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Venerdì, 26 Aprile 2024
Reddito di cittadinanza

Pensioni e reddito di cittadinanza: qualcosa non torna

Le due misure saranno introdotte attraverso provvedimenti ad hoc. Nella legge di bilancio stanziati due fondi da 9 e 6,7 miliardi che dovranno consentire "l'attuazione" degli interventi previsti e "nei limiti delle risorse" stabilite

Ormai è quasi certo: le due misure più importanti che il governo si appresta a varare, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, saranno introdotte attraverso provvedimenti ad hoc, ma collegati alla manovra. Nella legge di bilancio sarà istituito un fondo per il reddito di cittadinanza e un fondo per quota 100, il primo di 9 miliardi di euro per il 2019 e il secondo con una dotazione di 6,7 miliardi per il 2019 e di 7 miliardi dal 2020.

I dubbi però non mancano: il fondo sulle pensioni e sul reddito di cittadinanza dovrà infatti consentire "l'attuazione" degli interventi previsti e "nei limiti delle risorse" stabilite. Che significa? Molto semplicemente che non si potrà superare il budget stanziato. Per quanto riguarda la quota 100, il governo ritiene che non tutti i lavoratori interessati usufruiranno dell’uscita anticipata, e dunque i quasi 7 miliardi messi in cantiere dovrebbero bastare (e forse avanzare).

Reddito di cittadinanza, tutte le domande senza risposta

Diverso il discorso per il reddito di cittadinanza. La proposta dei 5 Stelle (780 euro al mese) prevedeva un esborso di 15 miliardi di euro (e si trattava, badate bene, di stime ottimistiche rispetto a quelle dell’Inps). Nella stima era peraltro già previsto che ai chi possedeva una casa venisse sottratto il così detto "affitto imputato" e dunque corrisposta una somma minore. Nei nove miliardi stanziati inoltre rientrano anche i costi della pensione di cittadinanza. E dunque? E’ abbastanza evidente che i conti non tornano.

Pasquale Tridico, consigliere del vicepremier Luigi Di Maio, ha fatto sapere nei giorni scorsi che l’assegno pieno, cioè 780 euro al mese, è previsto solo per un individuo che paga un affitto e ha Isee zero. Il reddito spetterà inoltre ha chi ha un Isee inferiore a 9.360 euro (780 euro al mese, appunto). Inoltre, chi vive in una casa di proprietà prenderebbe al massimo intorno a 500 euro. Ma questi erano vincoli già calcolati nelle stime dell’Istat che parlavano di un costo di 15 miliardi. Forse c'è qualcosa che non sappiamo, ma ora però nessun esponente del governo ha detto che le cifre verranno riviste al ribasso.

Pensioni, le prime certezze su quota 100

Quanto alla riforma delle pensioni è ormai assodato che chi sceglie di lasciare il lavoro con quota 100 dovrà rispettare il divieto di cumulo: non potrà cioè arrotondare la pensione facendo lavoretti extra. Una misura che dovrebbe servire ad incentivare l’assunzione di nuovi lavoratori ma che forse, è un’ipotesi nostra, servirà anche a scoraggiare qualche potenziale beneficiario. Il fatto di non poter arrotondare l’assegno potrebbe infatti rivelarsi un limite non da poco, dal momento che con la quota 100 le pensioni saranno più basse (l’assegno si ridurrà dal 5 al 21% in virtù dei minori contributi versati).

Continua inoltre a non essere chiaro perché nel 2020 siano stati stanziati "solo" sette miliardi di euro, dal momento che a regime la riforma dovrebbe costare di più che nel primo anno. 

E non è chiaro neppure quale sarà il destino di queste due riforme nel caso in cui, ipotesi purtroppo probabile, le stime di crescita per il 2019 dovessero rivelarsi inferiori rispetto a quelle previste dal governo (pari all'1,5%). 

I fondi come vasi comunicanti

I due fondi (quello per le pensioni e quello per il reddito di cittadinanza) funzioneranno come vasi comunicanti. Nel caso in cui uno dei due riscontrerà dei risparmi questi potranno alimentare l'altro fondo. "Fermo restando l'ammontare complessivo annuo delle risorse autorizzate - si legge nella bozza della manovra - gli eventuali risparmi derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti a uno dei due Fondi, puntualmente quantificati nelle relazioni tecniche di accompagnamento dei provvedimenti stessi, possono essere utilizzati a compensazione degli eventuali maggiori oneri derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti all'altro Fondo, mediante ridefinizione contestuale degli specifici limiti di spesa". 

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