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Sabato, 27 Aprile 2024
Tutte le ipotesi

Cosa ne sarà delle pensioni

Riapre il cantiere per la riforma delle pensioni 2023, con all'orizzonte le incognite sulla tenuta del governo Draghi legate alla sfida per il Quirinale

Archiviato con la legge di Bilancio il capitolo pensioni per l'anno in corso, governo e sindacati proseguono il confronto su una più ampia riforma previdenziale per il 2023. Oggi pomeriggio si terrà un secondo incontro al ministero del lavoro con l'obiettivo esplicito di dribblare la riforma Fornero, che fissa a 67 anni l'età di uscita dal mondo del lavoro, a fronte dei 63-64 anni della media europea. Allo studio varie forme di pensione anticipata, ma quali saranno quelle in grado di mettere d'accordo un po' tutti?

Chi potrà godere della pensione anticipata nel 2022

La riforma delle pensioni era attesa già per il 2022, ma causa Covid è stata rimandata al 2023. Per evitare il tanto temuto scalone di 5 anni che si sarebbe venuto a creare con la scadenza naturale di Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), il governo ha deciso di inserire in Manovra 2022 delle misure temporanee della durata di un anno, con Quota 102 in prima fila. La nuova misura di anticipo pensionistico permetterà nel 2022 l'uscita anticipata dal mondo del lavoro a chi compirà 64 anni di età (2 anni in più rispetto a Quota 100) e avrà 38 anni di contributi. La brutta notizia è che non sarà per tutti. Si prevede che in base ai fondi stanziati potranno beneficiarne al massimo 16.800 lavoratori, gli altri dovranno aspettare il 2023. Tra le altre misure di anticipo pensionistico inserite nella legge di Bilancio c'è la conferma di Opzione Donna mentre l'Ape Sociale è stata allargata a più categorie di lavoratori gravosi, da 15 a 23. Grazie a queste misure nel 2022 saranno 55mila i lavoratori che potranno godere della pensione anticipata.

Riforma delle pensioni: le opzioni sul tavolo

Il confronto tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni 2023 è iniziato a dicembre, con un primo incontro esplorativo che ha sancito l'apertura di tre tavoli. L'obiettivo dell'esecutivo è quello di non aumentare la spesa pensionistica puntando sul contributivo mentre quello di Cgil, Cisl e Uil è di garantire flessibilità in uscita dal mondo del lavoro attorno ai 62-63 anni di età senza tagli troppo pesanti sull'assegno mensile. Grande attenzione anche ai giovani con carriere discontinue, ai lavoratori gravosi e alle donne. I sindacati si sono detti soddisfatti del primo incontro, sottolineando l'atteggiamento costruttivo del governo nel voler coinvolgere le parti sociali in queste importanti decisioni. Organizzato per oggi pomeriggio alle 18.30 il secondo incontro, che riunirà attorno al tavolo il ministro del lavoro Andrea Orlando, il ministro dell'economia Daniele Franco e i leader sindacali, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

Sbarra: nessuna frattura sulle pensioni con gli altri sindacati

Nessuna divergenza di vedute tra le diverse sigle sindacali sulle proposte di riforma delle pensioni, si procede all'unisono. In vista dell'incontro di oggi pomeriggio il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ribadisce che l'obiettivo comune dei sindacati è quello di "discutere di una pensione di garanzia per i giovani, estendere la previdenza integrativa, rendere il sistema più flessibile in uscita a partire da 62 anni o 41 di contributi, allargare il perimetro dell'Ape Sociale. Sono proposte note, che fanno parte della nostra piattaforma unitaria". La frattura con gli altri sindacati, evidenziatosi in occasione dell'ultimo sciopero generale indetto a dicembre, "si è verificata su una diversa visione dell'azione sindacale, che per la Cisl deve puntare alla ricerca responsabile e costruttiva di un dialogo con le istituzioni, e non al conflitto fine a se stesso", ha puntualizzato Sbarra. Il leader della Cisl ha poi parlato di un "tesoretto" per le pensioni, considerando che per Quota 100 sono state spese meno risorse di quelle stanziate. 

Le incognite 

Il confronto sulle pensioni sembra essersi ormai avviato ma all'orizzonte appaiono molte nubi, non solo legate al Covid, ma soprattutto alla tenuta del governo viste le recenti scosse sismiche per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Se il governo non reggerà alla sfida Quirinale cosa ne sarà della riforma delle pensioni? 

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