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Pensioni in alto mare: cosa "non va" in Quota 102 e Quota 104 e chi potrà lasciare il lavoro dal 1º gennaio 2022

C'è un cartello con scritto "lavori in corso" sulla riforma delle pensioni che porterà al superamento di Quota 100. L’ipotesi del Mef, Quota 102 per il 2022 e Quota 104 per il 2023, è stata accantonata per ora. Tutti gli scenari per l'anno prossimo

C'è un cartello con scritto "lavori in corso" sulla riforma delle pensioni che porterà al superamento di Quota 100 con la nuova legge di Bilancio.  La decisione sulla riforma di Quota 100 delle pensioni per ora resta infatti in stand by, dopo che ieri sembrava ormai esserci un accordo su Quota 102 nel 2022, per poi passare a Quota 104 dal 2023. "Visto che nel Documento programmatico di bilancio ci sono solo macro-voci", spiegano alle agenzie fonti di governo presenti alla riunione, "ogni decisione sul superamento" della riforma delle pensioni del primo governo Conte "può essere rinviata".

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Pensioni: cosa cambia dopo Quota 100 

"Vengono previsti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario", si legge nella nota dopo il Cdm. In Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, la Lega ha espresso una "riserva politica" sulla riforma di quota 100, che sarebbe passata - stando alla formulazione messa a punto dal ministro dell'Economia Daniele Franco con il sostegno del premier Mario Draghi- per quota 102 nel 2022 fino a 'quota 104' nel 2023. "Sulle pensioni ci sono diverse ipotesi in ballo, ma questa sera nessuna decisione su Quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero", le parole del ministro Giancarlo Giorgetti al termine del Cdm.

"Lavori in corso su reddito di cittadinanza e pensioni, la Lega è impegnata per tutelare i lavoratori precoci e quelli delle piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato. In più c’è soddisfazione per i 7 miliardi di taglio alle tasse e per la difesa dell’impianto delle pensioni: nessun ritorno alla Fornero", dice il leader della Lega Matteo Salvini. Bisognerà  trovare "un punto di equilibrio che permetta al sistema contributivo di stare in piedi" anche secondo il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin (Fi).

Quota 102 per il 2022 e Quota 104 per il 2023

Il sì all’unanimità al Documento Programmatico di Bilancio non scioglie affatto il nodo pensioni. Emerge forte l’opposizione della Lega a soluzioni troppo lontane da Quota 100. L’ipotesi del Mef circolata nel pomeriggio, Quota 102 per il 2022 e Quota 104 per il 2023, è stata di fatto accantonata. Il Dpb ieri è partito per Bruxelles. Al governo rimane ora da definire in dettaglio le partite, ma perché la legge di Bilancio prenda forma bisogna soprattutto trovare la quadra per superare lo scalone di Quota 100 in un modo che sia considerato sufficientemente flessibile anche dalla Lega. Al momento l'accordo non c'è.

Draghi evita lo scontro sulle pensioni

La Lega, scottata dagli ultimi risultati elettorali, mette in dubbio il sostegno alla manovra a causa di Quota 100 che diventa 104. Il Carroccio prova a vestire i panni di lotta e di governo e così il nuovo cantiere delle pensioni resterà aperto fino alla stesura della legge di bilancio, probabilmente fino a novembre inoltrato. Il Dpb è solo "la cornice della manovra", lo scheletro da sottoporre a Bruxelles. Politicamente, però, "c’è molto altro", racconta Repubblica: "Non replicando alle critiche del Carroccio, il premier mostra di non cercare lo scontro. Lo fa fedele a una condotta che proverà a mantenere fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica, dunque fino alla seconda metà di gennaio: unità nazionale e coesione, niente strappi, stabilità. E attenzione alle misure sociali, antidoto contro la crisi e garanzia per una ripresa sostenibile".

