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Domenica, 28 Aprile 2024
L'inchiesta / Palermo

Lo stupro, la tappa in rosticceria e le microspie in caserma: "Ci siamo comportati come dei cafoni..."

Le intercettazioni di alcuni degli indagati per la violenza di gruppo del 7 luglio scorso a Palermo, quando erano stati convocati dai carabinieri il 3 agosto. Tutti addossavano la colpa ad Angelo Flores, di cui la vittima si diceva persino "innamorata", perché "ha fatto i video, a noi le telecamere ci hanno fottuto... L'abbiamo lasciata lì come una prostituta"

"Noi pure da cafoni ci siamo comportati, perché abbiamo finito tutti, l'abbiamo lasciata lì come una prostituta, abbiamo detto: 'Vabbè, a posto, abbiamo finito'". Non sapeva di essere intercettato Elio Arnao, uno dei sette ragazzi accusati di aver stuprato in gruppo una diciannovenne a Palermo, al Foro Italico, lo scorso 7 luglio, mentre con Christian Maronia e Samuele La Grassa era stato convocato in caserma dai carabinieri. Era il 3 agosto, i primi tre giovani - Angelo Flores, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone - erano già finiti in carcere da diversi giorni (senza che la notizia trapelasse) e mentre aspettavano di essere sentiti dagli inquirenti, ricostruivano l'accaduto, ritenendo che la "colpa" sarebbe stata soprattutto proprio di Flores, che avrebbe non solo presentato al resto del branco la giovane - essendo l'unico a conoscerla, ad avere avuto anche rapporti sessuali con lei in precedenza e di cui lei, come ha confidato agli psicologi, era "innamorata, ci tenevo a lui" - ma soprattutto perché aveva filmato la violenza con il cellulare.

Le chat segrete e i video inviati durante lo stupro

Il "pezzo" in rosticceria dopo la violenza e le telecamere

Come è stato ricostruito dalla Procura, gli indagati, dopo aver abbandonato la ragazza fuori dal cantiere del Foro Italico, si sarebbero divisi in due gruppi: alcuni sarebbero tranquillamente tornati alla Vucciria (sono stati ripresi intorno all'1.30 dalle telecamere di sorveglianza) ed altri sarebbero invece andati in una nota rosticceria della Cala, a mangiare un boccone come se nulla fosse successo. Le telecamere piazzate nell'attività, che li hanno inquadrati nitidamente (come si vede nella foto che accompagna questo articolo) sono state fondamentali per identificarli: la vittima conosceva appunto soltanto Flores e solo con molta difficoltà avrebbe potuto indicare con certezza gli altri. 

"È colpa di Angelo perché ha tutti i video nel telefono"

Il  3 agosto - pochi giorni prima di finire in cella anche lui - La Grassa diceva: "Maria, Angelo ha tutti i video nel telefono, mio cugino c'è, ti giuro a mia madre che deve morire..." e Maronia replicava: "Questo per Angelo, lo vedi che ha combinato? Minchia io ho detto io..." e La Grassa riprendeva: "Compà è stato l'unico che non l'ha toccata, te lo giuro su mia madre e ci sta andando nel mezzo...". Maronia aggiungeva: "Ma perché eravamo tutti nel video, dovrebbero andare a beccare anche a un altro...". Dalla consulenza tecnica sul telefono di Flores - come ha anticipato PalermoToday - è emerso che il giovane avrebbe mandato due video dello stupro e pure una foto della vittima nuda durante l'aggressione proprio mentre era in corso la violenza. I file sono stati inviati anche a persone che al momento non sono coinvolte nelle indagini.

Gli interrogatori: "Prima lei era d'accordo, poi ha urlato..."

"Ora nascondo il cellulare, l'avevo detto di non filmare..."

In caserma, i tre indagati erano piuttosto tesi, consapevoli di andare incontro a guai seri e anche che quella sera le cose non sarebbero dovuto andare in quel modo, anche se - secondo la loro versione - in prima battuta la vittima sarebbe stata pienamente consenziente al rapporto. La preoccupazione di avere problemi (e anche il tentativo di evitrarli) la manifestava Arnao che chiedeva a La Grassa: "Ma il telefono te lo hanno levato? Non te lo hanno tolto?" e aggiungeva: "Io il telefono lo prendo, l'ho spento, l'ho nascosto e l'ho infilato sotto...". E se la prendeva nuovamente con Flores: "Perché c'è Angelo, mi ha mandato il video, lo cancello e me lo manda nuovamente... Minchia un bordello, a lui gliel'ho pure detto: 'Non ne fare, cancellalo...'". 

"Nuda, buttata a terra come se fosse morta..."

Arnao diceva poi a Maronia, riferendosi alla vittima: "Tu forse manco l'hai toccata" e lui rispondeva: "Mi era passata pure la voglia". Quindi interveniva La Grassa: "Io manco l'ho toccata quasi quasi". Ma proprio Maronia ripensava a cosa era successo nel cantiere quasi disgustato: "Spogliata, tutta nuda, buttata a terra come se fosse morta... Io ho provato, senza ottenere niente, non ci riuscivo neanche... Mi sentivo osservato, mi sentivo a disagio" e Arnao: "Sette maschi... Posso capire se siamo due maschi ed una femmina...". A quel punto La Grassa sosteneva: "Quello che la struppiò di più è stato quello, Gabriele Di Trapani".

"Noi pure da cafoni ci siamo comportati..."

Riflettendo sulle conseguenze, Maronia diceva agli altri: "Ragazzi, a noi le telecamere ci hanno fottuto, perché noi mentre ce ne stavamo a braccetto e la toccavamo...", facendo riferimento al percorso compiuto dal gruppo dalla Vucciria al Foro Italico, ripreso proprio dalle telecamere. La Grassa conveniva: "Oh, il problema è stato la Vucciria... Io quella sera l'ho detto, ragà: 'Io non voglio venire, non me la sento'". E anche Maronia era dello stesso avviso: "Non me la sentivo perché non lo so, avevo il babbìo io, ho detto: 'Vabbè, arrivati là non ci fa niente', chi se lo aspettava! E intanto lei lo ha detto: 'Basta che mi fate fumare e bere...', ha cominciato subito a fare la tr...". Va rimarcato che questo è esattamente quanto Maronia ha poi riferito in sede di interrogatorio e, mentre era in caserma, non sapeva che le sue parole erano intercettate. A chiudere il discorso era Arnao: "Una denuncia per una f... mi mancava però...", non capendo evidentemente la gravità dell'accaduto. Alla fine però ammetteva: "Noi pure da cafoni ci siamo comportati, perché abbiamo finito tutti, l'abbiamo lasciata lì come una prostituta, abbiamo detto: 'Vabbè, a posto, abbiamo finito'...".

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