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Venerdì, 26 Aprile 2024
Occhio alla rata

Mutui, stangata all'orizzonte: ecco come evitarla

Le banche centrali si preparano ad alzare i tassi d'interesse per stabilizzare l'inflazione. Cosa accadrà sui mutui? Non tutti verranno penalizzati

Il 2022 sarà un anno di passione per gli italiani, alle prese con numerosi e consistenti rincari. Per colpa dell'inflazione tutto è diventato più caro: bollette, carburanti, generi alimentari, persino il caffè al bar. Il rincaro generalizzato dei prezzi di beni e servizi, certificato proprio oggi dall'Istat, deriva non solo dall'impennata dei costi energetici, ma anche dalla ripresa economica mondiale dopo la pesante battuta di arresta dovuta al Covid. Per stemperare un pericoloso rincaro dei prezzi, la Federal Reserve ha già in mente un prossimo aumento dei tassi d'interesse, forse a marzo. Questa mossa potrebbe far lievitare anche le rate dei mutui, nell'ordine di circa 40 euro al mese, ma non per tutti. Spieghiamo perché e cosa possiamo fare per salvarci dall'ennesima stangata del 2022, quella sui mutui. 

Perché l'inflazione minaccia i mutui

Cosa c'entra l'inflazione con i tassi d'interesse e con i mutui? Andiamo per gradi. E' fisiologico che la ripresa economica sia accompagnata da un aumento dell'inflazione, poiché si viene a creare un eccesso di domanda di beni e servizi che fa salire inevitabilmente i prezzi. L'aumento dell'inflazione, se consistente e prolungato nel tempo, rischia di compromettere la ripresa economica stessa. Più l'inflazione sale, più si perde potere d'acquisto: si spende meno e si consuma meno, di conseguenza si produce meno. Come si fa ad interrompere la corsa dei prezzi? Le banche centrali hanno a disposizione vari strumenti di politica monetaria per bloccare gli effetti negativi dell'inflazione, come gli interventi sui tassi d'interesse, ossia sul prezzo che gli istituti di credito pagano per prendere a prestito il denaro. Più i tassi salgono e più diventa alto il costo del denaro, con un effetto disincentivante sui prestiti e sugli investimenti. In poche parole, alzando i tassi si riduce la circolazione di liquidità nel sistema economico, mossa che andrà a raffreddare la domanda di beni e servizi e a stabilizzare i prezzi. Spiegato questo arriviamo al discorso dei mutui. Quando prendiamo un mutuo per l'acquisto di un'abitazione ci ritroviamo davanti ad un'importante scelta: tasso fisso o tasso variabile? Con il tasso fisso si paga una rata un po' più alta ma costante nel tempo, mentre con un tasso variabile l'ammontare delle rate varia in funzione dei tassi d'interesse. E' una decisione tra il certo e l'incerto, visto che in caso di inflazione galoppante e di innalzamento dei tassi d'interesse la rata del mutuo variabile potrebbe aumentare mentre quella del mutuo a tasso fisso rimarrebbe immutata. 

Come evitare la stangata sui mutui

Dopo un anno in cui i tassi d'interesse sono rimasti stabili, si affaccia all'orizzonte la possibilità di un aumento del costo del denaro. Considerando che l'obiettivo principale delle banche centrali è quello di stabilizzare l'inflazione attorno al 2% e che questa sta mostrando una certa accelerazione, è facile prevedere un probabile aumento dei tassi già nella prima metà dell'anno. La Federal Reserve (Fed), ossia la banca centrale americana, ha già segnalato più volte la volontà di alzare i tassi d'interesse: gli analisti scommettono su un intervento già a marzo. Se questo dovesse no bastare a tenere a bada i prezzi potremmo assistere a successivi aumenti dei tassi d'interesse. La Banca centrale europea (Bce) seguirebbe la scia della Fed, di conseguenza le rate dei mutui a tasso variabile potrebbero diventare più salate. Secondo alcuni calcoli fatti da Il Sole 24 Ore, il rincaro potrebbe aggirarsi attorno ai 35-40 euro al mese per chi ha un debito residuo di 100mila euro. Cosa fare per difendersi dall'ennesima stangata? La soluzione più semplice al problema si chiama surroga e consiste nella possibilità di rinegoziare le condizioni generali del mutuo, anche con un altro istituto di credito.

Come sta andando il mercato immobiliare in Italia

Il 2021 si chiude con un vero e proprio successo per il mercato immobiliare, tornato sui livelli del 2007/2008. A riportare l'interesse sulla casa sono stati una serie di fattori:

  • la ripresa economica;
  • il rinnovato clima di fiducia dei consumatori;
  • gli interventi governativi a sostegno dell’acquisto casa, specie quelli dedicati al segmento giovani.

"La domanda di mutui però non è cresciuta allo stesso ritmo delle transazioni: nel 2021, infatti, la variazione è stata pari a un -0,2% sull’anno precedente  - osserva Stefano Magnolfi, Executive Director di CRIF Real Estate Services - A partire dalla seconda parte dell’anno è venuto quindi progressivamente meno la componente delle surroghe, a causa del fisiologico ridimensionamento dei contratti per i quali la rottamazione risulta ancora vantaggiosa". Per il futuro restano "molte incognite che potrebbero incidere sull’andamento dei trend osservati nei prossimi mesi - commenta Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it. La situazione Covid-19 in costante evoluzione, con i nuovi contagi e potenziali altre variazioni del virus, le spinte inflazionistiche e i probabili impatti su consumi e investimenti, le tensioni al rialzo degli indici finanziari di mercato e le prime ricadute sui tassi di offerta mutui, sono tutti elementi che invitano a mantenere cautela in uno scenario pur sempre di crescita attesa. Prezzi degli immobili a livelli molto attraenti e tassi di interesse vicini ai minimi continueranno a sostenere la domanda di nuove abitazioni e di mutui di acquisto sui prossimi mesi, ma l’andamento delle variabili macro andrà osservato con attenzione nel corso dell’anno, per comprendere a fondo il loro effetto sui trend positivi oggi in essere".

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