, ne io li giudico. Ma se si sta usando il caso Peveri per giustificare una nuova legge sulla legittima difesa, l'esempio non è pertinente - rileva il procuratore - Chi ha certe responsabilità dovrebbe essere più attento a ricostruzioni che non corrispondono ai fatti processualmente accertati".

Con la legge Salvini sulla legittima difesa sarebbe cambiato qualcosa? "Qualunque sarà, se sarà, la legge, non sarebbe valsa in questo caso. Perché qui non si è posto un problema di aggressione, e quindi di difesa. Non c'è stata l'intrusione in un domicilio perché il fatto è accaduto in aperta campagna. Quindi questa vicenda sarebbe del tutto estranea alla futura, eventuale normativa".

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