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Sabato, 27 Aprile 2024
La ricostruzione / Frosinone

L'uomo ucciso nel bar affollato, il killer incastrato da un video

Il punto sulle indagini dell'agguato di Frosinone, dove un 27enne è stato freddato e tre persone sono rimaste ferite

C'è lo spettro del regolamento di conti tra bande rivali all'origine del sabato sera di terrore vissuto ieri, 9 marzo, a Frosinone con una sparatoria in pieno centro. Il bilancio è di un morto, Caseni Kasmi, e tre feriti. Un albanese di 23 anni, Michea Zaka, è stato arrestato dalla polizia.

Sparatoria a Frosinone, panico tra la folla

Tutto è accaduto intorno tra le 18 e le 19 di sabato 9 marzo allo Shake Bar, lungo la centralissima via Aldo Moro. Si è scatenato il panico, con le persone che si sono ritrovate ad assistere alla sparatoria e che hanno cercato rifugio nei portoni e nelle attività commerciali.

La pista è quella di un regolamento di conti tra due gruppi albanesi nato per la riorganizzazione delle piazze di spaccio e della prostituzione, dopo le operazioni messe a segno nelle ultime settimane dalle forze dell'ordine che hanno smantellato la precedente struttura di comando. 

L'agguato ripreso dalle telecamere

Su quanto accaduto sono circolate due versioni diametralmente opposte. Inizialmente si è detto che la vittima era seduta al tavolino del bar con altri quattro amici. I rivali sono arrivati in auto, una Lancia Y, e si sono avvicinati. C'è stata una discussione, poi la sventagliata di proiettili. Il 27enne è morto sul colpo, un altro giovane è rimasto ferito in modo gravissimo e altri due in modo più lieve. 

Ore dopo è emersa una nuova ricostruzione che ribalta completamente lo scenario e alla quale si è arrivati dall'esame delle immagini registrate dalle telecamere interne al locale e le ammissioni fatte dall'arrestato. Secondo la seconda versione, l'arrestato era al bar con alcuni amici e poco prima delle 19.30 è arrivato un gruppo di quattro connazionali. A estrarre la pistola e a fare fuoco non sarebbe stato quindi un componente del commando arrivato nel bar, ma uno del gruppo che già si trovava al suo interno. Una versione che avrebbe trovato pieno riscontro dall'esame delle immagini.

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Il giallo dell'arma

In manette come detto c'è il 23enne albanese Michea Zaka. Lui è incensurato, ma nell'ultimo anno la polizia lo ha fermato due volte per un giro di droga e si sospetta possa essere il cassiere di una banda. La Procura gli contesta i reati di "omicidio premeditato" e "triplice tentato omicidio". Gli inquirenti avrebbero identificato anche le altre tre persone che erano con lui, ma non sarebbero state mosse accuse formali. Agli agenti il 23enne ha parlato di contrasti per una donna, tesi che però non convince chi indaga. Ha anche detto che la pistola non era sua. L'avrebbe rubata a un componente della banda rivale. Le sue parole devono ancora trovare riscontro.

Il sindaco di Frosinone: "Sono sconvolto"

"Sono sconvolto. Una sparatoria del genere, in pieno centro, è una cosa assurda, siamo sotto choc. C'è stata molta paura tra la gente che in quel momento era in strada: è sabato sera ed era l'ora dell'aperitivo", dice il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Intanto il prefetto Ernesto Liguori ha convocato una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza. 

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