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Lunedì, 29 Aprile 2024
La road map

Italia in ritardo sul Pnrr e le rate non arrivano, Fitto annuncia "l'operazione realismo"

La terza tranche di fondi non è ancora stata sbloccata e non ci sono le condizioni per richiedere quella successiva. Il Governo vuole chiedere all'Europa di rivedere il Piano, ma il tempo stringe. Il ministro per gli Affari europei spiega la strategia dell'Esecutivo

Sono giorni di lavoro intenso sull'asse Roma-Bruxelles: continua la mediazione tra governo e Ue per arrivare all'erogazione dei fondi della terza rata del Pnrr da 19 miliardi di euro. L'Italia è in ritardo sulla tabella di marcia e deve correre ai ripari. Per la terza rata non può che rispondere alle domande dell'Europa e attendere le risorse, per le successive però si vuole agire in modo diverso. Il governo dichiara di volere mettere in campo "un'operazione di realismo" sulla possibile revisione del piano e sul suo perimetro. A usare il termine "realismo" è il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, intervenendo al Festival del Lavoro a Bologna.

Che intende l'Esecutivo per "realismo"? Entro il 31 agosto 2023 ciascun Paese può chiedere di rimodulare il piano. E l'Italia intende farlo. Si vuole modificare il documento originario del Pnrr col riorientamento di alcune risorse sulla programmazione 2021-2027 dei fondi di coesione, ma per farlo si deve agire di comune accordo con i funzionari Ue. "Nei prossimi giorni sulle proposte di modifica del Pnrr e sulla programmazione 21-27 della coesione, il governo porterà all'attenzione del Paese obiettivi chiari e un percorso che punterà alla soluzione di problemi annosi", spiega Fitto. 

La tabella di marcia per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza fissava al 30 giugno la scadenza per centrare 27 target per la quarta rata da 16 miliardi di euro. La strada per poter avanzare la richiesta di pagamento è ancora lunga, come ha ammesso la stessa Meloni al termine del Consiglio europeo di venerdì. Il governo infatti ha completato appena 7 obiettivi su 27 tra quelli indicati nel documento iniziale. La premier e Fitto sono quindi impegnati a riformulare tutto il piano in linea con le nuove priorità dell’esecutivo.

Gli obiettivi qualificanti per ottenere la prossima tranche delle risorse e sui quali l'Italia è in ritardo sono legati all'avvio dei bandi per il potenziamento dell'offerta educativa nella fascia 0-6 anni con la creazione di strutture per oltre 264mila nuovi posti tra asili nido e scuole per l'infanzia entro il 31 dicembre 2025. Poi ci sono gli affidamenti per l'acquisto di convogli per la mobilità su rotaia e quella sostenibile e per la transizione energetica. L'Esecutivo punta a restringere il campo degli interventi per non disperdere risorse su progetti ritenuti "meno essenziali". Il confronto con l'Europa viene da più parti definito "aperto e non conflittuale".  

La sfida nei confronti di Bruxelles è quella di arrivare al 31 agosto con un piano rivisto: obiettivi più realistici che si spera portino a versamenti da parte dell'Unione con un ritmo regolare.  "Io penso - aggiunge Fitto - che sarebbe irresponsabile dire che tutto va bene e non sottolineare invece le necessarie correzioni che vanno fatte. L'azione che stiamo facendo con tutti i dicasteri va esattamente in questa direzione".

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