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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Padova

Terrorismo, espulso 32enne marocchino: "Chiara propensione al Jihad"

Il 32enne marocchino, residente a Padova e titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo, risultava tra i fondatori di un centro culturale islamico di Padova frequentato da soggetti attestati su posizioni estremiste

PADOVA - Un 32enne marocchino, residente a Padova e titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi familiari, è stato espulso dal territorio nazionale con provvedimento del ministro dell'Interno per "motivi di sicurezza dello Stato". Ne dà notizia il Viminale, sottolineando come l'uomo avesse "una chiara propensione alla jihad".

Il marocchino - spiega il ministero dell'Interno - era all'attenzione degli investigatori "perchè risultava tra i fondatori di un centro culturale islamico di Padova frequentato da soggetti attestati su posizioni salafite/wahhabite. Il suo nome è emerso nell'ambito di un'indagine avviata nel 2015 dalla questura di Padova in direzione della struttura fondamentalista islamica denominata Jihadia Salafiyya Padova, impegnata in attività di propaganda e proselitismo attraverso la diffusione di video e messaggi in lingua araba". 

L'uomo, inoltre, "è risultato in contatto con l'imam della moschea di Schio (Vicenza), già espulso dall'Italia il 30 settembre 2015 con provvedimento del ministro dell'Interno. Dal materiale informatico e documentale sequestrato nel corso della perquisizione a suo carico sono emersi chiari indicatori della sua deriva fondamentalista - peraltro confermata dall'ex moglie - e del suo interesse a diffondere il credo islamico piu' oltranzista, con una chiara propensione alla jihad". 

Con il rimpatrio di oggi, il primo del 2017, salgono a 133 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento in frontiera dal gennaio 2015 ad oggi.  

Sull'annosa polemica delle esplusioni e della difficile gestione dei migranti proprio questa mattina il neo ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in un'intervista alla Stampa, ha spiegato che l'Italia dovrà "accelerare su espulsioni e rimpatri: sono al lavoro per concludere accordi che diminuiscano gli arrivi impedendo le partenze". In particolare, ha spiegato Alfano, ci sono contatti "con un triangolo di Paesi fondamentali": "Il Niger, con cui siamo vicini a concludere un accordo, la Tunisia e la Libia". 

Contestualmente il Movimento 5 Stelle in un post dal titolo 'Minniti e i CIE' attacca le politiche del governo che, come propone il ministro dell'interno Minniti, vorrebbe aprire un Centro di indentificazione ed espulsione in ogni regione, "rallentando di fatto solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalita' e mafie con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europa e della Corte Costituzionale in materia di diritti umani".

"E' necessario identificare chi arriva in Italia - sostengono i 5 Stelle - scovare i falsi profughi, espellere rapidamente gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili CIE spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d'asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari. Per far questo serve prima di tutto un governo credibile e in grado di farsi rispettare dai partner internazionali. Condizione necessaria affinche' si stipulino tutti quegli accordi bilaterali che ci permetterebbero di espellere gli immigrati irregolari che, come certificato dalla stessa UE, sono l'80% di chi e' giunto in Italia negli ultimi anni. In assenza di questi accordi pero', l'Italia ne puo' espellere solo poche migliaia degli oltre 75.000 che risiedono sul nostro territorio". 

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