La tassa nascosta che paghiamo sui biglietti aerei per finanziare l'Inps
Negli ultimi anni il suo importo è aumentato fino a quasi il 20 per cento del biglietto e dalla sua eliminazione ne gioverebbero tutti: lo studio
C'è una tassa che paghiamo quando acquistiamo un biglietto per un volo aereo e una quota importante serve a finanziare l'Inps. Eppure la tassa nasce come addizionale comunale, ma di questi soldi ai comuni arriva poco. E secondo uno studio presentato dall'economista Andrea Giuricin alla Camera dei deputati, l'abolizione della tassa porterebbe numerosi benefici.
Quanto vale la tassa Inps sui biglietti aerei e perché si paga
Quando prendiamo un aereo dobbiamo mettere in conto che una parte del prezzo di biglietto è aumentato da una "tassazione" occulta. La tassa in questione è inquadrata come "Addizionale comunale sui diritti d'imbarco di passeggeri sugli aeromobili". L'Inps spiega che le somme riscosse finanziano per il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale e la Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (Gias).
Assaeroporti ricorda come i passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani pagano questa tassa, caricata direttamente sul costo del biglietto aereo. Per l'associazione c'è il rischio non solo di "aggravare il fenomeno del caro voli e di deprimere il mercato, ma è oggi di fatto estranea rispetto agli obiettivi della norma originaria".
Negli anni il suo importo è anche aumentato, spiega l'associazione, "provvedimenti poco chiari e contraddittori ne hanno incrementato l'importo, a danno della connettività dei territori, destinando gran parte del gettito a finalità non attinenti al trasporto aereo". Inizialmente il costo della tassa era di un euro per passeggero, ma gli aumenti decisi per legge sono arrivati a costare fino a 6,50 euro a biglietto, con alcune eccezioni come a Venezia e Napoli dove si paga rispettivamente 9 e 8,50 euro a passeggero.
Come si vede dal grafico sopra estrapolato dallo studio di Andrea Giuricin, economista dei Trasporti dell’università Bicocca di Milano, nel corso degli ultimi anni il gettito è ormai stabilmente sopra i 600 milioni di euro e nel 2023 ha sfiorato i 700. Ma di questi soldi ai comuni arriva poco. Pur essendo un’addizionale comunale, il gettito per i comuni è irrisorio: su 6,50 euro, 5 sono destinati all'Inps.
Quali sono i benefici dell'abolizione della tassa d'imbarco sui biglietti dei voli aerei
Lo studio di Giuricin sottolinea che quasi 1,4 miliardi di passeggeri hanno finora pagato questa tassa e che il gettito complessivo è ormai pari a 7,5 miliardi di euro. "Una cifra enorme che impatta sul settore aereo e sul settore turistico italiano", si legge nel report.
Secondo l'analisi, eliminare questa tassa avrebbe un impatto positivo sul trasporto aereo e sull'economia dell'intero paese. In sintesi:
- Nel 2030, se l'addizionale comunale venisse eliminata, si potrebbero avere fino a 9 milioni di passeggeri in più rispetto a uno scenario che vede la tassa ancora in vigore;
- Questi 9 milioni di passeggeri garantirebbero una crescita del prodotto interno lordo pari a 4,2 miliardi di euro e la creazione di oltre 65 mila nuovi posti di lavoro;
- L'aumento di Pil porterebbe anche un gettito aggiuntivo di oltre un miliardo di euro per lo Stato.