La strada è in salita, ma secondo i beninformati Draghi considera possibile raggiungere una quadra. "Quando alcuni giorni fa ha ricevuto il leader leghista, l’ha fatto soprattutto per costruire un percorso che garantisca un superamento poco traumatico di Quota 100, che scade a fine anno - continua il quotidiano romano - La promessa era quella di passare a Quota 102, anche se questo schema non fa impazzire il resto della maggioranza (grillini esclusi), risulta costosa e legata al periodo gialloverde. Giorgetti un po’ borbotta, in cabina di regia chiede di garantire Quota 100 almeno per i lavoratori delle piccole imprese che vanno in pensione senza paracadute aziendale. In Cdm, tocca sempre al responsabile del Tesoro vestire i panni del poliziotto cattivo, rilanciando quota 104 nel 2023". L'ipotesi più probabile è chiudere a Quota 102, limitando Quota 104 soltanto ad alcuni settori. 

Dovrebbe essere poi confermata ed in parte ampliata l'Ape sociale mentre non dovrebbe accadere lo stesso a Opzione donna.C'è ancora un certo spazio di manovra, in realtà. Nel 2022 la "Quota" dovrebbe salire a 102 anni (64 anni di età e 38 di contributi) nel 2023 a 104 (65 anni di età e 39 di contributi). Matteo Salvini, racconta La Stampa, "è rassegnato sul primo innalzamento, non sul secondo. Anche in questo caso è probabile che una decisione definitiva arrivi più avanti: o settimana prossima, oppure durante la conversione del testo in Parlamento". 

Pensioni: lo scenario più probabile

Lo scenario più probabile passa per una transizione rapida di due anni offrendo nel solo 2022 la possibilità di uscita con 64 anni d’età e 38 anni di contribuzione ai lavoratori in parte o totalmente "retributivi". Si tratta di una sorta di Quota 102 di fatto - visto che per i soggetti interamente contributivi (chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) è già previsto un canale di pensionamento anticipato con 64 anni - che nel 2023 si trasformerebbe in Quota 104 per soli 12 mesi prima di rientrare nel 2024 in toto nel solco della riforma Fornero e di alcuni dei provvedimenti varati precedentemente.

Tra le opzioni sul tavolo per modificare il pacchetto-Franco secondo il Sole 24 Ore ci sarebbero deroghe a Quota 102 e Quota 104 per i lavoratori "precoci"” per quelli impegnati in attività usuranti. Anche il Pd spera in alcuni correttivi, come una flessibilità garantita per i lavoratori con mansioni gravose e la proroga di Opzione donna. 

Il vero problema di Quota 102 e Quota 104

Il vero problema, che i sindacati hanno già individuato, è il seguente: Quota 102 e 104 sarebbero "per pochi". Secondo alcune stime tecniche Quota 102 potrebbe complessivamente interessare non più di 50mila lavoratori "perché a questa misura continuerebbero a non accedere i lavoratori rimasti esclusi per età da Quota 100 (62 anni la soglia anagrafica e 38 anni quella dei versamenti) - spiega il quotidiano di Confindustria - a beneficiarne sarebbe quindi chi non ha potuto utilizzare l’intervento simbolo del “Conte 1” perchè non in possesso dell’anzianità contributiva necessaria. Ancora più ristretta si presenta la platea di Quota 104, che dovrebbe scattare con pensionamenti con almeno 66 anni d’età e 38 di contributi, anche se non è escluso un meccanismo variabile per i due requisiti".

Dai sindacati è già arrivato un primo secco no: per Domenico Proietti (Uil) l'ipotesi di Quota 102-104 "non corrisponde nel modo più assoluto all'esigenza di introdurre una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione attorno ai 62 anni".  Se passassero Quota 102 e Quota 104 ci si allontanerebbe in maniera marcata da quanto le parti sociali chiedono da mesi, ovvero una maggior flessibilità in uscita per chi ha 62 anni di età. I sindacati chiedono un incontro urgente con il governo. La "battaglia" sulle pensioni è solo all'inizio.

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